martedì 12 luglio 2011

Unita' d'Italia: Pruneti, cio' che accadde in Sicilia cambio' storia Paese





Roma, 9 lug. (Adnkronos) - ''La Sicilia è stato il luogo dove la storia ha girato e ha scelto: fu ciò che accadde qui, fu l'apporto dei tanti siciliani a trasformare la spedizione dei Mille in un’armata che cambiò la storia e che permise di far nascere una sola Italia''. Luigi Pruneti, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia chiude con queste parole la giornata di studio dal titolo 'Viva L’Italia Viva Garibaldi, il contributo della Sicilia all’Unità d’Italia' promosso dall’obbedienza massonica di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi che si è svolta oggi a Palermo nel Castello di Utveggio. L’incontro, organizzato dalla delegazione magistrale Sicilia e dalla provincia passonica di Palermo della Gran Loggia d’Italia degli A.L.A.M, fa parte delle celebrazioni ufficiali per i 150 anni dell’Unità d’Italia. ''Determinante quello che successe a Calatafimi, a Milazzo a Marsala, determinate fu il ruolo di tutti i siciliani, personaggi politici, intellettuali e gente comune. I massoni -ha sottolineato Pruneti nel suo intervento- rappresentarono un catalizzatore importante per l’Italia che dopo il 1861 con difficoltà si andava formando''.
''Il loro contributo -ha rimarcato Pruneti - fu proprio nella costruzione di un’identità nazionale che solo attraverso un percorso di verità è possibile raggiungere, sconfiggendol’ignoranza, eliminando i pregiudizi,  creando rapporti di rispetto, collaborazione e fratellanza''. ''Questo -ha concluso Pruneti- è il contributo maggiore che porta la Massoneria all’Unità d’Italia, un contributo anzitutto sociale e culturale e poi politico, grazie ai singoli uomini, a quei personaggi a partire da Giuseppe Garibaldi che erano anche massoni''. Gremita la sala conferenze del Castello di Utveggio che ha partecipato agli interventi dei relatori: tra gli altri, Michelangelo Ingrassia, Docente di Storia Contemporanea dell’Università degli Studi di Palermo, gli Storici Aldo Mola e Giuseppe Camporeale e Vincenzo Ciancio, Docente dell’Università degli Studi di Messina.

Fonte: GLDI