venerdì 29 giugno 2012

GLNF : Stifani, Grand Maître jusqu’en décembre 2012

François Stifani demeure et reste Grand Maître de la Grande Loge Nationale Française jusqu’en décembre 2012 !
C’est ce que rappelle le Grand Orateur, Jean-Michel Baloup, dans un communiqué en date du 28 juin 2012 en ces termes :
  • le mandat du Grand Maître expire en décembre 2012
  • conformément aux us et coutumes et aux termes du serment du Grand Maître ses fonctions ne cesseront que lorsqu’un successeur régulièrement désigné sera installé à sa place.
Tout cela laisse présager que la « crise » au sein de l’obédience n’est pas prête de se terminer…hélas !


Fonte: GADLU

giovedì 28 giugno 2012

SIGNA - Silenziose tracce dal passato.


Fonte: GLDI

mercoledì 27 giugno 2012

Sulla Natura del Simbolo.



“La Nature est un temple où de vivants piliers
Laissent perfois sortir de confuses paroles;
L‟homme y passe à travers des forêts de symboles
Qui l‟observent avec des regards familiers”


“E‟ un tempio la Natura, dove a volte parole
escono confuse da viventi pilastri;
e l‟uomo l‟attraversa tra foreste di simboli
che gli lanciano occhiate familiari”




Sulla Natura del Simbolo
Fonte: Danilo D'Acunto

GLNF : Stifani veut tirer les conséquences…

Au surlendemain du vote de l’Assemblée Générale de la GLNF qui a vu le rejet de sa réélection au poste de Grand Maître, François Stifani s’est adréssé aux membres du Grand Conseil et aux  Grand Maîtres Provinciaux pour admettre certaines avancées et surtout pour déclarer « tirer toutes les conséquences » du résultat de l’Assemblée Générale… Reste à savoir lesquelles …
FS-au-GC-aux-GMP-25.06.2012l

Fonte: GADLU

giovedì 21 giugno 2012

"MASSONERIA D'ESSAI " - Nuova Iniziativa del Notiziario Massonico Italiano.

Nasce la sezione " MASSONERIA D'ESSAI " - pubblicazione di scritti d'autore attinenti la Massoneria e antecedenti gli ultimi 30 anni (lasso di tempo che, attualmente, si riferisce a quasi due generazioni) che vengono riproposti - al di là di chi possa esserne l'autore e di quale fosse l' eventuale dignità o incarico ricoperti - per il loro spessore iniziatico culturale e sociale. Ciò potrà giovare a fare luce sui contenuti di un'opera senza tempo, così come potrà contribuire ad offrire maggior chiarezza sulla comprensione e sull' approfondimento del percorso che la Massoneria nel suo insieme - e quindi gli Uomini che ne hanno segnato momenti anche storicamente rilevanti - ha fatto e di cui, specie le nuove generazioni, possono averne scarsa conoscenza.
Si ringrazia quanti potranno e vorranno offrire alla lettura o alla rilettura scritti autentici - di cui sia cioè certa e provata l'origine e l'originalità - o stralci di pubblicazioni vecchie o antiche ( di cui si sia ottenuta la regolare autorizzazione alla pubblicazione).
Si ringrazia quanti intendano, oggi come per il futuro, offrire il propio contributo.
Il Curatore Vincenzo Rizzuto.·.

" MASSONERIA D'ESSAI "


1968 - Francesco Bellantonio - Chiesa e Massoneria


Fonte: Periodico “DIALOGHI & PROSPETTIVE” - Giuseppe Bellantonio

11a Settimana: Solstizio d'estate.


- Eterico lucente -
In quest'ora solare sta a te riconoscere il saggio annunzio:
Abbandonato alla Bellezza del Mondo... e sentendo in te sperimentare:
L'Io dell'Uomo può perdersi per ritrovarsi nell'Io universale.

- Calendario dell'Anima -


mercoledì 20 giugno 2012

Empoli 12 e 26 luglio 2012 - Conversando sotto le stelle. Incontri del Grande Oriente a cura della Loggia "Umanità Libera"

Ad Empoli la Loggia cittadina "Umanità Libera" (441) organizza da tempo 'Incontri' estivi nell'ambito della rassegna culturale "Conversando sotto le stelle" da essa ideata. L'appuntamento è nella Corte del Borgo San Giusto (via Salaiola 151) e l'esito degli incontri è sempre positivo con la presenza costante di un folto pubblico, di massoni e non.
Per l'estate 2012 i Fratelli empolesi propongono due serate. Le conversazioni saranno introdotte da Francesco Borgognoni, Consigliere dell'Ordine e bibliotecario del Collegio circoscrizionale toscano.

Giovedì 12 luglio (ore 21,30) – Il senatore Andrea Marcucci presenta il suo libro "Antonio Mordini e il Terzo Partito", edito da Maria Pacini Fazzi Editore, che aggiorna la biografia di Mordini pubblicata nel 1906 da Michele Rosi. Senza pretese specialistiche e con semplicità di scrittura l'autore si è applicato a questo lavoro fornendoci, non solo il profilo di un uomo politico, protagonista del Risorgimento e poi della vita parlamentare e politica della sinistra nell'età liberale, ma anche un contributo alla conoscenza della storia nazionale. Originali sono soprattutto i capitoli dedicati alla teoria e all'organizzazione del Terzo Partito, concepito come tentativo di una prima radicale modifica del sistema politico del Regno. Un tema, quello lanciato da Antonio Mordini, che tornerà ciclicamente sulla scena italiana, anche con l'avvento della Repubblica.
Mordini fu esponente del Grande Oriente d'Italia. Iniziato il 2 marzo 1862 nella loggia "Dante Alighieri" di Torino, fu delegato alla 3ª Costituente Massonica di Firenze e, dal 1863, 33° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato nel 1863.

Giovedì 26 luglio (ore 21,30), sarà presentato il libro di John Toland "Ipazia, donna colta e bellissima fatta a pezzi dal clero" (Clinamen Editrice), giungto alla quarta edizione. L'opera sarà illustrata dall'editore che racconterà la storia della splendida Ipazia, filosofa e matematica del IV secolo, selvaggiamente uccisa e fatta a pezzi, bruciata e ridotta in cenere. Mandante dello scempio fu "un assassino dalle mani pulite", Cirillo, vescovo di Alessandria, poi nominato Santo dalla Chiesa Cattolica e, ancor oggi, festeggiato ogni 27 giugno. In questo pamphlet del 1720, per la prima volta in traduzione italiana, il celebre filosofo illuminista John Toland ricostruisce le vicende che portarono all'uccisione di Ipazia e alla lacerazione del suo corpo, denunciando non solo il profilo criminale della Chiesa, ma anche la situazione di assoluta emarginazione che le donne vivevano all'epoca, e non solo allora.
Nel lungo titolo del pamphlet, tutto questo viene rappresentato: «Ipazia. Storia di una donna bellissima, virtuosa, colta, e poliedrica; fatta a pezzi dal Clero di Alessandria per appagare l'orgoglio, l'invidia e la crudeltà del suo Arcivescovo, comunemente conosciuto, ma immeritatamente reso santo, Cirillo».




Fonte: GOI

martedì 19 giugno 2012

Follonica 23 giugno 2012 - Massone e Patriota, convegno su Niccola Guerrazzi a Follonica

Follonichese, Massone e Patriota. Nel centenario della morte, la Loggia Niccola Guerrazzi, con il patrocinio del Comune di Follonica, in provincia di Grosseto, organizza un convegno sulla figura e il pensiero del fedele seguace di Garibaldi. L'appuntamento è per sabato 23 giugno, alle 9.30, presso la Pinacoteca Modigliani.
Partecipano il Maestro Venerabile Ezio Puggelli, il sindaco di Follonica, Eleonora Baldi, il presidente del Collegio, Stefano Bisi, Leonardo Rombai, docente di Geografia all'Università di Fireze, Marica Pizzetti, ricerccatrice universitaria, Massimo Corti, docente emerito di Lettere all'Università di Siena. A tracciare le conclusioni sarà il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi.

Fonte: GOI

Points de Vue Initiatiques : Mémoire Vivante et Tradition Orale

La revue maçonnique de la Grande Loge de France « Points de Vue Initiatiques » – N° 164 de juin 2012 sera consacrée à la Mémoire Vivante et la Tradition Orale
Edito : « Je ne sais ni lire ni écrire, je ne sais qu’épeler. Donnez-moi la première lettre et je vous donnerai la suivante » ; telle est la première phrase que prononce l’apprenti pour se faire reconnaître après son serment.
La Franc-maçonnerie est une tradition orale car celui qui reçoit la tradition dans une parole que lui adresse son frère la digère et l’élabore en lui-même, en fait l’expérience avant de la retransmettre à un autre.
C’est ce travail de transmission, ou plutôt de réception, d’élaboration intérieure, puis de don au bon moment au frère qui en a besoin, qui fait que la tradition est vivante. C’est ce qui lui donne sa force et qui impose qu’elle soit orale, comme la transmission médiévale du métier de maçon.
On n’est pas maître seulement parce qu’on a la maîtrise, on est maître parce qu’on a la charge de transmettre ce que l’on a reçu. Ce que l’on a reçu, cette œuvre à pérenniser, c’est la Tradition.

Fonte: Gadlu

venerdì 15 giugno 2012

Napoli 16 giugno 2012 - 'La Massoneria e le donne', a Napoli incontro a quattro Logge

Sabato 16 giugno, presso la casa Massonica napoletana, in Galleria Umberto I n. 27, si terrà alle 17 un incontro a quattro Logge: l'Acacia 577 di Napoli, la Francesco Galasso 1269 di Rossano Calabro, la Mazzini Mori 1329 di Gioia Tauro, la Ettore Ferrari 272 di Palmi sul tema 'La Massoneria e le donne'.
La Tornata, previa sospensione dei Lavori Rituali, sarà aperta ai rappresentanti dei corpi rituali e alle Sorelle della Stella d'Oriente dei Capitoli di Napoli e di Gioia Tauro, Parteciperanno il Secondo Gran Sorvegliante, Geppino Troise, il Gran Tesoriere Aggiunto, Giovanni Esposito, il presidente del Collegio Campania-Basilicata, Michele Di Matteo, il presidente del Consiglio dei Maestri Venerabili di Napoli, Ivan Conte e numerosi Dignitari circoscrizionali.
 
Fonte: GOI

mercoledì 13 giugno 2012

V Meeting Nazionale della Consulta dei Giovani Massoni.

Fonte: Fr.·. Stefano Brasca

martedì 12 giugno 2012

La Grande Loge de l’Alliance Maçonnique Française veut rester dans « la course »

Au lendemain de la déclaration commune de 5 Grandes Loges Régulières Européennes que retirer leur reconnaissance à la Grande Loge Nationale Française, la Grande Loge de l’Alliance Maçonnique Française a décidé de publier un communiqué aux fins  vraisemblablement de démontrer qu’elle a toute sa place dans la Franc-Maçonnerie Régulière…
La déclaration des cinq Grandes Loges européennes qui retirent avec tristesse leur reconnaissance à la GLNF n’est pas une surprise. Comme nous l’avions annoncé il y a quelques jours d’autres vont suivre. La date choisie pour le faire montre qu’elles ne croient plus aux vertus d’une solution interne quel que soit le résultat d’un vote éventuel, le 23 juin ou plus tard.
En réalité nos Frères suisses, belges, autrichiens, allemands et luxembourgeois considèrent qu’après l’effondrement irrémédiable de ce qui fut pendant longtemps l’obédience régulière de référence en France et la perte d’image qui en a résulté pour la maçonnerie traditionnelle, il est temps de travailler à la recomposition de la Maçonnerie française. C’est aujourd’hui une nécessité absolue.
L’Alliance partageant totalement cette vision a entamé des contacts avec toutes les parties concernées, en Europe et dans le monde, depuis un certain temps déjà. Elle échange avec elles sur le sujet, et travaille à la fixation d’un cadre pour l’avenir. Le cinquième paragraphe de la déclaration exprime d’ailleurs le soutien et la compréhension de nos Frères européens envers ceux qui ont déjà, ou vont quitter la GLNF pour rejoindre la Grande Loge de l’Alliance Maçonnique Française.
Le rôle que celle-ci devra jouer est basé sur ses spécificités qui la placent au centre de cette indispensable refondation. En effet, elle n’est pas structurée autour d’un seul Rite, qui serait particulièrement dépendant de son système de Hauts Grades. C’est une des raisons d’être de son système de Maisons de Rites, qui est le garant de cette indépendance obligatoire pour bénéficier de la Régularité et de la Reconnaissance, en offrant une terre d’accueil à des spiritualités diverses dans leur relation au G.A.D.L.U. C’est cette spécificité qui nous différencie des autres obédiences françaises qui reposent sur des conceptions laïque ou mono-rite de la spiritualité.
Parallèlement la retenue, la discrétion et l’absence d’implication politique de certains de nos Frères français rendent le dialogue avec eux tout à fait justifié. Ils sont à notre avis plus prés de nous que les thuriféraires d’une GLNF qui a trahi ses fondamentaux dans un triste mélange des genres. Les Grandes Loges européennes, auxquelles il faut ajouter la Pologne qui vient elle aussi de retirer sa reconnaissance, nous disent ainsi clairement à leur manière qu’il est temps de regarder ailleurs et autrement, sans pouvoir être accusées d’une quelconque instrumentalisation, ni ingérence.
Méconnaitre cet état de fait serait une faute historique, et nous remercions nos Frères européens de l’avoir si bien compris et exprimé.
Mais restons prudents. Cette recomposition du paysage maçonnique ne sera pas instantanée. De la même manière, s’il est vrai que les critères de la reconnaissance doivent rester intangibles, il n’en est pas moins vrai que l’implosion en cours de l’obédience qui en bénéficiait montre bien qu’il va falloir concevoir des barrières adaptées pour éviter de telles dérives à l’avenir. C’est précisément ce que la GL-AMF a tenté de mettre en place dans des statuts qui sont aujourd’hui mis à l’épreuve de la vie associative et maçonnique des Frères qui la rejoignent en masse et la rejoindront demain encore plus nombreux. C’est ce qui en fait depuis sa création un acteur incontournable dans ce débat.
Il doit être clair pour tous les Frères que cette déclaration des Grandes Loges européennes marque la fin d’une époque : celle de la GLNF. Elle ouvre les portes d’un avenir de la franc-maçonnerie française à construire avec toutes les Grandes Loges régulières du monde, dans laquelle la Grande Loge de l’Alliance Maçonnique Française aura toute sa place, et pourquoi pas avec d’autres, et sera à la hauteur des exigences que requiert la franc-maçonnerie universelle.
Grande Loge de l’Alliance Maçonnique Française

Fonte: GADLU

Cinq GL européennes rompent avec la GLNF et se tournent vers la GLDF

C’est un véritable coup de tonnerre dans le ciel, déjà fort agité, de la maçonnerie européenne. Les Grands Maîtres des Grandes Loges Régulières d’Autriche, de Belgique, d’Allemagne, du Luxembourg et de Suisse ont signé hier à Bâle une déclaration où non seulement elles officialisent le RETRAIT de la RECONNAISSANCE de la GLNF, mais surtout elles ouvrent de fait une négociation avec la Grande Loge de France (GLDF), à qui, écrivent-elles, un « rôle majeur pourrait revenir » dans un « processus de recomposition » de la maçonnerie régulière en France.
Malgré l’apparente prudence du propos, c’est une bombe. Que cinq Grandes Loges régulières européennes, dont le poids diplomatique dépasse largement celui de leurs effectifs relativement modestes, invitent une obédience non-régulière à négocier avec elles est exceptionnel. Naturellement, le processus pourrait être long, d’autant plus que les deux conditions posées ne sont pas mineures : 1. Que la GLDF rompe ses relations avec les obédiences non-régulières (GODF, DH, GLFF, GLTSO…). 2. Qu’une réelle indépendance soit instaurée entre les loges bleues (les ateliers de base) de la GLDF et les hauts grades (le Suprême Conseil du REAA).
Les cinq Grandes Loges confirment et amplifient leur jugement implacable sur la gouvernance de François Stifani. Pour eux, la GLNF « se trouve en dérive irrémédiable » et surtout ils affirment « que les processus de vote ainsi que la composition des collèges électoraux la privent définitivement de toute légitimité, maçonnique ou autre« . La gouvernance Stifani est accusée d’avoir anéanti 100 ans de travail des frères de la GLNF.
Les cinq Grandes Loges affirment ne pas abandonner les frères de la GLNF, ou ceux qui en sont issus. Il est clair que cette déclaration va probablement être saluée par ceux qui combattent encore la gouvernance Stifani au sein de l’obédience, comme par ceux qui ont fondé la GL-AMF.
 Fonte: Lumière

PARIS, MERCREDI 27 JUIN 2012 - Jean Zay : Humaniste, Laïque et Intellectuel


Fonte:GODF


Paris,16/06/2012 - L’Initiation Maçonnique une démarche contemporaine.

Fonte: GODF

"Napoli nel '700" di Danilo D'Acunto


È pacifico per chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la Storia che Napoli fu, principalmente durante il ‘700, una delle maggiori capitali culturali europee. Scrivo questo all’alba di un prossimo “forum delle culture” (non ancora nato è già vespaio di polemiche) sul quale il critico più sanguigno che è in me non vede l’ora di affondare i denti. 
Tanto capitale europea, dunque, che pure quando menziona le leggendarie origini etimologiche dei suoi prodotti più tipici denunzia un dialogo con l’arte e la cultura. Mi riferisco, in particolare, alla romanzata nascita del nome della “mozzarella”, così come una tradizione – popolare ma colta – nota a pochi ce la tramanda. Il mito vuole infatti che tale battesimo avvenne durante un ricevimento nobiliare partenopeo al quale partecipava un giovane ma già noto Amadeus Mozart. Dimostratosi particolarmente ghiotto dei suddetti latticini, trascorse buona parte della serata accanto al tavolo dove erano stati poggiati come banchetto. Qualcuno, riconoscendo il musicista, ebbe ad esclamare, in francese come era buon costume fare tra le classi più alte, “Mozart est là”, indicandolo con il dito. Ora, un buon accento francese prevede innanzitutto una discreta liason tra le parole e, rispettando la zeta aspra tipicamente austro-tedesca, avremmo quindi un certo “Mozarelà”. Il fatto che il vassoio di mozzarelle fosse lungo la traiettoria del suo dito indicante ha fatto il resto. 
Ovviamente, come già specificato, si tratta di una storia di pura fantasia (il termine “mozzarella” ha un’etimologia molto più tecnica), ma questo aneddoto vuole essere una dimostrazione di quanto la storia, la società e – perché no – l’inventiva napoletana fossero fuse con l’estero più illuminato e illuminista. 
C’è stato dunque un tempo in cui Napoli prosperava rigogliosa tra arte, raffinatezze e mozzarelle. Ma c’è stato anche il momento, poco tempo dopo, in cui ha intrapreso una sorta di declino del quale oggi ci godiamo il ristagno (difensori indefessi della città si mettano il cuore in pace: le cose stanno così). Ma ciò su cui vorrei soffermare l’attenzione è la spinta propulsiva che in passato ha mantenuto anche (e soprattutto) durante l’affondamento. Siamo nel 1869, qualche anno dopo l’ingresso di Garibaldi nella città, e una manciata d’anni prima che Matilde Serao scrivesse “il ventre di Napoli”. La città sta diventando lentamente quel crogiolo grumoso di case, persone e problemi che da lì a cent’anni darà da parlare a politicanti, uomini di Stato, scribacchini improvvisatisi giornalisti e speculatori. 
Ciononostante, e anzi grazie ai sempre più incalzanti problemi sociali, la parte intellettuale della città trova la forza di lanciare un segnale non indifferente al resto d’Italia e in particolare al Vaticano, che proprio in quell’anno decide di inaugurare il concilio ecumenico Vaticano I. La risposta al richiamo di tanta attenzione sulla Chiesa fu promossa ad opera di Giuseppe Ricciardi che diede vita al cosiddetto “anticoncilio napoletano I”. 
Dati e fattori storici sono a disposizione di tutti in diverse opere editoriali, di cui alcune davvero meritevoli. Non è mia intenzione fornire informazioni già di per sé reperibili; vorrei invece suggerire dei piani interpretativi più concettuali e sicuramente del tutto personali. 
Quanto Ricciardi abbia avuto a che fare con la Massoneria e quanto essa abbia effettivamente influito sul suo progetto, è materia di storiografi ed eventuali revisionisti. Ma è fuor di dubbio che la concezione di questo intento è stata del tutto anticlericale e fondata su criteri di laicità che ritroviamo tra i primordiali intenti delle logge dell’epoca. Così come è pur vero che la Massoneria di allora aveva un volto – e una forma – diversi da quella di oggi. Era, quella, un’ispirazione che traeva origine da massimi sistemi. Non si dimentichi che siamo pur sempre nel secolo delle grandi ideologie: socialismo e anarchia marciavano forti sotto l’egida di Marx, Proudhon e Bakunin. Quest’ultimo in persona aveva postulato l’esistenza di una Massoneria ispirata a un radicale umanesimo ateo. Va ricordata inoltre una lunga deriva illuminista mai sufficientemente arginata dal Romanticismo. 
La ricerca di uno stato (e Stato) di cose migliore, la natura laica dell’uomo e del suo cervello, la marcia verso il progresso, l’armonioso ordine della democrazia ateniese rivissuto in un simile intellettualismo moderno spietato e mistico al tempo stesso: sono questi i fondamenti che accomunano i grandi movimenti sociali del tempo con la Massoneria di allora. E questa comunione dava forza e soprattutto idee e risposte a quanti già sentivano gli scricchiolii di una realtà cedevole. 
Non è poi da sottovalutare quanto Ricciardi scriveva in merito affermando che “Noi siamo, e noi soli, i veri discepoli del vostro Gesù, noi che ci studiamo di combattere senza posa la povertà e l’ignoranza”. Un messaggio questo che sicuramente divide molte opinioni (ricordiamo che non a caso l’anticoncilio fu un’esperienza dalla quale molti massoni stessi presero le distanze). Ma tuttavia, abbracciando l’impronta positiva e positivista delle affermazioni di Ricciardi, a me pare di poter leggere, attraverso la lente della storiografia, una sorta di impulso primo votato ad assicurare le verità fondamentali che caratterizzerebbero il vivere civile di ogni uomo. Sembra quasi, in tali parole, di sentire l’eco di quel De Andrè che reduce da anni di convinta anarchia ideologica, identifica i principi basilari della libertà dell’individuo con quelli annunciati dal Gesù uomo e non figlio di Dio, il Gesù “primo vero rivoluzionario della storia”. Basta poi leggere l’opuscolo dell’epoca La frammassoneria in dieci domande ad istruzione del popolo per ritrovare la possibile costituzione di una città che, nel suo evidente idealismo quasi sfrenato, viene a porsi a metà tra la Nephelococcygia di Aristofane e l’Utopia di Moro. 
E’ dunque nel novero di grandi verità – e grandi obiettivi – che quella Massoneria andava ad inserirsi, formando così un solco che ha senza dubbio suggerito la crescita storica (per non dire i primi vagiti) dell’Italia. Una Massoneria forse non così tanto Massoneria, per vari aspetti certamente diversa. Ma rimanendo tuttavia l’interessante testimonianza di una certa comunione di intenti, di linee culturali che per un dato momento e precisi scopi hanno vibrato quasi all’unisono. 
Tutto questo animava lo spirito che ha originato l’anticoncilio napoletano. E’ di un forte simbolismo il fatto che una città come Napoli, che possiamo immaginare quasi memore e fiera delle sue glorie settecentesche, abbia ospitato tra le sue mura un progetto ambizioso e sfaccettato come quello del Ricciardi. Così come tale progetto ebbe il saluto di fratelli quali Victor Hugo. C’è da chiedersi quanto sarebbe possibile e quanto bene apporterebbe risentire nella città di oggi lo stesso impulso intellettuale, benefico e vivificante. 
Mi rendo conto che è un argomento talmente vasto che per trattarlo con la dovuta serietà non basterebbe un semplice articolo. Ma, come lasciavo intendere prima, non è mia intenzione farlo. Volevo semplicemente cogliere il buono che questa Storia può insegnare a noi che ne viviamo un’altra. Ed è pur giusto ricordare fatti e persone che non hanno precisamente cavalcato gli eventi come altri, ma non per questo debbano essere ignorati quali possibili modelli per ciò che ci accingiamo a vivere.

Fonte: Danilo D'Acunto

venerdì 8 giugno 2012

Ritrovato antico Rituale di Iniziazione.

I nostri studi sulla Massoneria del Sud Italia del ‘700 ci hanno condotti alla scoperta di un interessante Rituale di Iniziazione adottato in una Loggia calabrese, con ogni probabilità successivamente anche utilizzato in una Loggia della città di Napoli. Il Rituale fù approntato da Giuseppe Lagoteta (nato a Reggio Calabria nel 1758, morto a Napoli nell’ottobre del 1799). Il Rituale a cui era sottoposto il neofita, era un Rituale breve e soprattutto “pratico” e ciò, a nostro avviso, perché non esisteva un Tempio. Eccone un brevissima descrizione da documenti dell’epoca (documento del Morosini): “Il neofita viene introdotto da chi lo ha catechizzato in una camera, qui passa in un'altra stanza che ha la porta chiusa, si bissa tre volte e alla terza una voce autorevole chiede, chi è? Il neofita risponde: è un pagano che vuole acquisire la libertà; se vuole la libertà gli si risponde deve rinunziare alla sua legge (contrariamente a quanto si chiede oggi). A questo punto fa il giuramento della segretezza e di rinuncia alla sua legge. La porta si apre e il neofita trova chi l’abbraccia e gli fa indossare una cappa. Accompagnato da più Fratelli bussa ad un'altra porta. Gli si domanda: chi osa tra noi mischiarsi? Costui è un nemico. Lo era, gli si risponde e il neofita aggiunge: grandemente desidero entrare nella vostra congrega per acquistare la libertà, e vendicare il sangue degli innocenti e le oppressioni praticate dai tiranni. Il neofita viene introdotto nella stanza e il Venerabile lo abbraccia e gli chiede di serbare fedelmente quanto i dogmi prescrivono. A completamento della cerimonia il neofita viene introdotto in un cubicolo dove vi è un tavolo, vi sono quattro candele gialle e un teschio entro un bacile d’argento. Qui il neofita ripete il giuramento ad un Fratello con il viso coperto che gli dà tre colpi di compasso ad un braccio per fargli uscire qualche goccia di sangue. Terminata la cerimonia del giuramento si ripetono gli abbracci, prima col Venerabile e poi con gli altri Fratelli, quindi la funzione termina con l’agape fraterna”.

Fonte: Fr.·. Mariano Iodice.·.

lunedì 4 giugno 2012

Italia, 4 Giugno 2012: Lutto Nazionale.

Alle Famiglie delle Vittime colpite dal Terremoto in Emilia, vanno i nostri sentimenti di vivo cordoglio. Con la speranza che la ricostruzione sia rapida e concreta. Invitiamo tutti i Fratelli ad abbrunare le loro Insegne ed inchinare i loro Labari.

F.to Il Curatore, Vincenzo Rizzuto

sabato 2 giugno 2012

2 GIUGNO 2012: CARA REPUBBLICA TI SCRIVO...


Cara Repubblica, oggi è la Tua festa: e siamo orgogliosi - noi Figli dell'Italia - di renderTi onore.
Siamo preoccupati nel vedere qualche lacrima che bagna il Tuo ciglio, e ancor più siamo preoccupati nel
vederTi emaciata e triste: non Ti abbattere!
Gli Italiani, i Tuoi Figli, Ti vogliono bene e nel Tricolore vedono gli splendenti colori di una rinascita; non Ti
preoccupare, essi sapranno sbaragliare gli anti-italiani e cacciare i parassiti che suggono la Tua linfa vitale.

UNITA', SOLIDARIETA', IMPEGNO COMUNE

sono oggi il nostro motto, riscoprendo il valore e la grande forza del "fare gruppo" dello "stare insieme" per meglio difendersi, superare le difficoltà ed operare.
Solo condividendo e facendo proprio questo motto, ogni Italiano saprà dare maggiore valore alla propria presenza sociale, tenendo a bada gli spettri e gli spauracchi che abili mestieranti tentano di frapporre tra lui e la Verità.
Cara Repubblica, Cara Italia, coraggio: Ti sottrarremo all'abbraccio mortale dei troppi che dicono di volerTi salvare ma che altro non fanno che creare ed alimentare divisioni e partiti per alimentare solo la propria smania di protagonismo e la ricerca - neanche sottaciuta - di vantaggi personali.
Cara Repubblica, Cara Italia: desideravo scriverTi del mio orgoglio di essere Italiano, ma appena ho ascoltato le parole - dignitose e profonde oltre ogni dire - scritte dal marò Massimiliano Latorre, anche interpretando il sentire del proprio commilitone Salvatore, ho capito che non sarebbero state alla loro altezza.
Parole scritte da un'ingiusta prigionia e colme di un Amor Patrio esemplare ed encomiabile: parole che devono costituire un'esortazione imperiosa per noi tutti.
Inutile piangersi addosso, occorre guardare avanti: rimbocchiamoci le maniche e accettiamo con animo lieto qualunque lavoro ci si possa prospettare; la dignità del lavoro sta nello stato d'animo con il quale lo si affronta piuttosto che non nel solo "tipo" di lavoro.
Basta con le parole dunque e con lo sterile dibattito: siamo pronti a dare noi stessi: per l'Italia, per le nostre Famiglie, per i nostri Figli.
Che qualcuno ci dica senza ulteriori indugi cosa fare e dove farlo, seguendo alfine un progetto chiaro, definito e condiviso, che non conosca tentennamenti!
AmarTi, cara Repubblica, vuol dire renderTi onore: e renderTi onore vuol dire sì rispettare le Istituzioni che - liberamente e democraticamente - Ti rappresentano, ma soprattutto vuol dire rispettare il sangue versato e le vite immolate dagli Italiani morti per Te, Italia nostra.
Che nessuno possa pensare che questo sangue sia stato versato invano, ché tradiremmo la memoria di questi nostri Martiri!
Viva l'Italia! Viva la Repubblica!
Che Iddio ci assista e guidi le nostre menti e le nostre azioni!

Roma, 2 Giugno 2012                         Giuseppe Bellantonio

venerdì 1 giugno 2012

Roma 14 giugno 2012: La Porta Magica di Roma e i Rosacroce


Fonte: GOI

LIBERTA', UGUAGLIANZA, FRATELLANZA

"Voglia di Tenerezza" di Teresa Palombini
"Le belle parole: LIBERTA', UGUAGLIANZA, FRATELLANZA, spesso pronunciate e meno spesso applicate. E’ bello riempirsene la bocca, scriverlo sulle bandiere, ma come sempre, come in tutte le cose, bisogna poi passare al momento pratico dell’applicazione. Come si applicano nella realtà questi concetti? Penso che un termine li contenga tutti: la SOLIDARIETA'. Solidarietà vuol dire disponibilità all’ascolto di chi è stato importante, di chi ha svolto i suoi compiti con dedizione,  di chi ha o potrebbe avere problemi di solitudine intesi nei modi più svariati. Solidarietà vuol dire proteggere la Libertà degli Individui, fare in modo che tutti possano esercitare i propri diritti, di qualsiasi colore, di qualsiasi religione, di qualsiasi credo politico o non politico siano. La tua Libertà non deve ledere la mia. E’ vero, ma è anche vero che devo dare la possibilità a te, come diceva Voltaire, di esercitarla anche se non coincide con le mie idee. Solidarietà è sacrificio. Le belle parole non sono soltanto bandiere. Essere solidali vuol dire prendersi cura, accettare il confronto, perdere del tempo per gli altri. L’uomo egoisticamente è portato ad accumulare per sé e a non occuparsi di altro, di quello che è scomodo, di come vive il prossimo. La Fratellanza dovrebbe insegnare almeno questo. Non aspettare che tuo Fratello ti cerchi, ti chiami, chieda il tuo aiuto. E se te lo chiede non far finta di non aver sentito oppure non liquidarlo con un ‘vedremo cosa si può fare’. Fai – altrimenti che Fratellanza è? Uguaglianza: tutti uguali, ma ognuno nei propri gradi e nelle proprie qualità. Nei propri livelli di conquiste sociali, di posizione sociale, economica, spirituale. Perché tutti siano uguali a volte bisogna scendere qualche scalino, a volte bisogna lasciare che qualcun altro ne salga."
 
Fonte: Claudio Nobbio