venerdì 8 giugno 2012

Ritrovato antico Rituale di Iniziazione.

I nostri studi sulla Massoneria del Sud Italia del ‘700 ci hanno condotti alla scoperta di un interessante Rituale di Iniziazione adottato in una Loggia calabrese, con ogni probabilità successivamente anche utilizzato in una Loggia della città di Napoli. Il Rituale fù approntato da Giuseppe Lagoteta (nato a Reggio Calabria nel 1758, morto a Napoli nell’ottobre del 1799). Il Rituale a cui era sottoposto il neofita, era un Rituale breve e soprattutto “pratico” e ciò, a nostro avviso, perché non esisteva un Tempio. Eccone un brevissima descrizione da documenti dell’epoca (documento del Morosini): “Il neofita viene introdotto da chi lo ha catechizzato in una camera, qui passa in un'altra stanza che ha la porta chiusa, si bissa tre volte e alla terza una voce autorevole chiede, chi è? Il neofita risponde: è un pagano che vuole acquisire la libertà; se vuole la libertà gli si risponde deve rinunziare alla sua legge (contrariamente a quanto si chiede oggi). A questo punto fa il giuramento della segretezza e di rinuncia alla sua legge. La porta si apre e il neofita trova chi l’abbraccia e gli fa indossare una cappa. Accompagnato da più Fratelli bussa ad un'altra porta. Gli si domanda: chi osa tra noi mischiarsi? Costui è un nemico. Lo era, gli si risponde e il neofita aggiunge: grandemente desidero entrare nella vostra congrega per acquistare la libertà, e vendicare il sangue degli innocenti e le oppressioni praticate dai tiranni. Il neofita viene introdotto nella stanza e il Venerabile lo abbraccia e gli chiede di serbare fedelmente quanto i dogmi prescrivono. A completamento della cerimonia il neofita viene introdotto in un cubicolo dove vi è un tavolo, vi sono quattro candele gialle e un teschio entro un bacile d’argento. Qui il neofita ripete il giuramento ad un Fratello con il viso coperto che gli dà tre colpi di compasso ad un braccio per fargli uscire qualche goccia di sangue. Terminata la cerimonia del giuramento si ripetono gli abbracci, prima col Venerabile e poi con gli altri Fratelli, quindi la funzione termina con l’agape fraterna”.

Fonte: Fr.·. Mariano Iodice.·.