lunedì 4 novembre 2013

In movimento, tra Tradizione e rinnovamento. La Comunione di Piazza del Gesù si rinnova partendo da... Piazza del Gesù.


Comunione di Piazza del Gesù

         Dopo una fitta serie di contatti, il continuo vaglio di ogni possibile percorso e la ricerca di formulazioni adeguate quanto innovative, gli Illustri Fratelli che maggiormente hanno rappresentato la Comunione di Piazza del Gesù negli ultimi tre lustri hanno terminato l'elaborazione dei dati complessivamente proposti dalla condizione della Massoneria in Italia e dal contesto storico e sociale in cui essa opera.

          Si è deciso di rinnovare la charta costitutivo-statutaria così da adeguarla alle sollecitazioni poste da un lato dal rispetto dell'ortodossia originata dalle proprie tradizioni – in ambito storico, di cultura esoterico-iniziatica, di qualità nella presenza -, dall'altro da una Società il cui tessuto è in continua trasformazione: una trasformazione contraddistinta da un dinamiche molto rapide, all'apparenza disomogenea e irrazionale, spesso al limite del caotico, in cui il ruolo della Massoneria – pur presente nella Società – appare di minor spessore qualitativo che non nel passato.

         Se è vero che le persone che compongono i diversi contesto sociali nel Mondo sono frastornate da accadimenti repentini e spesso di segno contraddittorio – troppo spesso, ahimè, soggetti al peso di guerre, integralismi, contrasti armati -, è  vero che è sempre più ampia la domanda di forme aggregative che siano scevre da esasperazioni di parte e che siano contraddistinte tanto dalla valorizzazione delle qualità personali che dalla ricerca dei sostanziali equilibri riposti nei valori dello spirito.   Quest'ultimo termine, ovviamente, senza entrare nel merito di quei valori che, strettamente correlati alla spiritualità ovvero ai valori personali dell'animo, competono all'intangibile sfera individuale degli interessi religiosi.

         Ecco allora che, nel nostro modesto contesto, è sorto il desiderio di offrire un rinnovato e palese contributo affinché i valori migliori e più qualificanti dell'Uomo abbiano a prevalere su tutto ciò che, invece, tende a mortificarlo, appiattirlo su posizioni di massa tali da poterne persino menomare le libertà essenziali e persino fondanti.

         Lo strumento che si è ritenuto più idoneo è stato individuato nel sostenere un contributo incondizionato affinché si pervenga ad una considerazione – e quindi immagine, tanto sotto il profilo qualitativo che sostanziale – della Massoneria in Italia, e dei Massoni, profondamente diversa da quella che attualmente sembra essersi sedimentata in  parte dell'opinione pubblica.   Forse a causa della scarsa capacità di taluni contesti massonici di svolgere un ruolo improntato – in modo chiaro e trasparente - a dare disinteressato contributo alla collettività; forse per una diffusa non-conoscenza di 'cosa' sia effettivamente oggi la Massoneria e 'quale' possa essere (oggi, XXI°secolo) il suo bagaglio ed il suo ruolo, tanto sotto il profilo storico che sociale e culturale; fors'anche per responsabilità di controparti 'interessate', per i più svariati motivi, a darne un'immagine distorta ed inattuale: persino conflittuale con la quotidianità della vita ovvero con l'interesse della comunità!

         Ecco quindi perchè si intende guardare alle esperienze del passato, a quelle Tradizioni di molto antecedenti il XVIII° secolo – data in cui non è certo nata la Massoneria (o Libera Muratorìa che dir si voglia), bensì quella 'Massoneria moderna'  ben diversa dall'altra – prediligendo gli approfondimenti filosofici ed esoterici; lo studio corretto della storiografia; i richiami del simbolismo; i rapporti con altre componenti anche non iniziatiche sotto il profilo degli studi, del confronto e della dialettica.  Solo così, a nostro avviso, possono essere individuate le giuste 'chiavi di lettura' di ogni fenomeno che la vita ci pone, e solo così si può assumere un ruolo affatto sostitutivo, bensì indicativo e di supporto alle conoscenze altrui per una migliore comprensione dei fenomeni stessi.

         Tradizione, sì: ma non per rimanere sempre girati con la testa indietro, ad ammirarne le testimonianze; peggio ancora sarebbe poi cercare di adoperare le Tradizioni, le cognizioni originate dalle scienze sapienziali, per costruire una qualche forma di 'presente' (sarebbe sempre una costruzione 'nuova' con mattoni vecchi: quindi, un qualcosa di rinnovato, di ri-proposto, ma non di letteralmente 'nuovo'). Ebbene, a nostro avviso, la Tradizione dev'essere vissuta sì come una  corretta relazione con il passato e con i ricordi – dai quale se ne devono trarre i migliori insegnamenti e gli aspetti più qualificati e qualificanti -, ma deve essere vissuta come un'opportunità, uno stimolo che ci induca a maturare tanto sul piano emotivo che su quello più pragmatico, meno sottile.  Tradizione per guardare avanti; Tradizione per meglio comprendere i fenomeni che il quotidiano ci porge, per farne strumento di quell'opera di edificazione che ci conduce al futuro (in un certo senso: il presente quale porta aperta sul futuro); Tradizione quale corretto 'alimento' per i nostri studi, per la nostra attività speculativa, per la nostra crescita interiore e non, ma la nostra presenza dev'essere improntata al 'gusto'.

         Il 'gusto'  per assaporare il piacere di quella sfida continua che è la nostra crescita interiore (per intenderci: quella rivolta all'abbandono dell' 'io', per raggiungere la consapevolezza del 'se': lo specchio della propria anima); per meglio vivere il nostro ruolo nella società e l'intensità del nostro contributo alla stessa;  per  trarre beneficio dalla possibilità di elaborare, progettare, discutere, programmare, innovare e – alfine – per raggiungere il giusto traguardo. 

         Quello di poter capitalizzare il tutto, applicando nella pratica del quotidiano le speculazioni del nostro intelletto.  Seguendo, però, un approccio ed una prospettiva e del tutto diversi che nel passato: l'ottica sarà quella prospettata dalla c.d. “Massoneria delle Antiche Pietre”, mentre la prospettiva ha come background il ricondursi a quello spirito cavalleresco tipicamente Templare; quello dei Guardiani della Soglia, quello – soprattutto – dei protettori del Sepolcro di Gesù Cristo, a Gerusalemme.

         Il rispetto alla Tradizione ci porta a tornare a Piazza del Gesù, 47: per riaffermare, anzi sottolineare, un ruolo mai abbandonato; il ricollocare una bandiera su un luogo che, al di là di essere un banale toponimo, è una voce importante – anzi unica – nella storiografia massonica nazionale come pure in quella internazionale.   Ma ci intendiamo 'in movimento', per cui ogni sosta è breve: non un traguardo, bensì una serie di tappe verso un 'unico traguardo'. Certamente non vicino, ma raggiungibile.

         Difatti: può essere la reale consistenza, la qualità di una Famiglia parametrabile solo al luogo dove essa ha sede? Se pronunciassimo un 'sì' senza riserve, vorrebbe dire che quanto abbiamo tracciato poco sopra è stato solo un esercizio di sterile retorica.  Proferire un 'sì', in questo caso, ha un valore solo limitato al sanare una situazione in sospeso dal lontano 1973: circa la quale chi ha un minimo di preparazione storica, già sa.   Ma una volta che si sarà consumato quest'atto di 'liberazione' da quel ricordo per noi funesto, dovremo guardare fermissimamente solo ed esclusivamente davanti a noi: ricchi dei nostri ricordi, ma non più schiavi di essi.   La nostra vocazione è 'costruire', e il 'costruire' è un'attività dinamica, forse lenta ma affatto statica: la nostra missione, su questo percorso, d'ora in poi si potrà sintetizzare come “in movimento, per costruire: insieme”.

         Al di là di ogni parola, attraverso questo scritto, intendiamo già offrire uno spaccato preliminare degli aspetti a nostro avviso più qualificanti ovvero delle variazioni proposte non solo dalla rinnovata  charta costitutivo-statutaria, ma anche da quel Regolamento interno che per noi è ormai la Regola: equilibrata serie di direttive interne che, mai smarrendo il contatto con la nostra Tradizione, hanno anche lo scopo di far conoscere nel modo migliore – specie ai neofiti: ma, considerando il carattere di pubblicità del nostro agire, anche ai profani – la nostra storia e le nostre migliori caratteristiche.   E' utile precisare in questa sede – specie per chi ci legge forse per la prima volta - che i nostri elaborati, ogni nostro documento, non sono mai un copia-e-incolla di scritti pregressi, bensì il frutto originale del nostro pensiero.

         Con animo fraterno, un cordiale saluto, invitando a proseguire la lettura collegandosi al link  http://comunionedipiazzadelgesu.blogspot.it .

Roma, 10 Ottobre 2013                                                             
                                                                                              
Giuseppe Bellantonio

Presidente designato
dell'Ass.ne 'Comunione di Piazza del Gesù'



Fonte: Fr.·. Giuseppe Bellantonio, Comunione di Piazza del Gesù