lunedì 27 gennaio 2014

Gli studenti del Liceo Einstein a lezione nel Tempio Massonico a Torino

Mercoledì 29 gennaio due classi del liceo scientifico Einstein di Torino, accompagnate dai loro docenti e dal Preside, parteciperanno a una lezione sulla storia della Massoneria tenuta dal prof. Marco Novarino, docente di storia contemporanea dell'ateneo torinese, nel Tempio grande della Casa massonica del Grande Oriente d'Italia. L'iniziativa voluta dal Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili del Piemonte e della Valle d'Aosta e dal Consiglio torinese dei Maestri Venerabili, in collaborazione con il Centro di Ricerche Storiche sulla Libera-Muratoria (CRSL-M), rientra in un ormai consolidato rapporto instaurato dalla Massoneria torinese con il mondo della scuola con il fine di trasmettere alle nuove generazioni una corretta informazione sulla storia della Massoneria, coinvolgendo storici e studiosi con particolare competenza sulla materia. Analoghe esperienze avvenute negli anni scorsi a Torino e Torre Pellice hanno dimostrato che esiste molta curiosità e interesse sull'Istituzione Massonica tanto che alcuni studenti successivamente si sono poi rivolti al CRSL-M per portare avanti delle ricerche e tesi. Accoglierà gli studenti il presidente del Consiglio torinese, Daniele Lanzavecchia.


Fonte: GOI

Durazzo Pallavicini, una villa tra Massoneria e cantieri


Genova - «Ogni angolo, ogni scultura ha un doppio valore, un sottotesto, doppio, triplo significato. Alla luce del sole per tutti i visitatori c'è la bellezza di questa villa. Ma dietro ogni scelta, anche solo nel percorso, c'è un ambito nascosto, legato alla massoneria di metà Ottocento». Così Fabio Calvi, presidente dell'associazione “Amici di Villa Durazzo Pallavicini” a Pegli, guida un gruppo di venticinque visitatori in giro tra obelischi, templi e grotte segrete.
Anche oggi sono tanti, caschi in testa e tablet in mano, i genovesi e i “foresti” venuti a vedere la villa, chiusa per lavori di restauro da settembre. «Vengo da Torino. In realtà non sapevo nemmeno dell'esistenza di questa villa. Ma questa lettura massonica mi appassiona. E poi è anche un'occasione per visitarla e non farla morire», ricorda dietro gli occhiali da sole uno dei visitatori, Paolo Comandone.
E proprio il rischio di vedere un patrimonio di Pegli abbandonato ha spinto l'associazione, in accordo con il Comune, ad organizzare le visite “esoteriche” dentro la villa. Dieci euro ciascuno per un massimo di 25 persone, un week-end al mese, (prossimi appuntamenti il 22 febbraio e il 29 marzo) con cui gli organizzatori contano di raccogliere circa 5mila euro da destinare all'allestimento floreale di uno dei gioielli della villa, il Tempio di Flora. In attesa di conoscere i tempi di conclusione dei lavori.
«Nei giorni scorsi abbiamo invitato il sindaco. Vorremmo fargli vedere la villa e fargli capire la necessità di decidere subito della gestione, altrimenti i tanti investimenti rischiano di perdersi», ripete Fabio Calvi. «Noi saremmo anche pronti a costituirci in Fondazione, con un nostro capitale, ma servono almeno 700mila euro l'anno per mandare avanti una villa del genere. E da soli non potremmo mai permetterceli».
Fonte: Il Secolo XIX

Shoah, 27 gennaio Giornata della Memoria. Il Gran Maestro Raffi, il negazionismo va contrastato con forza. Vergognoso l'episodio di Roma

"E' di tutti la memoria di ogni conquista di respiro universale, di ogni trionfo, di ogni testimonianza degna di essere ascoltata. Ma deve essere di tutti anche la memoria di ogni grande tragedia dell'umanità, di ogni grande dolore, di ogni grande male. E l'Olocausto fu un male più grande di ogni altro. Di fronte a quella esperienza estrema per il genere umano, a quella discesa agli inferi ricordare è un dovere". Lo sottolinea il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi, alla vigilia delle manifestazioni che si tengono in tutt'Italia in coincidenza con il 27 gennaio, data in cui nel 1945 vennero abbattuti i cancelli di Auschwitz, scelta simbolicamente per commemorare le vittime della Shoah e delle leggi razziali che in Italia, durante il fascismo, entrarono in vigore nel 1938. "Nel nostro paese 23.826 persone tra uomini, donne e bambini, vennero deportati nei lager nazisti per motivi politici. Del totale 10.129 non tornarono. A loro va il nostro pensiero", ha aggiunto Raffi condannando il vile episodio verificatosi a Roma, dove tre pacchi con dentro altrettante teste di maiale sono stati inviati alla Sinagoga, all'ambasciata israeliana e al museo della Storia di Trastevere e invitando "a non abbassare mai la guardia e a usare come antidoto all'intolleranza e all'odio nei confronti dell'altro il dialogo, la cultura, la conoscenza del passato". "Ci deve essere una sorta di Patto della memoria tra le generazioni affinché non vada mai perduto il ricordo della più atroce delle tragedie dell'umanità. Ma è necessario anche contrastare ogni tentativo negazionista e farlo con tutte le forze e con tutti i mezzi", ha spiegato facendo riferimento alla decisione quadro europea del 2008, la 913, che "combatte le forme e le espressioni di razzismo e xenofobia, e che nell'art. 1 chiede agli Stati Europei di intervenire contro l'apologia e la negazione dei crimini contro l'umanità".

Leggi: Per non dimenticare di Nedo Fiano

Fonte:GOI

venerdì 24 gennaio 2014

Conferenza "I Fedeli d'Amore" - Firenze, 25 gennaio 2014


Sabato, 25 gennaio 2014 alle ore 17,30 nella sede della GLMFI
a Firenze, in Via Giacomini, 26
Si terrà la Conferenza organizzata dalle Rispettabili Logge
ESPERIA Or.·. Arezzo - LA CONCORDIA Or.·. Prato
LA MELAGRANA O.·. Firenze - HYPATIA Or.·. Livorno

I FEDELI D'AMORE

Relatore : DR. GILIANO SISTINI

Seguirà rinfresco offerto dalle Sorelle delle Logge organizzatrici

Fonte: GLMFI

lunedì 13 gennaio 2014

A Perugia il primo Maestro Venerabile di colore del Grande Oriente d'Italia. Paul Dongmeza.


Roma, 12 gen. (Adnkronos) - "Paul Dongmeza entrerà nella storia del Grande Oriente d'Italia come il primo Maestro Venerabile di colore". E' quanto si legge su www.grandeoriente.it, il sito della Massoneria di Palazzo Giustiniani, dove si spiega: "Alla cerimonia del suo insediamento alla guida della Loggia Enzo Paolo Tiberi (1325) di Perugia che si terrà il 30 gennaio e alla quale è prevista la partecipazione di numerosi Liberi Muratori provenienti da varie regioni d'Italia, è stato invitato anche il Gran Maestro, Gustavo Raffi".
"Sarò davvero onorato se verrà -ha detto Dongmeza in un'intervista che sarà pubblicata sul prossimo numero della rivista 'Erasmo', organo ufficiale del Goi- la sua presenza è importante perché questo evento fa parte integrante della sua eredità, è una testimonianza del suo mandato, il frutto del lavoro che ha svolto in questi anni in nome dell'uomo. E lavorare in nome dell'uomo sarà sempre anche il mio primo obiettivo".
"Arrivato in Italia dal Camerun nel 1982 -spiega ancora il sito del Goi- Dongmeza si è laureato in Economia e Commercio. È presidente della Casa delle Culture Africane dell'Università per stranieri di Perugia e dell'Associazione Umbria Africa, onlus attiva nella promozione dell'inclusione sociale dei migranti e alla quale si deve l'organizzazione di due appuntamenti di grande richiamo nazionale e internazionale: 'La Giornata di memoria e riflessione contro la schiavitù' - all'inaugurazione nel 2007 vi partecipò il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano- e gli Stati Generali dell'Immigrazione".
Fonte: GOI - Libero Quotidiano

Si è spento Arnoldo Foà, la "voce" di Dio.



Raffi, se n'è andato un Massone, un intellettuale straordinario e appassionato.

"Arnoldo Foà amava definirsi semplicemente un pensatore. Ma era molto di più. Era un fratello del Grande Oriente d'Italia, era stato iniziato nel 1947 nella Loggia di Roma Alpi Giulie, un intellettuale straordinario che con la sua passione civile ha dato lustro al nostro paese". Con queste parole il Gran Maestro Gustavo Raffi ha ricordato il grandissimo attore ferrarese, poeta, pittore, scultore e doppiatore, spentosi l'11 gennaio all'età di 97 anni. "Fu lui - ha riferito Raffi - un ebreo, miracolosamente sfuggito alle leggi razziali, ad annunciare l'Armistizio dell'8 settembre del 1943 alla radio degli Alleati. Fu proprio la sua voce. Una voce che poi diventerà inconfondibile per tutti noi fino ad essere identificata con la 'voce di Dio', che doppiò nel colossal 'La Bibbia' di John Huston".

"Foà - ha tenuto a sottolineare il Gran Maestro - da libero pensatore qual era, la massoneria, diceva, è stata parte della mia vita, ha senz'altro contribuito ad arricchire l'Italia, con i personaggi che ha scelto di portare in scena, con i suoi versi, le sue opere, le emozioni che è riuscito a trasmetterci attraverso un'interpretazione sobria e asciutta. Sono indimenticabili alcuni dei suoi recital, come quello con Milva dedicato a 'Canti e poesie della Libertà'".

L'attore ferrarese è stato una delle figure più poliedriche e complesse dello scenario culturale ed artistico dell'ultimo secolo; secolo che Foà ha letteralmente vissuto per intero, essendo nato a Ferrara da una famiglia ebraica agli albori del Novecento (per l'esattezza nel 1916).

Attore di teatro e di cinema, doppiatore, protagonista di grandi sceneggiati televisivi, poeta, scultore, pittore: Arnoldo Foà è stato tutto questo. Ed è stato anche un fratello massone, iniziato nel 1947 in una loggia romana; esponente di quella schiera di personaggi dello spettacolo - come il bolognese Gino Cervi, o il partenopeo De Curtis (Totò), o il romano Alighiero Noschese, e tanti altri - che avevano cercato e trovato proprio nella massoneria una propria ancora spirituale ed esistenziale, loro che per il mestiere di attore erano costretti a navigare fra tante vite diverse, entrando ed uscendo da un personaggio all'altro.

Arnoldo Foà aveva anche una voce inconfondibile, che lui stesso ha prestato come doppiatore a moltissimi grandi attori stranieri (Anthony Quinn, Kirk Douglas, John Wayne, Peter Ustinov, Toshiro Mifune…); una voce che in gioventù - durante l'ultima guerra - gli valse anche un avventuroso impiego nella radio installata dagli Alleati a Napoli. Toccò proprio a lui leggere il comunicato dell'Armistizio dell'8 Settembre 1943.

Sui palcoscenici teatrali Arnoldo Foa è stato diretto dai più grandi registi italiani: Visconti, Squarzina, Ronconi, Strehler.

Nel cinema Foa ha recitato in più di 100 pellicole, anche qui con grandi registi, da Blasetti a Scola, passando per Orson Welles (con cui ebbe in realtà un rapporto piuttosto movimentato).

Fonte: GOI

Nuove e importanti sfide ci attendono. Per vincerle dobbiamo investire non in borsa ma sull'uomo

Le nuove generazioni ''guardano con crescente interesse'' al mondo della Massoneria, perché ''distanti e deluse'' da partiti, istituzioni e altre forme di partecipazione e di impegno nella società". Lo scrive nel suo messaggio per il 2014 il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi, sottolineando come questo interesse dei giovani sia "un'opportunità da cogliere''. "Insieme in questi 15 anni - aggiunge - abbiamo realizzato quanto sia importante non restarcene chiusi nelle nostre torri d'avorio, indifferenti a ciò che accade intorno. Abbiamo aperto le nostre porte, siamo usciti allo scoperto abbandonando inutili segretezze e abbiamo cercato di farci capire nelle cose nelle quali anche la società profana ci può capire. E lo abbiamo fatto attraverso il dialogo, talora attraverso l'esempio, la testimonianza, il nostro agire etico. Noi non abbiamo certo verità da imporre, ma un sistema di valori da proporre. La nostra mission è indicare un metodo, una rotta, che è quella della ricerca continua, del confronto incessante, della dialettica. Un metodo che dobbiamo trasmettere senza retorica e con un linguaggio moderno ai giovani, affinché diventino cittadini consapevoli e si sentano sfidati a contribuire in prima persona alla costruzione di un mondo migliore". Raffi invita anche a "puntare al nuovo, al cambiamento", ricordando quel grande "potenziale rivoluzionario che è patrimonio della massoneria''. Ma soprattutto invita ad affrontare e a vincere le tante sfide che ci aspettano fuori dai templi - dall'immigrazione alla disoccupazione, dal disagio sociale alla cultura all'ambiente - investendo, "non in borsa, ma su quello che è il bene più prezioso di cui disponiamo: il nostro essere uomini liberi, fedeli a quel patto che ci rende eccezionali e che ci unisce. Quel patto che discende dall'idea che siamo nati tutti uguali e fratelli, dotati di alcuni inalienabili diritti, come il diritto alla vita, alla libertà appunto, alla felicità. Un patto che è un imperativo categorico che deve trovare in ogni istante la sua concreta aspirazione nella realtà del nostro tempo e ispirare le nostre azioni".
Sul nostro sito www.grandeoriente.it si può leggere il messaggio integrale
Fonte Loggia Heredom 1224

sabato 11 gennaio 2014

“La Massoneria, o è cultura, o non è. Pronti per un confronto aperto su temi della laicità nel solco della Tradizione”

La Massoneria è un’Istituzione di valore di culturale: la nostra funzione riguarda esclusivamente la cultura”.

Sarà su questo principio che Antonio Binni, neo eletto Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia caratterizzerà la sua Maestranza rivendicando con forza l’importanza del pensiero massonico all’interno della cultura europea. “Lavoreremo – sottolinea Binni - occupandoci di temi alti che investono la conoscenza e il sapere: la Massoneria, o è cultura, o non è. Per noi la cultura è quella che desta, stimola, provoca e che, soprattutto, propone valori umani universali e dove insieme alla libertà, all’uguaglianza e alla fratellanza deve esserci la tolleranza, il cardine, in una società multietnica, di una convivenza civilmente armoniosa. Da qui – prosegue il Gran Maestro – la riaffermazione della laicità, intesa come spazio etico nel quale s’incontrano con reciproco rispetto visioni di vita e religioni fra loro diverse: ci impegneremo per portare il confronto su tutti i terreni e con tutti gli interlocutori che vorranno farlo. Sono convinto sia questa la chiave per far conoscere cosa facciamo e chi realmente siamo: uno strumento culturale, fucina di idee e di proposte”.

Apertura, dialogo, una nuova struttura in armonia con i tempi e comunicazione, di un messaggio che – dice il Gran Maestro – deve essere conforme alla Tradizione.

La Tradizione non è nostalgia del passato, né l’eredità nella quale specchiarsi in termini autoreferenziali; per noi la Tradizione è conquista di valori antichi, è una proposta di vita che deve, però, essere storicizzata. Per questo – aggiunge Antonio Binni – è nostro compito potenziare ciò che la Tradizione trasmette, conservandone il cuore valoriale, ma anche arricchendola di contributi originali frutto dei tempi”. Come quello che Antonio Binni definisce irrinunciabile e che deve essere destinato al mondo scolastico, attraverso l’istituzione di borse di studio e il sostegno a favore del reinserimento nella scuola dell’educazione civica. “Se in Francia la Mssoneria ha dato alla politica libertà, uguaglianza, fraternità, in Italia – commenta il Gran Maestro - ha formato i cittadini, entrando nell’insegnamento e sostenendolo con forza. Oggi c’è bisogno di insegnare ai ragazzi, ai nuovi cittadini qualcos’altro: storia, valori, regole, rispetto, diritti e soprattutto doveri di chi “abita” in una società civile e democratica. Per questo ci batteremo affinché l’educazione civica torni a essere materia di insegnamento, contribuendo così a formare cittadini responsabili di uno Stato responsabile”.

Ci sono poi altre questioni che il Gran Maestro ha messo tra le priorità del suo mandato: una legge sull’associazionismo che in Italia non c’è e che – dice – “consentirebbe di distinguere le Obbedienze Massoniche da tutte le altre associazioni che nulla hanno a che vedere con le obbedienze vere”, mentre un’attenzione particolare sarà dedicata a un impegno al quale il Gran Maestro tiene particolarmente, la solidarietà: “Facciamo numerose attività in questo senso, da sempre e con estrema riservatezza. Adesso vogliamo collegarci anche a progetti di volontariato internazionali: la solidarietà è un valore universale che si rivolge a chi ha più bisogno e a coloro che sono stati privati di libertà e di opportunità”.

Azioni propositive, dunque, e confronto sui temi di attualità ma anche su questioni più controverse, come l’evoluzione degli orizzonti politici ed economici e le nuove frontiere della comunicazione; al centro dello studio e della discussione restano i temi spirituali e iniziatici, “da affrontare – rivela il Gran Maestro – in sinergia con sfere culturali, religiose e di pensiero diverse dalla nostra”.

Un percorso all’insegna del dialogo e soprattutto dello studio, che Antonio Binni intende sostenere anche portando a compimento alcune importanti iniziative in virtù dello straordinario patrimonio culturale di proprietà della Gran Loggia d’Italia; tra queste l’apertura al pubblico del Museo Nazionale e dell’Archivio storico centrale insieme all’istituzione di una biblioteca nazionale virtuale da mettere a disposizione di ricercatori e accademici.

Una riflessione a parte il neo eletto Gran Maestro la dedica alla questione del rapporto con la politica. “La Massoneria può occuparsi di politica solo nella sua dimensione iniziatica, come la scienza che studia tutto ciò che attiene alla polis, al collettivo, al rapporto con gli altri con l’obiettivo di suggerire e proporre regole che rivendicano la loro ragione d’essere nei valori irrinunciabili. Siamo molto attenti al dibattito esistente nell’ordinamento giuridico, studiamo le questioni e proponiamo delle soluzioni, ma non entriamo nell’agone politico. Per noi – conclude Antonio Binni - la politica inizia con Platone e prosegue con Spinoza. Sono questi i temi sui quali ci misuriamo”.

Antonio Binni, classe 1937, è avvocato civilista. Laureato con lode in Giurisprudenza all’Università di Bologna, ha perfezionato gli studi presso l’Università di Gottinga e Berlino. A Bologna è titolare di uno degli studi legali più prestigiosi della città, attività che ha deciso di lasciare per dedicarsi esclusivamente all’incarico di Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli A.L.A.M.

Roma, gennaio 2014

Comunicazione a cura dell’Ufficio Stampa della Gran Loggia d’Italia Obbedienza di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi
Tel. 06/68805831 fax 06/6879840 Cell. 3394435068

domenica 5 gennaio 2014

Mu.·.S.·.Ma.·. - Museo di Simbologia Massonica: A me figli della vedova.

           

A me figli della vedova

Il museo è nato per offrire una esposizione a tutto tondo del simbolo principe della Libera Muratoria, il Grembiule ed i suoi accessori come fasce e collari  di pertinenza di vari Ordini, Gradi e Riti massonici, provenienti anche da diverse nazioni.

Ma il nome che è il simbolo stesso del museo era mia intenzione ampliarlo e perfezionarlo con l’esposizione delle Medaglie e Gioielli di Loggia che sono la più bella e perfetta espressione di un gruppo di uomini che creano, fondano e proliferano in  una Loggia Massonica.
E’ per questo che chiedo il vostro aiuto, chi lo desiderasse può inviarmi il simbolo della sua Loggia, allegando una breve storia di quel simbolo, come e quando è nato, chi lo ha designato, un po’ di storia della Loggia ?

Oggi, oltre alla mia personale collezione, sono esposte tutte le medaglie ricevute dal Grande Oriente Svizzero, dalle donazioni dei Fondi Filippo Alfano, Giancarlo Maiani, Giovanni d’Angelo,
ed ultimo una parte della Ditta Natale Salvadori e Figlio di Firenze, storica azienda artigiana produttrice di medaglie e fusioni massoniche.

Tre volte grazie per aiutarmi a cercare di completare o meglio ampliare questa possibilità a favore di  chi visiterà il museo nel futuro, offrendo una panoramica unica in tutta europa.

Con un T.·.F.·.A.·.
Cristiano  Franceschini
Direttore Museo Simbologia Massonica
Via dell’orto 7 – 50124 Firenze

Fonte:  Fr.·. Cristiano Franceschini

mercoledì 1 gennaio 2014

Paulo Coelho – Sono Massone, non seguace New Age.

I libri di Paulo Coelho, al centro di un fenomeno editoriale internazionale che dura da diversi decenni, non propagandano idee della New Age, ma semmai della Massoneria. E’ lo stesso scrittore brasiliano, autore de ”L’Alchimista” e ”Monte Cinque”, editi in Italia da Bompiani, a rivelare di essere da molto tempo un ”iniziato” alla libera muratoria. Di fronte all’osservazione degli intervistatori, Cinzia Lilliu e Roberto Rojas Gomez, che vedono nell”’Alchimista” un romanzo che ”raccoglie lo spirito della massoneria universale”, Coelho precisa: ”Io sono stato massone molto, molto tempo fa e poi, per ragioni che anche a me sono poche chiare, ho seguito un cammino diverso. Questa simbologia che la Massoneria custodisce e utilizza molto bene tramandandola di generazione in generazione, e’ universale”.

Lo scrittore ritiene che i simboli massonici ”piu’ delle teorie e delle ideologie” siano ”l’unico strumento che possediamo per condividere la nostra saggezza ed esperienza con la prossima generazione”. ”I lettori, anche se non riconoscono in modo cosciente questi simboli, li possiedono gia’ nelle loro anime, proprio come l’amore che non e’ cosciente, ma si manifesta. Con cio’ voglio dire che i simboli sono qualcosa che va oltre la comprensione e quando si comunica con un libro simbolico ci si dirige direttamente all’animo del lettore”.

Paulo Coelho, le cui opere hanno venduto complessivamente oltre 21 milioni di copie in 83 paesi del mondo, tradotte in 37 lingue, viene accomunato spesso alle tendenze della New Age. Ma lo scrittore non e’ per niente contento di questo accostamento: ”Non l’accetto perche’ gli spiriti liberi non possono essere catalogati”. L’autore brasiliano precisa di porsi, poi, le stesse domande dei massoni di fronte al mistero della vita, ben sapendo, pero’, che ”al di la’ di ogni cosa il Grande Architetto dell’Universo resta un mistero”.