giovedì 31 dicembre 2015

...Benvenuto 2016.


lunedì 7 dicembre 2015

Il ruolo delle Società Operaie di Mutuo Soccorso. Convegno del Grande Oriente a Sorrento il 12 dicembre

Il ruolo delle Società Operaie di Mutuo Soccorso: è questo il tema del convegno che il Grande Oriente d’Italia terrà il 12 dicembre alle 10,30 nella Sala Consiliare del Comune di Sorrento. Interverrà il Gran Maestro Stefano Bisi. All’evento parteciperanno anche il Gran Tesoriere Giovanni Esposito, il sindaco, avvocato Giuseppe Cuomo, il professore Fedinando Pinto, docente federiciano di diritto amministrativo e consigliere del Pd. Nate intorno alla metà dell’Ottocento con lo scopo di colmare le carenze delle stato sociale, le Soms si fondavano sulla mutualità e sulla solidarietà tra i lavoratori e prevedevano la costituzione di un fondo autonomo nel quale confluivano contributi obbligatori che venivano distribuiti in ripartizione per malattie, sussidi di invalidità e di vecchiaia. Molte di queste società introdussero anche servizi come scuole domenicali e serali e sostegno in caso di infermità. Successivamente venne introdotta anche la possibilità di accedere a prestiti in caso di necessità e di poter acquistare prodotti di prima necessità a prezzo di costo, con un’ unica condizione che era quella di versare una quota del proprio salario. Le Soms vennero sciolte dal fascismo e ricostituite con altre finalità negli Anni Cinquanta.

Fonte: GOI

sabato 5 dicembre 2015

Gioacchino da Fiore. Esempio affascinante per la Massoneria


COSENZA - (Comunicato stampa) “Gioacchino ci piace perché si muove nell'ambito di un sogno, un mondo nuovo dove tutti sono Fratelli perché figli di un unico principio. L'auspicio profondo che ci anima è che ci unisca l’amore”. Così il Sovrano Gran commendatore Gran Maestro Antonio Binni ha aperto il convegno che la Gran Loggia d'Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori ha organizzato a Cosenza sulla figura di Gioacchino da Fiore e il suo pensiero nella cultura massonica europea. “L’abate di spirito profetico dotato -ha spiegato Binni- è stato un grande esegeta della simbologia e la Massoneria fa uso della simbologia. Se la parola può separare, il simbolo invece congiunge”.
Il convegno è stato introdotto dal Gran Maestro Aggiunto Enzo Romano, il quale ha posto l'accento sulla visione di Gioacchino dell’età dello Spirito, utopia alla quale i Massoni guardano con interesse, e preceduto da un minuto di silenzio che il Delegato magistrale per la Calabria, Davide Tarsitano, ha voluto tributare “alle vittime degli attentati di Parigi e di tutte le ideologie sbagliate e malate”. Tarsitano ha sottolineato l’apertura della Gran Loggia d’Italia alla società civile e i valori di tolleranza e dialogo di cui la Massoneria è portatrice: “Dopo il tumulto delle passioni che ci ha animato dopo gli ultimi accadimenti in Francia è nostro dovere fermarci a ragionare, dobbiamo cercare ciò che unisce e non ciò che divide”.
A entrare nel vivo del tema del convegno è stato il prof. Pietro De Leo, già ordinario di storia medievale dell’Università della Calabria, il quale ha sottolineato come Gioacchino da Fiore sia una figura che ha interessato credenti e non credenti per molti secoli. “E’ stato un poeta frainteso (di lui si è arrivati alla definizione di profeta) oppure uno sconfitto della Chiesa, visto che la nuova Età, con l’avvento di una nuova società, tarda ad arrivare?”, è la domanda posta dall’accademico. Non è certamente un caso che il cardinale Henri De Lubac abbia sostenuto che il pensiero di Gioacchino da Fiore fosse al di sopra di tutte le religioni e nella sua apertura al dialogo è compresa anche la Massoneria.
Appassionato l’intervento del presidente del Centro studi gioachimiti Riccardo Giuseppe Succurro e l’illustrazione del Liber Figurarum, celebre opera con la quale l’abate florense spiegava concetti teologici complessi. Uno dei meriti di Gioacchino da Fiore è “avere rotto l’ansia cupa dell’attesa della fine del mondo che imperava nel medioevo, lui libera gli uomini dal terrore della storia. Gioacchino rimette al centro Cristo ma nella sua concezione il tempo rifiorisce, ringiovanisce, non si consuma come nel medioevo nell’attesa della seconda venuta”. L’operazione straordinaria del fine teologo è la concezione trinitaria della storia: “In ogni momento c’è un presente che si interseca con il passato e ha già l’anticipazione del futuro”. Gioacchino da Fiore, ha concluso Succurro, è una figura sempre attuale perché “in un momento di crisi ideologica emerge il bisogno di cercare un senso della storia e contemporaneamente Gioacchino caratterizza le coscienze”.
Il professore Alfredo Prisco, saggista, ha intrattenuto il pubblico sulla numerologia gioachimita che trova molti punti di contatto con la Massoneria. A partire dai numeri tre, cinque e sette che nella concezione gioachimita corrispondono rispettivamente alle proprietà delle persone, alle relazioni e ai modi con cui Dio viene espresso mentre dall’altro lato sono numeri simbolici anche per la Massoneria. Notevoli sono le corrispondenze dell’Abbazia florense con la proporzione aurea, la figura del pentagono perfetto, i numeri tre e quattro che simboleggiano il passaggio dalla materialità alla metafisica.
Il S.G.C.G.M. Antonio Binni ha concluso i lavori del convegno rilevando come il dovere per il Massone non è un imperativo ma un richiamo della Coscienza. Il concetto dell’incommensurabilità di Dio, o Grande Architetto, “si ritrova nelle parole, nei simboli, nelle pietre, in ognuno di noi. Ecco perché siamo pungenti nei confronti delle religioni, per noi il sacro è mistero, non si può conoscere se non si conosce il tutto e solo con la conoscenza del tutto si arriva alla verità”.
“I profeti autentici –ha affermato ancora- sono quelli che pensano al futuro e lavorano per il futuro, si pongono il problema del tempo. Per la Massoneria il tempo è circolare, siamo gioachimiti perché il presente ha già un contatto col futuro come ce l’ha col passato. Noi abbiamo il senso della storia perché siamo contemporaneamente testimoni e costruttori. Siamo testimoni perché vogliamo portare nella storia i valori eterni e vogliamo essere anche costruttori, costruttori di ponti”. Antonio Binni ha sottolineato: “Noi Massoni siamo persone limpide che lavorano per il bene dell’umanità, conoscono solo il linguaggio dell’amore e l’amore non vuole contraccambio. Siamo tutti figli di un unico cielo, questo è il nostro credo e lo affidiamo alla comunità”.

Fonte: Diritto di Cronaca

venerdì 4 dicembre 2015

Massoneria e fascismo, convegno storico a Terni

“Massoneria e Fascismo” è il tema del convegno storico in programma a Terni il 12 dicembre, presso Palazzo Gazzoli, sede dell’amministrazione comunale. L’iniziativa è dell’Associazione Culturale Giuseppe Petroni con il patrocinio del Comune e della Provincia di Terni. I lavori avranno inizio alle ore 10:30 e, dopo i saluti delle autorità, prenderanno la parola il Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia Santi Fedele, professore Ordinario di Storia contemporanea presso l’Università di Messina, il giornalista Sergio Bellezza, cultore di storia locale, e Santino Rizzo, presidente della Corte Centrale del Grande Oriente, al quale sono state affidate le conclusioni del convegno.

Gli interventi sono rivolti al periodo del regime mussoliniano, partendo dall’assassinio dell’onorevole Giacomo Matteotti, evento che sancì il carattere violento del Fascismo. Sergio Bellezza e Santi Fedele tracceranno l’excursus storico del periodo più buio della giovane democrazia italiana quando dai primi anni Venti fino alla morte del Duce, il concetto di libertà, nelle sue varie espressioni, diventò illusorio e anche la Massoneria, come tutto ciò non incline al regime, fu colpita. I suoi esponenti dovettero celare la propria identità per non essere perseguitati e nel tempo, chi non riuscì a difendersi, conobbe l’arresto e il confino fino ad arrivare all’esilio oppure alle estreme conseguenze della morte (emblematico il caso di Giovanni Becciolini assassinato a Firenze nel 1925). Al Grande Oriente d’Italia furono requisite le sedi, che passarono al Demanio, compreso lo storico Palazzo Giustiniani (oggi residenza del Senato della Repubblica), acquistato nel 1911 e quartier generale della Massoneria a Roma. Più tardi, in Europa, anche i massoni subirono i campi di concentramento.


Domizio Torrigiani (1876-1932), avvocato, entrò in Massoneria nel 1896, nella Loggia Humanitas di Empoli. Diventò Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia nel 1919 e fu rieletto nel 1922 e nel 1925. Fu incarcerato e confinato dal regime fascista che lo liberò poco prima della morte.

Scheda Storica.

Dopo l’uccisione di Matteotti le forze democratiche avevano reagito ritirandosi sull’Aventino, mentre nel Paese si erano sviluppate tendenze rivoluzionarie da parte di gruppi come “Italia Libera” e “Patria e Libertà”, in cui si riunivano socialisti, anarchici e comunisti, quest’ulti­mi infiltrati tra i sovversivi da Carlo Farini, nel sostegno dei connazionali all’estero, raggruppati nelle Avanguardie garib­aldine. Forte dappertutto la presenza massonica, da Pacciardi a Misuri, da Mario Angeloni ad Alfredo Morea, da Bencivenga al generale Capello, da Peppino Garibaldi a Tito Zaniboni. Diretta­mente coinvolta, secondo alcune fonti, anche l’Istituzione massonica nazionale, a cominciare dallo stesso Gran Maestro Domizio Torrigiani, all’epoca al vertice del Grande Oriente d’Italia. Difficoltà organizzative e l’amore per la legalità, spinsero Giovanni Amendola a sperare fino all’ultimo in un intervento del re frenando gli slanci. I tempi si allungarono e l’onorevole Za­niboni agì per conto proprio. Fu arrestato il 4 novembre 1925 in un albergo romano mentre si apprestava ad attentare alla vita del Duce, che si sarebbe affacciato a Palazzo Chigi per celebrare l’Anni­versario della Vittoria. L’attentato venne abilmente sfruttato dalla propaganda di regime, per far passare in second’ordine l’assassinio di Mat­teotti e liquidare definitivamente la Massoneria, cui notoriamente appartenevano Zaniboni e Capello che fu arrestato a Torino con l’accusa di essere coinvolto nell’attentato. Il loro processo si trasformava così in un processo alla Massoneria. La promulgazione delle Leggi Speciali portarono alla chiusura in Italia delle logge, perquisizioni e arresti, anche in Umbria e soprattutto a Terni, prigionie e confino politico colpirono gli oppositori, spingendo all’esilio, più o meno volontario, molti antifascisti, tra cui tanti massoni, che all’estero continuarono la loro lotta contro il regime fascista e mantennero vivo, anche se fuori dai confini nazionali, il Grande Oriente che si risvegliò in Italia dopo la caduta di Mussolini.

Programma 

Ore 10.30 Saluto delle Autorità 

Sergio Bellezza 
Cultore di Storia locale Dal delitto Matteotti all’attentato Zaniboni. L’affare Capello e il processo alla Massoneria.

Santi Fedele
G∴M∴Aggiunto. Prof. Ordinario di Storia contemporanea Università di Messina Le leggi speciali. La persecuzione e l’esilio. La rinascita all’estero del Grande Oriente 

Conclusioni
Dott. Santino Rizzo, Presidente Corte Centrale G.O.I.

Fonte: GOI