lunedì 16 agosto 2010

I TEMPLARI - Tra Storia e Leggenda

Gli storici fanno risalire la data di nascita dell’ordine Templare al 1118 /1119. Nove cavalieri, religiosi e timorati di Dio, professarono di voler vivere secondo le consuetudini delle regole dei canonici, osservando la castità e l’obbedienza e rifiutando ogni proprietà e si impegnarono a difendere i pellegrini contro briganti e predatori, e a proteggere le strade. I loro capi erano due uomini venerabili: Ugo di Payns e Goffredo di Saint-Omer. Baldovino, Re di Gerusalemme, assegnò loro degli alloggi presso la moschea di Al-Aqsa, dove un tempo sorgeva il tempio di Salomone e fu concesso loro di occupare le vastissime scuderie nei sottostanti sotterranei. Per nove lunghi anni essi abitarono questi luoghi. Nel 1127 Ugo di Payns con 5 dei suoi cavalieri ritorna in Francia e a Troyes, nell’anno 1129, durante un concilio, appositamente convocato, la Milizia dei poveri cavalieri di Cristo ebbe il riconoscimento ufficiale della Chiesa, fu posta alle dirette dipendenze del pontefice e si diede una regola con l’aiuto di San Bernardo di Chiaravalle che a sostegno del tempio scisse il “De Laude novae militiae”, che sancì la sacralità dell’uso delle armi. L’Ordine si diffuse rapidamente in tutto l’occidente cristiano insediandosi lungo le strade percorse dai pellegrini che si recavano a pregare nei luoghi santi, soprattutto lungo la Via Compostellana e la Via Francigena. Diventano una potenza economica di grande peso in tutta l’Europa cattolica, aprono linee di credito a principi, sovrani e allo stesso re Filippo il Bello.

I TEMPLARI – MISTERI E LEGGENDE

La storia dell’Ordine dei Cavalieri Templari, le accuse portate contro di esso, la sua tragica fine, hanno lasciato tracce nella coscienza collettiva; partendo da una base storica si sono formati, diffusi e deformati misteri, tradizioni e leggende. Noi sappiamo che per nove lunghi anni essi abitarono nei locali presso la moschea di Al Aqsa e occuparono i sotterranei del tempio di re Salomone. Le leggende che sono scaturite dalla loro permanenza su questa montagna sacra sono velate da un alone di segretezza e mistero. Noi ci domandiamo: ma il loro compito era veramente quello di sorvegliare le strade e di proteggere i pellegrini che si recavano a visitare i Luoghi Santi? Ma come potevano nove persone tener testa a bande numerose e ben armate? Perciò è logico pensare che la loro missione fosse un’altra. Sappiamo che essi lavorarono ininterrottamente per nove anni sotto il Tempio esplorando i sotterranei pieni di cunicoli, camere, corridoi e labirinti. Cosa cercavano? Da molto tempo in alcuni ambienti dell’occidente si riteneva che in un vano segreto sotto il tempio di Salomone, costruito secondo formule ben precise che obbedivano a leggi occulte, fossero nascosti segreti terribili e straordinari, fra cui, forse, l’Arca dell’Alleanza con le tavole della legge o i “ segreti della Grande Piramide “ sottratti da Mosè agli Egiziani; si spiegherebbe così l’accanimento con cui il faraone avrebbe tentato di impedire agli israeliti di lasciare l’Egitto e li avrebbe inseguiti fino al Mar Rosso. Ma cosa potrebbero avere trovato i Templari sotto il Tempio di Salomone? Ai dati storici si sommano però quelli mitici e leggendari. Quando Ugo di Payns ritornò in Francia nel 1127 assieme a 5 dei suoi cavalieri disse a S. Bernardo che il loro compito era stato portato a termine. A quale compito si riferiva, forse al fatto di aver trovato quelle cose che cercavano sotto il monte del Tempio? Forse avevano portato dall’Oriente delle conoscenze sconosciute fino ad allora? E’ forse una coincidenza casuale che il ritorno dei templari vide il fiorire di uno stile nuovo, straordinario e originale già nella sua forma finale, senza apparente sviluppo e sperimentazione, che dimostrava una conoscenza architettonica, matematica e geometrica sconosciute fino ad allora?
Certamente c’è un collegamento temporale tra i templari e la prima comparsa dello stile gotico. La geometria sacra era una forma di arte che includeva conoscenze d’ingegneria, edilizia e disegno, tramandate, da maestro a novizio, da tempi antichissimi fino alla caduta di Gerusalemme nel 70 d.C, e questa conoscenza andò perduta finché, come noi pensiamo, i templari non ne scoprirono la documentazione nel corso dei loro scavi sotto le rovine del tempio di Salomone. Questa architettura era una specie di codice tridimensionale in grado di trasmettere il suo messaggio occulto ma al tempo stesso chiaro e sublime. Uno stile incredibile e straordinario, tutto proteso verso l’alto, una tecnica costruttiva nuova e originale. La volta è concepita in modo che la copertura non pesi più sui muri ma sia proiettata verso l’alto; i muri hanno solo una relativa importanza e si svuotano trasformandosi in immense vetrate. I contrafforti esterni esercitano una spinta sulle pareti laterali della navata e il peso, anziché gravare verso il basso, viene come spinto verso l’alto, e tutta la struttura appare proiettata verso il cielo. Le Cattedrali sono libri di pietra nei quali sono nascosti dei segreti di sapienza e conoscenza e sono costruite secondo ordine, numero e armonia. Le cattedrali si moltiplicarono, e una dopo l’altra, in brevissimo tempo, sorsero quelle di Evreux, di Rouen, di Reims, di Amiens, di Bayeux, fino ad arrivare al trionfo della cattedrale di Chartres. Costruita su un preesistente sito druidico, è più di una semplice cattedrale: è l’affermazione delle verità fondamentali che avvicinano l’uomo a Dio, è il centro mistico dalle occulte correnti di spiritualità. Ancor oggi i pellegrini che si spingono fin qui ripartono elevati spiritualmente e trasformati.
Questa è la vera magia di questa cattedrale, conosciuta come “ Libro d’oro “, in cui i saggi ispirati hanno iscritto la loro sapienza come duraturo retaggio per tutti coloro che cercano la verità spirituale. L’innato carattere e la natura di questo antico sito sacro sono celebrati dalle figure che fiancheggiano la porta nord, il Portale degli Iniziati. La scultura dell’Arca dell’Alleanza su una colonna del portico sud ha fatto nascere la teoria secondo la quale sotto la cripta fosse stata nascosta l’Arca assieme a molti manoscritti, il tutto trasferitio successivamente in Scozia, nella cappella di Rosslyn, dopo la soppressione del Tempio. Le dimensioni della cattedrale di Chartres presuppongono una conoscenza esatta del globo terrestre e delle sue misure, che portano alla conclusione che i costruttori ed ancor più gli ideatori dovevano essere in possesso di una straordinaria conoscenza scientifica. Tutte le cattedrali hanno l’abside rivolto verso est, cioè verso la luce e sono tutte dedicate alla Vergine e la dislocazione di questi edifici sacri ci permette di tracciare sulla Terra di Francia, quasi con perfetta corrispondenza, la costellazione della Vergine tale e quale la si vede nel cielo. Ma come fu possibile trovare così tanti architetti, capo mastri, artigiani e costruttori e che disponevano di fondi sorprendentemente abbondanti in un’epoca di forte recessione economica? Chi si prese carico delle spese? Certamente la chiesa con le sue elemosine e la vendita delle reliquie, ma ciò poteva bastare? Doveva perciò esserci un finanziatore occulto e l’unico così ricco da anticipare tanto denaro era il Tempio. Ma lo avrebbe fatto se ciò non avesse fatto parte della sua missione? Occorre considerare che i costruttori delle cattedrali erano riuniti in confraternite i cui membri erano suddivisi in una gerarchia di tre gradi.
Gli apprendisti imparavano il mestiere in giro per i cantieri, nel corso di un tour de France ricevendo insegnamenti dai Compagnons. La Confraternita più importante era quella detta “ dei Figli di Salomone “ alla quale viene attribuita la costruzione di molte chiese fra cui le cattedrali di Chartres, di Amiens e di Reims. Il rapporto tra questa confraternita ed il Tempio fu molto stretto, a tal punto che furono i Templari, con il consenso di Bernardo di Chiaravalle, a dare una regola a questo ramo di Compagnonage. La regola, che includeva norme di un retto comportamento, era preceduta da queste parole: Noi, Cavalieri di Cristo e del Tempio, desideriamo dare questa regola di vita, di lavoro e d’onore ai costruttori delle chiese in modo che il cristianesimo si diffonda in tutta la terra, e non perché sia ricordato il nostro nome, Oh Signore, ma perché viva il tuo nome.- E’ perciò molto probabile che questi artigiani fossero affiliati in qualche modo ai Templari, dai quali erano protetti e godevano di molti privilegi tra cui l’esenzione dalle tasse. Significativo il fatto che, quando il tempio fu soppresso, anche i Figli di Salomone persero tutti i privilegi e le immunità di cui godevano.

Che ne fu dei templari dopo il dies nefastus del 1307?

In Portogallo confluirono nel nuovo Ordine dei Cavalieri di Cristo che dei templari ne continuava gli ideali. In Spagna fu data loro la possibilità d’entrare nell’ordine di Montesa. Altrove, se assolti e riconciliati con la chiesa, furono autorizzati a vivere nelle case del tempio o in un monastero di loro scelta. C’è poi il mistero della scomparsa della flotta templare che si trovava alla fonda nel porto de “ La Rochelle . Situata sulle coste occidentali della Francia, La Rochelle è tutta un mistero. Su di essa convergevano ben 10 strade e qui i Templari avevano costruito grandi fortificazioni e un porto per le loro navi. Perchè costruire un porto così lontano dalle rotte per la Terra Santa? Molti sostengono che da qui partivano le navi templari dirette verso l’ America. Questa è un’ipotesi ma tale ipotesi può essere supportata da diversi elementi. I Templari avevano marinai di origine normanna, eredi di quei navigatori che si dice fossero già sbarcati nel continente americano. Inoltre essi sapevano che terra era sferica come lo sapeva l’architetto costruttore della cattedrale di Chartres, le cui misure sono esattamente in proporzione con le misure dell’equatore e del raggio terrestre. S. Bernardo, in un suo infuocato discorso, avvalendosi di una strana terminologia tipicamente marinaresca, dice di Maria: “ chi dunque potrà mai scrutare, o Vergine Benedetta, la longitudine e la latitudine, l’altezza e la profondità della tua misericordia. ? “ dove introduce in modo inaspettato il concetto di longitudine, importante nozione tecnica per la navigazione, che ufficialmente si governerà appieno solo dalla fine del diciottesimo secolo. In quell’epoca inoltre si ebbe una insolita diffusione di monete d’argento, cosa alquanto insolita, in quanto l’Europa scarseggiava di miniere di questo metallo. E come si spiegano le rappresentazioni che si trovano nella cappella di Rosslyn, di aloe e mais, un cereale introdotto in Europa solo dopo la scoperta del Nuovo Mondo? Si tratterrà forse solo di ipotesi, ma che, oltre al carattere della suggestività, hanno anche quello, non trascurabile, della verosimilità. Non dimentichiamoci che Cristoforo Colombo, nella fase di preparazione della sua spedizione, consultò i cartolari di Calatrava, redatti proprio dai templari e che al momento dello sbarco in terra americana gli indigeni non si mostrarono sorpresi nel vedere la croce rossa templare sulle vele delle tre caravelle. E non è una coincidenza che proprio le nazioni che accettarono e ospitarono i templari sfuggiti alle persecuzioni, Spagna e Portogallo su tutte, furono le protagoniste incondizionate delle nuove scoperte geografiche. Enrico Secondo, il Navigatore, fu Maestro dell’Ordine portoghese dei Cavalieri di Cristo e Vasco de Gama uno dei suoi appartenenti. Ma che fine fece questa flotta?
Quando si parla dei “tesori dei Templari” sono molti gli storici che assumono un tono di scetticismo. Tuttavia, ovunque si fosse stabilito l’Ordine del Tempio, antiche storie, tramandate oralmente, raccontano di tesori gelosamente nascosti tra i quali, l’esistenza di un tesoro più importante di tutti e che fosse anche il più segretamente custodito. Sono solo ipotesi come lo sono i luoghi dove si pensa possa essere stato nascosto. Ancor oggi si racconta che, in qualche grotta, sotto le rovine del castello di Commarque, in Dordogna, esistano forzieri di pietre preziose e monete d’oro. Una tradizione persistente riporta che, nella notte precedente all’arresto dei templari, alcuni pesanti carri avrebbero lasciato il tempio di Parigi diretti a Gisors, dove il loro contenuto sarebbe stato nascosto in una cripta segreta del castello, nota solo ai templari. Costruito nel 1097 da Guglielmo il Rosso e successivamente ampliato da Filippo Augusto, il castello di Gisors ricopriva una posizione strategica perché controllava non solo l’entroterra ma proteggeva anche la regione parigina da eventuali aggressioni da Nord-Ovest. Il castello fu affidato ai templari nel 1158, come forza neutrale, nella disputa tra il re di Francia e quello d’Inghilterra. Sotto questo castello, ancor oggi, palpita un mondo pieno di ombre e di misteri. Cosa nascondono le misteriose gallerie in cui non brilla mai il sole? Forse qui riposano il tesoro e gli archivi dell’Ordine? Il fulcro della vicenda è Roger Lhomoy, guardiano e giardiniere del castello. Appassionato cacciatore di tesori, si mise a ricerche notturne e solitarie sotto il mastio del castello. Nel 1946, si presentò al Consiglio Comunale di Gisors, dichiarando di aver scoperto una cappella lunga trenta metri, larga nove e alta circa quattro metri e mezzo, contenente diciannove sarcofaghi di pietra e trenta bauli di metallo. In un primo tempo fu dato credito alle sue affermazioni e furono fatti degli scavi, ma nulla venne scoperto e le autorità, malgrado le insistenze del Lhomoy, ritennero chiusa la questione considerando il tutto come un vaneggiamento di un mitomane. Ma la cosa strana è che i lavori furono ripresi per conto del Ministero della Cultura, sorvegliati addirittura da un distaccamento militare e definitivamente abbandonati solo nel 1964. Resta da capire se Roger Lhomoy abbia effettivamente scoperto una cappella sotto il mastio; è lui il solo ad averla vista ed è naturale dubitare delle sue affermazioni pur restando convinti che non tutti i segreti dei sotterranei di Gisors siano stati svelati e non tutto quello che si racconta è pura leggenda.
Altro luogo misterioso, dove si dice possa trovarsi il tesoro, è “ La Foresta d’Oriente “. Situata tra la Senna e L’Aube, nell’umida Champagne, questa foresta occupa una area di oltre 20.000 ettari, ma in passato era molto più vasta. C’è da considerare che praticamente qui era nato il tempio: infatti ad est della foresta d'oriente si trova Payns, città natale di Hugues de Payns, primo Gran Maestro dell'Ordine del Tempio , a sud di Payns, sorge Troyes, capitale del conte di Champagne, la cui storia è legata intimamente alla fondazione del Tempio e fu qui che l'Ordine ricevette l'imprimatur dalla Chiesa in un concilio appositamente convocato; da ultimo, a sud-ovest della foresta, sorge Clairvaux, abbazia cistercense, il cui abate S.Bernardo scrisse la regola templare. Questa foresta fu il dominio incontrastato dei Cavalieri Templari con al centro una grande fattoria, chiamata "Casa del Tempio". Qui esistevano e ancor oggi così si chiamano: la "strada forestale del Tempio", il "ruscello del Tempio", la "fontana dei Tempio". Solcata da sentieri inestricabili era ed è tutt’ora piena di stagni e di paludi naturali; la cosa strana è che i templari costruirono decine di dighe per formare altri stagni artificiali e stesero una vera e propria rete di passaggi segreti, trabocchetti e voragini che si aprivano all'improvviso. Perché, noi ci domandiamo, costruire altri stagni artificiali in un posto dove abbondavano quelli naturali e a cosa servivano siffatte difese? Non certo per difendere se stessi, ma qualcosa di molto importante e prezioso. Tradizioni orali narrano che, quando alcune navi dell'Ordine provenienti da Cipro attraccarono nel porto di Marsiglia, parte del misterioso carico fu trasportato proprio nella "foresta d'oriente" e dicono che su uno dei carri ci fosse addirittura l'Arca dell'Alleanza. Forse era per proteggere l’Arca, il motivo per cui era stata creata questa rete di difesa così capillare e strettissima? Da analisi effettuate sulla qualità del terreno, è stato scoperto che esso, in alcune zone della foresta, è formato da una varietà di argilla che al contatto con l’acqua acquista una consistenza compatta e impermeabile, perciò è logico pensare che i templari avessero creato un nascondiglio posto successivamente al sicuro sotto l’acqua di uno stagno artificiale. Altro luogo magico, ancor oggi tutto pervaso di segreti è Provins. Una rete di gallerie si estende sotto tutta la città. Cunicoli e sale nel cuore della terra, piene di graffiti: sono raffigurazioni druidiche, simboli dei catari dello Champagne sopravvissuti in segreto e che si riunivano in queste catacombe dell’eresia.
Umberto Eco, nel Pendolo di Foucault dice che: “ Posti dove se qualcuno si riunisce in segreto può disperdersi in pochi secondi di fronte al nemico che vi penetra e quando gli uomini del re arrivarono a Provins arrestarono sì i templari in superficie, ma non trovarono quelli nascosti sotto terra con le loro cose ed i loro segreti.” Cosa hanno nascosto in queste gallerie? In seguito i principali e assidui frequentatori di questo chilometrico intrico di cunicoli furono i fratelli massoni, che adattarono a camera iniziatica una delle sale, costellandola di simboli esoterici. Si racconta che l'ultimo Gran Maestro de Molay scelse il villaggio francese di Arginy per nascondere il "tesoro" dell'Ordine. Gli oscuri sotterranei del suo castello, che poggia sopra una ragnatela di gallerie segrete, devono celare qualcosa di misterioso e furono oggetto di lunghe visite di studiosi ed esoteristi, ma cosa questi alchimisti trovarono non fu mai detto. Forse il tesoro dei templari o una parte di esso è quello rinvenuto da Sauniere, parroco di Rennes-le-Château, un piccolo paese situato ai piedi dei Pirenei ? Tutto cominciò nel 1891, quando, nonostante le misere risorse finanziarie, iniziarono i lavori di restauro della piccola chiesa del paese. All’interno di uno dei pilastri che sorreggevano la mensa dell’altare vennero rinvenute delle pergamene. La storia dice che da quel momento l’abate Sauniere ebbe a disposizione una quantità immensa di denaro. Restaurò totalmente la chiesa rinnovandola con decorazioni enigmatiche, si costruì una casa ed una biblioteca e a beneficio della popolazione fece una strada di accesso al paese e una cisterna che alimentava una fontana. Questa improvvisa ricchezza di padre Sauniere ha dato vita a molte teorie. Prima di morire chiese un prete per l’ultima confessione, ma il sacerdote rimase talmente sconvolto di quanto aveva udito da rifiutargli l’assoluzione. Forse Sauniere era venuto a conoscenza, attraverso la decifrazione dei documenti trovati, di un segreto inconfessabile?
Un qualcosa che poteva mettere in discussione il cattolicesimo? Alcuni avanzano l’ipotesi che abbia trovato il tesoro del Tempio di Salomone trafugato dai romani nel 70 D.C. e qui trasportato dai Visigoti dopo il saccheggio di Roma; altri invece che potrebbe trattarsi del tesoro dei Catari. E’ questo un territorio dove il movimento cataro era molto radicato ed era diventato, nel dodicesimo secolo, alternativo al cattolicesimo. Considerati eretici, la Chiesa di Roma indisse contro di loro una crociata e tutte le città e le fortezze catare, malgrado fossero situate in luoghi inaccessibili, furono espugnate e distrutte. Ai soldati che chiedevano come cogliere la differenza tra i Catari e i cattolici, Arnaud Amaury abate di Citeaux, rispose: "Uccideteli tutti, Dio li riconoscerà". Il resto lo faceva la santa Inquisizione che torturava ed uccideva tutti coloro che non volevano abiurare. Il massacro, durato 35 anni, costò decine di migliaia di vite umane e culminò con l'orrendo eccidio della fortezza di Montségur, che dopo un assedio durato nove mesi dovette arrendersi e i 200 catari che si trovavano nella fortezza furono bruciati tutti come eretici. Il luogo si trova a pochi chilometri da Rennes le Château, e per secoli si favoleggiò di un tesoro che i catari avrebbero messo in salvo all’ultimo momento e nascosto in una delle tante grotte di cui è ricca la zona. Ci sono congetture, dell’atteggiamento di solidarietà assunto dai templari verso i catari, accanto ai quali si dice che abbiano combattuto, senza insegne e con mantelli grigi. Ma l’abate Sauniere potrebbe aver trovato invece quella parte del tesoro templare che si dice portato qui dalla Terra Santa nel 1160, quando la situazione militare della Palestina non la rendeva più una terra sicura. E a trasportarlo sarebbe stato Bertrand de Blanchefort, sesto Gran Maestro, il cui lignaggio avrebbe costituito uno dei motori fondamentali del mistero legato a questo paese. Qui egli possedeva terre ed un castello e tutt’intorno esistevano diverse commanderie templari a Campagne-sur-Aude, a Brenac, Limoux e soprattutto una rocca, a Bezu, costruita su un picco inaccessibile della quale ancor oggi si possono ammirare le rovine.
Come mai i templari hanno scelto un luogo così isolato, in cima ad un’imponente montagna e lontano da ogni via di comunicazione? Forse avevano costruito questo castello per nascondere e custodire un qualcosa di molto prezioso? E perché i templari che vi risiedevano non furono arrestati, come era successo nel resto della Francia.? Molte domande sui templari di Bezu sono tutt’ora senza risposta. Si dice che sotto le rovine del castello ci sarebbe un pozzo, all’interno del quale si troverebbe la campana d’argento dei templari. “Tutte le notti del 12 e 13 ottobre, la campana suona a morto; e una lunga fila di ombre bianche salgono dal cimitero abbandonato verso le rovine del castello in cerca della piccola chiesa .” Il mistero continua ed è come un labirinto fatto di miti, segreti, verità scomode e nascoste dove ogni risposta solleva nuovi interrogativi. Forse qui nascosero il Sacro Graal? Oppure il Graal si trova nella cappella di Rosslyn? Questa chiesa, situata in un piccolo villaggio, a poco più di sette miglia da Edimburgo, è un richiamo mistico per pellegrini e visitatori di ogni religione e credo, è un tempio della spiritualità e del misticismo, un monumento commemorativo all’Ordine dei Templari. Di tutti i misteri e le leggende che avvolgono la Cappella di Rosslyn, pochi sono così noti come quello che circonda una delle più sconcertanti e belle gemme artistiche, il cosiddetto pilastro dell’apprendista. La leggenda dell’apprendista assassinato, con i suoi palesi riferimenti ai rituali d’iniziazione dell’antica corporazione dei muratori e i suoi paralleli con la leggenda di Hiram Abif, assume un profondo significato emotivo per la fratellanza massonica. Troppo lungo sarebbe parlare di questa chiesa, della sua storia, del suo simbolismo seminascosto ma chiaramente riconoscibile per gli iniziati e noi preferiamo rimandare il tutto a un prossimo futuro accompagnando le parole con immagini impresse nella pellicola. In riferimento invece ai misteri e alle leggende templari naturale è porci la domanda: -Perché i pellegrini che avevano compiuto il lungo e arduo viaggio al santuario di Santiago de Compostela avrebbero dovuto recarsi a Rossslyn per depositare le conchiglie, unica testimonianza tangibile del loro pellegrinaggio.?- Nel breve periodo che intercorse tra l’apertura della cappella e la Riforma passarono da qui così tanti pellegrini che i gradini in pietra che conducono alla cripta sono consumati all’inverosimile. Quali misteri nascondono queste mura? L’Ordine del Tempio porta a un'infinità di percorsi misteriosi, ancora da esplorare e da spiegare, a interrogativi dai risvolti inquietanti e ancora senza risposta. Forse qui è nascosto il sacro Graal.? Considerando l’interpretazione cristologico-eucaristica del Graal, calice usato da Gesù nell’ultima cena e successivamente usato da Giuseppe d’Arimatea per raccogliervi il sangue scaturito dalle sue ferite, non mancano altre chiese che vantano il privilegio di possedere il sacro calice.
Chrétien de Troyes descrive il suo Graal come un piatto largo e abbastanza profondo e capiente, altri come un grande vassoio, altri come pietra lucente. A Genova, nel museo del tesoro della cattedrale di S.Lorenzo, si trova il Sacro Catino, in pasta vitrea e di forma ottagonale, rinvenuto a Cesarea durante la prima crociata, ma secondo la tradizione, il vero calice dell’ultima cena, si trova in Spagna, nella cattedrale di Valencia. Si tratta di un calice in pietra di calcedonio montata in oro. Questo calice è probabilmente il Graal più conosciuto della cristianità ed anche Giovanni Paolo Secondo lo andò a venerare. “ Il Catino di Genova ed il Calice di Valencia, dice il Cardini, ci pongono sulla strada per colmare il forse solo apparente contrasto fra il Graal di Chrétien e quello di Wolfram: coppa o pietra? In realtà tutti e due richiamano al fatto che il recipiente dell’ultima cena era, secondo la tradizione, ricavato da un’unica pietra.” Ma qualunque forma abbia il Graal è un oggetto misterioso. Noto e sfuggente; a livello di idee diffuse è il calice dell’ultima cena contenente il sangue sparso da Gesù sulla croce ma per altri è un oggetto che si presenta in varie forme all’interno di differenti sistemi mitico-religiosi dotato sempre di un valore universale e simbolo di potere e conoscenza. E queste mura, dove si dice sia nascosto il Sacro Graal, sveleranno, forse, in futuro il mistero a meno che.come dice sempre lo storico Cardini: “La cerca del Graal a livello letterale, è solo una bella avventura cavalleresca, con prove da superare, come nei poemi cavallereschi del ciclo di Artù o nell’opera di Wagner, ma a livello allegorico, è il racconto del processo iniziatico che conduce alla conquista della sapienza, cioè alla liberazione dalla prigione delle apparenze; e la cerca è infinita: il Graal resta ineffabile e insondabile e in tale ineffabilità e insondabilità, permane il nucleo ultimo del suo mistero.”- Il mistero continua.
Certo le leggende non nascono dal nulla e spesso ci si accorge che corrispondono a realtà trasposte in immagini e codificate simbolicamente per essere trasmesse in forma accessibile solo agli iniziati. Come i tanti graffiti che i templari incisero nelle pietre delle segrete dove erano tenuti prigionieri. Quale necessità li spinse a creare questi disegni di carattere simbolico ed iniziatico? Forse sono il frutto dell’ozio forzato, ingannato coprendo di disegni le pareti? O forse l’intenzione era quella di trasmettere notizie e segreti a persone che conoscevano questi simboli ed erano in grado di leggerli? E chi poteva leggerli se non degli iniziati? Questo fa pensare che il Tempio racchiudesse in sé, oltre alla duplice natura di organizzazione militare e religiosa anche quella di corpo iniziatico. Sarebbe esistita cioè una struttura amministrativa e militare impegnata sul terreno dell’operatività profana, mentre una segreta e selezionatissima rete di frati guerrieri avrebbe coltivato la Tradizione Templare, tutta esoterica, rivelata solo a pochissimi eletti. Sicuramente l’Ordine accolse elementi dottrinari e rituali dell’esoterismo orientale e subì l’influsso delle confraternite esoteriche musulmane insieme al disegno di un’unificazione del mondo e di un nuovo ordinamento sociale.
Taluni studiosi asseriscono che ai vertici dei templari esistesse un ordine segreto: il Priorato di Sion che si dice ancor oggi operante; altri invece che sia stato il Priorato di Sion a fondare il Tempio come forza operativa. Il mistero che circonda i Templari è un labirinto fatto di miti, segreti, verità scomode e nascoste dove ogni risposta solleva nuovi interrogativi. Rinnegato da Clemente quinto, soppresso ma non condannato, il tempio poteva risorgere solo al di fuori della storia delle istituzioni, della continuità diplomatica, notarile: in una dimensione metastorica. Varie aggregazioni di persone hanno rivendicato una discendenza diretta dall’antico Ordine Templare, adducendo che l’ultimo Gran Maestro, prima della sua morte avrebbe trasmesso i suoi poteri a tale Larmenius assicurando così la continuità dell’ordine. Ma questa pretesa si fonda su un falso storico. Cerchiamo di dare delle risposte razionali e non emozionali. Il Tempio è stato soppresso dal papa Clemente V e dal Concilio di Vienne nel 1312. E il Papa, come capo supremo della chiesa e come suprema autorità da cui il Gran Maestro dell’Ordine Templare e l’Ordine stesso dipendevano direttamente, aveva facoltà di estinguere l’Ordine ed una volta che tale soppressione fosse avvenuta, nessuno, se non un altro pontefice, avrebbe potuto restaurarlo. Il fatto che la soppressione dell’Ordine decretata dal papa sia stata un atto moralmente ingiusto sotto tutti i punti di vista, non sposta di una virgola la realtà dei fatti. Clemente V, diretto superiore gerarchico del Gran Maestro dell’Ordine, poteva sopprimere l’Ordine; questo era nel suo diritto ed egli si servì di questo diritto con la celebre bolla: “ Vox in excelso del 22 marzo 1312: “ non senza intima sofferenza, non in virtù di una sentenza giudiziaria ma ex auctoritate apostolica”. Successivamente, nella bolla “ ad Provvidam Christi Vicarii” del 2 maggio 1313 chiarisce che: “Questa estinzione dello statuto dell’Ordine, del suo abito, del suo stesso nome, Noi l’abbiamo decretata con l’approvazione del Sacro Concilio, non sotto forma di sentenza giudiziaria, poiché secondo l’ inchiesta ed i processi intentati in questo affare, Noi non eravamo giuridicamente in grado di pronunciarla, ma come provvedimento, cioè con ordinanza apostolica.“ E se leggiamo bene le espressioni contenute in questi due documenti, non possiamo fraintendere queste frasi: “sopprimiamo l’Ordine…con decreto assoluto, perenne, proibendolo per sempre”. Non vi è spazio per altre interpretazioni. Se si fosse trattato solo di una sospensione dell’Ordine perché il papa avrebbe detto che il suo decreto era perenne? Perché, infine, avrebbe minacciato di scomunica chi avesse tentato di resistere a questa soppressione: “se poi qualcuno facesse diversamente, incorrerà nella sentenza di scomunica ipso facto” come si legge ancora nella bolla “Vox in excelso” ? Perciò il 22 marzo 1312 l’Ordine cessò di esistere. Consideriamo anche un altro aspetto.
Anche volendo, il Gran Maestro Jacques de Molay, non avrebbe potuto trasmettere i suoi poteri ad un’altra persona per il semplice fatto che l’autorità magistrale non era ereditaria, bensì elettiva e perciò non avrebbe potuto conferirla o trasmetterla a chicchessia. I retraits, quegli statuti gerarchici che regolavano la vita quotidiana dell’Ordine, indicano chiaramente che il Capitolo controllava l’operato del Gran Maestro, pur nella più rigorosa disciplina e nella più imperativa gerarchia e spiegano dettagliatamente la prassi da seguire per eleggere il il Gran Maestro: Innanzitutto alla sua morte il Maresciallo convocava il Capitolo il quale eleggeva un Gran Capitano che, in accordo col Gran Maresciallo e con i Capitani di Gerusalemme, Antiochia e Tripoli, fissava la data dell’elezione. Nel giorno stabilito il Capitolo eleggeva il Capitano dell’Elezione ed un altro fratello; ad essi il Gran Capitano chiedeva di scegliere altri due fratelli e questi altri due finchè si raggiungeva il numero di dodici, in memoria dei dodici Apostoli. I dodici eleggevano un cappellano che rappresentasse Gesù ed infine queste tredici persone, a porte chiuse, eleggevano il Gran Maestro.- Queste cose Jacques de Molay le sapeva, aveva partecipato precedentemente all’elezione di due Gran Maestri e lui stesso era stato eletto seguendo questa regola. Perciò il Tempio, soppresso ma non condannato, poteva risorgere solo al di fuori della storia delle istituzioni, in una dimensione metastorica. Gli ideali templari furono riscoperti nel diciottesimo secolo ed alcuni storici ne attribuiscono l’ispirazione ad Andrei Michael Ramsay, uno scozzese di umili origini, che fu segretario e curatore letterario del grande scrittore ed ecclesiastico francese Fènelon, ma anche cavaliere dell’ordine di S.Lazzaro e soprattutto massone e Cancelliere della Gran Loggia di Francia. Da quel momento i cavalieri del tempio divennero il simbolo per tutti gli spiriti liberi.
E la data di nascita del templarismo può essere considerata quella della costituzione delle prime logge massoniche inglesi nei primi decenni del diciottesimo secolo dove l’Ordine Templare in generale, ma più in particolare il Tempio e la costruzione interiore di esso, sono stati e sono tutt’oggi, punti sostanziali di riferimento del credo massonico. Fu la riscoperta della tradizione cavalleresca con connotati mistico-esoterici e religiosi-cristiani strettamente legati alla ritualità originale dell’Ordine del Tempio. Crebbe e si sviluppò una ideologia e una filosofia di vita che pur riconfermando un laicismo di fondo venne a crearsi un ponte col Cristianesimo identificato con la sacralità della persona umana che sapeva rendersi libera e pura attraverso un linguaggio simbolico. Da allora, fino ad oggi è stato un proliferare di ordini, associazioni, organizzazioni Templari dove possiamo osservare che in alcune esiste un legame con l’antico Ordine, attraverso il recupero di una parte dell’antica regola, ma esso è esclusivamente di carattere ideale. Altre che si basano su di un non meglio identificato ideale umanistico-cristiano, e si dedicano a opere di carità sociale. Sono Ordini moderni che, pur ispirandosi a quello antico, non possono esser considerati la continuazione temporale ed amministrativa dell’antico Ordine. Vi sono inoltre molte associazioni, cosiddette templari, dove tutto o quasi tutto, si riduce a far rilucere al collo o sul petto l’orpello di una decorazione o di indossare una sciarpa ricamata nel corso di cerimonie con elargizioni di titoli ed incarichi cavallereschi i più folli ed assurdi, fonte oltretutto per qualcuno di notevole guadagno, dove tutto è stato travisato contrariamente ad ogni autentica tradizione. Il mistero e il fascino che si legano ai cavalieri del tempio dal bianco mantello hanno fatto nascere nel corso dei secoli decine di leggende e a palesarci scenari certe volte incredibili ed altre volte assurdi, ma in alcuni casi estremamente validi seppur scartati o non considerati dalla storiografia ufficiale per le più disparate ragioni. E parlare di misteri e di leggende fa parte della nostra cultura perché il vero autore di una leggenda è il popolo, capace di ampliare, modificare e moltiplicare una notizia o l’interesse per dei personaggi le cui gesta, in qualche modo, hanno impressionato la fantasia popolare. E crediamo che anche lo storico non deve occuparsi solamente del vero, ma anche del falso quando questo sia stato creduto vero ed interessarsi anche dell’immaginario e del sogno; solo deve rifiutarsi di confonderli. Ma dal punto di vista scientifico, la storia della leggenda del Tempio è da fare pressoché per intero

Fonte : Fr.'. Pierluigi Berta