domenica 9 ottobre 2011

Unita' d'Italia: a Napoli talk show su ruolo Massoneria in identita' nazionale

Napoli, 8 ott. (Adnkronos) - Studiosi, Massoni e societa' civile. Cinquecento persone hanno partecipato oggi, al Teatro di Corte di Palazzo Reale, a Napoli, al talk show 'Dalla Campania per l'Italia', condotto da Alessandro Cecchi Paone. Un momento di riflessione su che cosa significo' essere patrioti e meridionali nell'Ottocento ma anche per ribadire che da Sud non si scrive una vicenda minore ne' una storia dei vinti. Il filo rosso che ha cucito gli interventi e' stato il bisogno di ritrovare segni di unita' nazionale per costruire il futuro e darvi un senso. A dare inizio ai lavori, il saluto introduttivo di Michele Di Matteo, presidente del collegio circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Campania-Basilicata, che ha sottolineato il ruolo svolto da Napoli e dalla Massoneria nel processo unitario. ''La nostra Istituzione -ha detto- e' stata sempre protagonista nei momenti storici di questo Paese. Siamo ritornati ad essere artefici di un mondo migliore, in un momento in cui l'Italia vive una crisi morale. Non possiamo che ritornare ad essere quelli che la nostra storia ci ricorda e ci insegna: non ci sottrarremo al nostro compito''. E' stata quindi la volta di Valerio Zanone, presidente del Comitato del Grande Oriente per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unita' d'Italia, che ha definito le celebrazioni di Palazzo Giustiniani per i 150 anni ''un viaggio nel tempo e nelle citta'. Dalla storia all'oggi, il Grande Oriente d'Italia ha dato un contributo importante alle celebrazioni dei 150 anni dell'Unita' d'Italia''. In questi 150 anni, l'Italia ha fatto piu' strada che nel periodo precedente. Questa storia in bianco e nero, fatta di luci e ombre, va compresa e raccontata tutta. L'Italia non e' perduta ne' conquistata: celebriamo l'Unita' non solo per ragioni storiche ma per ritrovare il fondamento di un vincolo unitario che e' indissolubile. E' questo, per dirla con Renan, il plebiscito di tutti i giorni''.
 
Fonte:  napoli.repubblica.it