TEMPLARI -
Due documenti faranno parte della mostra
LUX IN ARCANA - L’ARCHIVIO SEGRETO VATICANO SI RIVELA
Roma, Musei Capitolini, febbraio 2012
Rivelati oggi sulle pagine de Il Venerdì di Repubblica due
attesissimi documenti che faranno parte della mostra Lux in arcana -
L’Archivio Segreto Vaticano si rivela, ai Musei Capitolini da febbraio
2012.
Si tratta di due documenti del 1308-1311 che appassioneranno un vasto pubblico: la pergamena di Chinon con l’assoluzione sacramentale dei dignitari del Tempio e il Processo contro l’Ordine dei Templari contenuto in ben 60 metri lineari di rotolo.
Si tratta di due documenti del 1308-1311 che appassioneranno un vasto pubblico: la pergamena di Chinon con l’assoluzione sacramentale dei dignitari del Tempio e il Processo contro l’Ordine dei Templari contenuto in ben 60 metri lineari di rotolo.
L’assoluzione sacramentale dei dignitari del Tempio arriva nell’agosto del 1308.
I Templari erano già stati sottoposti a processo dagli inquisitori di
Francia ammettendo, sotto tortura, le proprie colpe. In seguito, tra il
17 e il 20 agosto 1308, Clemente V inviò nel castello di Chinon tre
cardinali incaricati di interrogare il gran maestro e gli altri
dignitari: Hugues de Perraud, visitatore dell’Ordine, Raymbaud de Caron e
Geoffroy de Charny, precettori di Oltremare e Normandia, Geoffroy de
Gonneville, precettore di Poitou e Aquitania. I cinque, confessate le
loro colpe, ottennero l’assoluzione sacramentale e vennero reintegrati
nella comunione cristiana. Da quel momento in poi solo il papa avrebbe
potuto interrogarli, vincolandoli alla loro deposizione; ritrattare,
infatti, li avrebbe resi relapsi, cioè ricaduti negli errori commessi
prima di essere assolti. E la pena prevista per i relapsi era la morte
sul rogo.
Templari alla sbarra: il processo contro l’Ordine in terra di Francia.
Dopo aver annullato tutte le precedenti inchieste condotte
dall’Inquisizione di Francia contro i Templari – arrestati a sua
insaputa per ordine del re di Francia Filippo il Bello – papa Clemente V
avocò a sé la conduzione del processo a carico dell’Ordine.
Sin dal giorno dell’arresto dei Templari di Francia (venerdì 13 ottobre 1307), Clemente V aveva tentato con mille stratagemmi di porre freno alle mire del re: facendo arrestare preventivamente i Cavalieri del Tempio sottraendoli così all’arbitrio delle autorità secolari, annullando tutti i procedimenti promossi dall’Inquisizione di Francia e dagli uomini del re, assolvendo infine settantadue Cavalieri e i cinque grandi dignitari. Ma sarebbe riuscito ad evitare – pur agendo secondo giustizia – la condanna dell’Ordine, una condanna che il re di Francia voleva a tutti i costi? Dalla soppressione del Tempio Filippo il Bello avrebbe ottenuto soltanto benefici: gli ingenti debiti contratti con i Templari, banchieri della Corona francese, sarebbero stati azzerati, inoltre, sarebbe riuscito, con qualche stratagemma, ad incamerare i beni di quell’ordine ricco e potente.
Il processo iniziò formalmente il 22 novembre 1309 e la difesa dei Templari si fece man mano più solida, ma, a questo punto, intervenne il re boicottando magistralmente il procedimento.
L’arcivescovo Philippe de Marigny, fedelissimo di Filippo e membro del suo Consiglio, l’11 maggio 1310 convocò il concilio provinciale della sua diocesi a Parigi, facendo condannare i cinquantaquattro Templari soggetti alla sua giurisdizione come relapsi, perché nell’inchiesta diocesana avevano confermato le confessioni rilasciate dopo l’arresto del 1307, ma dinanzi ai commissari papali avevano ritrattato. _Dopo il rogo dei cinquantaquattro, gli altri Templari, terrorizzati, gettarono la spugna: tra il novembre e il giugno 1311, circa un terzo dei seicento Cavalieri comparirono spontaneamente di fronte ai giudici, e solo per riconfermare quanto dichiarato nelle precedenti deposizioni. Ritrattare significava morire.
Quelle duecentotrentuno strazianti deposizioni, rese tra il timore di non contraddirsi e il frustrato desiderio di difendere l’Ordine, sono contenute nei circa 60 metri lineari del rotolo pergamenaceo.
Sin dal giorno dell’arresto dei Templari di Francia (venerdì 13 ottobre 1307), Clemente V aveva tentato con mille stratagemmi di porre freno alle mire del re: facendo arrestare preventivamente i Cavalieri del Tempio sottraendoli così all’arbitrio delle autorità secolari, annullando tutti i procedimenti promossi dall’Inquisizione di Francia e dagli uomini del re, assolvendo infine settantadue Cavalieri e i cinque grandi dignitari. Ma sarebbe riuscito ad evitare – pur agendo secondo giustizia – la condanna dell’Ordine, una condanna che il re di Francia voleva a tutti i costi? Dalla soppressione del Tempio Filippo il Bello avrebbe ottenuto soltanto benefici: gli ingenti debiti contratti con i Templari, banchieri della Corona francese, sarebbero stati azzerati, inoltre, sarebbe riuscito, con qualche stratagemma, ad incamerare i beni di quell’ordine ricco e potente.
Il processo iniziò formalmente il 22 novembre 1309 e la difesa dei Templari si fece man mano più solida, ma, a questo punto, intervenne il re boicottando magistralmente il procedimento.
L’arcivescovo Philippe de Marigny, fedelissimo di Filippo e membro del suo Consiglio, l’11 maggio 1310 convocò il concilio provinciale della sua diocesi a Parigi, facendo condannare i cinquantaquattro Templari soggetti alla sua giurisdizione come relapsi, perché nell’inchiesta diocesana avevano confermato le confessioni rilasciate dopo l’arresto del 1307, ma dinanzi ai commissari papali avevano ritrattato. _Dopo il rogo dei cinquantaquattro, gli altri Templari, terrorizzati, gettarono la spugna: tra il novembre e il giugno 1311, circa un terzo dei seicento Cavalieri comparirono spontaneamente di fronte ai giudici, e solo per riconfermare quanto dichiarato nelle precedenti deposizioni. Ritrattare significava morire.
Quelle duecentotrentuno strazianti deposizioni, rese tra il timore di non contraddirsi e il frustrato desiderio di difendere l’Ordine, sono contenute nei circa 60 metri lineari del rotolo pergamenaceo.
L’esposizione, ideata in occasione del IV Centenario dalla fondazione
dell’Archivio Segreto Vaticano – in collaborazione con Roma Capitale,
Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico-Sovraintendenza ai
Beni Culturali e Zètema Progetto Cultura – vuole spiegare e raccontare
che cos’è e come funziona l’Archivio dei Papi e, nel contempo, rendere
visibile l’invisibile e far sì che anche il normale visitatore possa
accedere, per una volta, alle meraviglie finora custodite nei circa 85
km lineari dell’Archivio Segreto Vaticano.
Il titolo Lux in arcana comunica anche il principale obiettivo della
mostra: la luce che filtra nei recessi dell’Archivio (lux in arcana)
illumina una realtà preclusa ad una conoscenza superficiale, ma fruibile
solo attraverso il contatto diretto e concreto con le fonti
dell’Archivio, che apre le porte alla scoperta della storia, a volte
inedita, raccontata nei documenti.
Allestimenti multimediali, guidati da una rigorosa quanto
coinvolgente narrazione storica, faranno sì che il visitatore possa
“rivivere” i documenti, che si animeranno con il racconto dei retroscena
e dei personaggi coinvolti, permettendogli così di assaporare alcuni
famosi eventi del passato.
Inoltre sarà possibile seguire attraverso i più conosciuti social network le attività collaterali alla mostra e scoprire curiosità e approfondimenti sul sito www.luxinarcana.org che, a partire dal mese di luglio, di giorno in giorno si è arricchito di contenuti e che già, a poche settimane dalla sua pubblicazione, ha già attirato migliaia di visitatori da oltre cento Paesi di ogni parte del mondo.
Inoltre sarà possibile seguire attraverso i più conosciuti social network le attività collaterali alla mostra e scoprire curiosità e approfondimenti sul sito www.luxinarcana.org che, a partire dal mese di luglio, di giorno in giorno si è arricchito di contenuti e che già, a poche settimane dalla sua pubblicazione, ha già attirato migliaia di visitatori da oltre cento Paesi di ogni parte del mondo.
I 100 documenti – scelti tra codici e pergamene, filze, manoscritti e
registri – rimarranno in esposizione ai Musei Capitolini per circa
sette mesi, da febbraio a settembre 2012: un’iniziativa senza precedenti
che sta già creando un’enorme aspettativa, alimentata dal misterioso
fascino che l’Archivio Segreto Vaticano genera nell’immaginario
collettivo.
I documenti fino ad oggi rivelati, sono online sul sito della mostra www.luxinarcana.org insieme con notizie e approfondimenti su personaggi e curiosità legate all’Archivio Segreto Vaticano.
I documenti fino ad oggi rivelati, sono online sul sito della mostra www.luxinarcana.org insieme con notizie e approfondimenti su personaggi e curiosità legate all’Archivio Segreto Vaticano.
L’Archivio Segreto Vaticano rappresenta un patrimonio culturale
dell’umanità che ha come epicentro la città di Roma. La sede prescelta
per ospitare questo evento memorabile, i Musei Capitolini, sottolinea il
profondo legame fra la città di Roma e il Papato fin dall’età
medioevale. _ Alla sensibilità per le arti di Sisto IV si legano le
origini di entrambe le istituzioni coinvolte nell’evento. Ma allo stesso
tempo la storia custodita nell’Archivio Segreto Vaticano si intreccia
con la storia dell’Italia, dell’Europa e del mondo intero.
Tutto ciò renderà Lux in arcana - L’Archivio Segreto Vaticano si
rivela un evento dal valore scientifico e mediatico senza precedenti.
Fonte: romanotizie - luxinarcana