"Io dirò la verità". Così esordisce Giordano Bruno
nel primo dei sette costituti, gli interrogatori cui il Filosofo fu
sottoposto nel corso del processo veneto.Nel 412° anniversario
della morte del Nolano, il Grande Oriente d'Italia ricorda e vive la
lezione di pensiero, bellezza, umanità e libertà del filosofo europeo.
Contro ogni intolleranza, gli uomini del dubbio portano nel cuore la sua
conquista: l'Uomo restituito a se stesso e reso padrone del proprio
destino. A Bruno, cui sono dedicate tante Logge in ogni parte
d'Italia, siamo debitori per aver testimoniato, oltre ogni rogo e
mordacchia, che ciò che conta è pensare la propria vita e vivere il
proprio pensiero. Ci ha insegnato che la Filosofia non è
mestiere, ma vita profonda. E' passione. E che la libertà di ricerca è
infinita, come infiniti sono i mondi. Una storia di verità per sempre. Come ha scritto il filosofo Aldo Masullo: "Per un Roberto Bellarmino
c'è sempre un Giordano Bruno: non il male e il bene, ma l'integrato e
l'apocalittico, la ripetizione e la differenza. Ognuno ha colto a suo
modo l'occasione offerta dal proprio tempo".
Fonte: GOI