La ricorrenza della presa della Bastiglia ha assunto, fin dallo svolgersi dell'evento, significati importanti che - specie in Europa - si sono via via arricchiti di accenti allegorici e simbolici di grande forza. Nell'immaginario collettivo, ogni volta che si sfiora il tema della "rivoluzione" contro una qualche forma di tirannia, si rivà ai fatti del 1789; lo stesso avviene richiamandosi a quel periodo quando si parla dell'animo "insofferente e ribelle" di grosse fasce di popolazioni, allorchè abusi, soprusi, angherie e soperchierie determinano profonde ed insanabili spaccature nel contesto sociale, politico ed economico di una Nazione. La ricorrenza - in questa Europa contrassegnata da molte, troppe, distonie - oggi può assumere un significato più carico di significati e di attese: lo spettro della fame e della miseria, oggi presente in maniera affatto retorica e quindi concreta, si allunga minaccioso su molti territori di questa " vecchia Europa" dimentica della rivoluzione industriale che la vide protagonista, troppo lenta - nel suo complesso - ad agire e reagire agli imponenti colpi di maglio che vengono portati ai piedi di questo gigante. Credo che il comune sentire sia proteso nell'attesa di misure concrete, chiare, definitive che dicano chiaramente - e quindi, senza remore o infingimenti - quale sia la reale situazione e chi ne sia in realtà coinvolto ed a quale "stadio della malattia"; quali correttivi si debbano assumere fin da subito e per quanto tempo; su quali presupposti - rammentate? una volta esistevano i "piani pluriennali di sviluppo" - si basi la ri-partenza, chi li attui, con quali mezzi e con quali controlli; quali strati sociali siano coinvolti, ed in quale misura, sul doppio fronte dell'emergenza e della crescita. Si è quindi in attesa non di capi-popolo che arringhino ed infiammino le piazze per pilotare strumentalmente il dissenso o il malcontento verso questa o quella sponda; si è invece in attesa di leader che, con grande senso di responsabilità, umiltà e concretezza si rifacciano allo spirito dei Padri Fondatori delle Democrazie e del comune sentire europeista per "prendere per mano" popoli sgomenti, instillando in loro il desiderio di reagire per superare tutti insieme questi momenti e così percorrere la via verso obiettivi comuni, noti, trasparenti, accettati e quindi condivisi. Perseguire queste strade in modo rapidissimo e concreto, credo che sia il modo migliore per celebrare una Rivoluzione Francese - il cui emblema è proprio la "presa della Bastiglia" - che è divenuta faro di riferimento simbolico per decine e decine di generazioni e che ancora può svolgere un ruolo di stimolo: come tutti i simboli ricchi di reali contenuti, e svuotati di incloncludente retorica. Uniti, quindi: tutti insieme per superare questo grave momento e così gettare un ponte solido tra le sponde del baratro. Via i discorsi pre-confezionati e monotoni; via chi non sa gestire il denaro affidato dai cittadini; via da chi, con un tratto di matita, una gomma da cancellare ed un righello, stabilisce di giorno in giorno chi debba sperare e chi invece debba abbandonarsi alla disperazione; basta con il sacrificare le carni dei figli alle zanne fameliche della speculazione: basta! Si può e si deve fare qualcosa di tangibile e di visibile, di costruttivo: perchè proteggendo l'Europa si proteggono i destini di un mondo più vasto. Onoriamo così tutti coloro che nel tempo hanno versato il proprio sangue per difendere e perseguire gli ideali di Libertà, Uguaglianza e Democrazia!
"...Allons, les citoyens!..."
Avanti Europa!
Avanti Italia!
Roma 14 Luglio 2012 - Giuseppe Bellantonio"...Allons, les citoyens!..."
Avanti Europa!
Avanti Italia!
Fonte: http://giuseppebellantonio.blogspot.it/