mercoledì 4 luglio 2012

"FILOSOFIA MASSONICA" DI MAURO CASCIO



Mauro Cascio
Filosofia Massonica
Nota introduttiva di Alessandro Cecchi Paone e appendici di Antonio Cecere e Marco Rocchi
Bastogi Editore, 2012, €.12,00
 
Quella di Mauro Cascio è una sfida. Una sfida lanciata anche da altri, ma che ora, grazie all’apertura (seppur minima) del mondo culturale e letterario, è pronta per essere accolta da un più vasto pubblico. Si tratta, come scritto nella quarta di copertina, di restituire agli studi filosofici uno degli “oggetti” più straordinari della cultura occidentale degli ultimi tre secoli, vale a dire, l’Istituzione Massonica.
Parlare di filosofia massonica e non solo di filosofi massoni, può suonare alquanto inusuale per coloro che sono abituati ad associare la parola “massonico” alle teorie complottistiche, alle vicende come la P2 o ai libri in stile Dan Brown.
C’è, in effetti, un abuso oramai storicamente ben documentato, delle parole e dei simboli riguardanti la massoneria. Abuso fin troppo spesso doloso. Aborto di una disinformazione che non solo mira al facile guadagno con sensazionalismi sincretistici di ogni tipo, ma che mira concretamente alle fondamenta della tradizione laica, o anche più semplicemente a tutto ciò che infastidisce la tradizionale fattura religiosa e politica del paese.
Se è vero che da una parte la Massoneria (se di Massoneria con la “m” maiuscola è possibile parlare) riceve tuttora discriminazioni da organizzazioni religiose e politiche contrapposte ai valori laici e liberali, si deve anche ammettere che c’è una sorta di indifferenza allargata verso l’analisi della portata filosofica del fenomeno massonico. Non sono rare, infatti, le pubblicazioni straniere a riguardo (si pensi per esempio ai rilevanti studi di Margaret C. Jacob o alle importanti affermazioni di J. Habermas per quanto riguarda il contributo della Massoneria allo sviluppo della società borghese) ma sono ancora troppo poche le pubblicazioni italiane che possono davvero ridare all’istituzione massonica quel lustro che da troppo tempo le è stato negato. Di certo non servono a questo scopo le notizie che si apprendono dai deliranti media italiani, dove improvvisati storici ed esperti di un fantomatico “esoterismo” si addentrano, circondati da atmosfere alla Eyes Wide Shut, in territori che non competono ai nani e alle ballerine.
Ma come sempre, nella più tetra notte, alcuni ricercatori scoprono la Luce, ed ecco che senza lasciarsi troppo abbagliare iniziano a diffonderla nei loro ambienti. È il caso di Mauro Cascio, Antonio Cecere e Marco Rocchi, i quali ci permettono in una sola opera di attingere da tre prospettive massoniche e/o filosofiche diverse .
Mauro Cascio (giornalista, scrittore, laureato in Filosofia) ci accompagnerà nel suo percorso filosofico per almeno 54 pagine. Cascio è pensatore esistenzialista, ma non alla Sartre, ateo e senza speranza, ma alla Camus, dove “la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo”. Il massone - così come il filosofo - secondo Cascio, cerca di continuo, senza mai fermarsi su risposte definitive. È un uomo, l’iniziato, che non si abbandona allo sterile dogmatismo, ma affronta con coraggio e determinazione la molteplicità di prospettive che il mondo gli riserva. Vengono alla mente, allora, le intuizioni di quella corrente filosofica che prende le mosse dalla svolta ermeneutica che in Italia vede il suo sviluppo con Gianni Vattimo, sotto il nome di Pensiero debole. Il linguaggio, l’Arte, la verità, il dialogo. Questi sono solo alcuni dei temi toccati da Cascio. La Massoneria come tempio e cantiere per la costruzione di un senso comune che manca all’umanità. Per Mauro Cascio, in definitiva, la ricerca filosofica sembra essere assimilabile alla ricerca massonica, poiché la squadra, il compasso, la cazzuola e la livella sono strumenti comuni ad entrambi i percorsi iniziatici.
Il volume di Mauro Cascio si compone anche di una splendida appendice nella quale Marco Rocchi e Antonio Cecere affronteranno due aspetti specifici della componente filosofica dell’istituzione massonica.
Il contributo di Antonio Cecere, dal titolo La religione a cui tutti gli uomini darebbero il proprio consenso, prende le mosse da una affermazione che il Nostro ritiene centrale nell’argomentazione di Mauro Cascio: “Davanti al tema eterno della Verità il massone cerca, il credente ha”. Cecere rintraccia il peso della componente deistica nella tradizione massonica partendo rigorosamente dallo studio delle costituzioni massoniche redatte da James Anderson nel 1723. Secondo Cecere, il quale porta a suo favore i contributi di almeno un secolo di studi in tale campo, il deismo diffuso dalla tradizione massonica si pone come stadio principale di una civiltà moderna, pluralista e tollerante. La Massoneria, allora, rappresenterà un progetto della modernità teso alla costruzione di nuove forme di sociabilità libere dal giogo dei dogmi e dalle distinzioni religiose.
Pitagorismo e Newtonianesimo nella Massoneria è invece il titolo del contributo di Marco Rocchi (autore non estraneo a pubblicazioni sul Newton alchimista), nel quale ci è permesso scorgere la funzione di collante che la Massoneria ha giocato soprattutto nel secolo dei Lumi. Se è vero, infatti, che molti filosofi illuministi appartenevano all’istituzione massonica, è anche vero che all’interno di questa istituzione hanno trovato un fuoco vivificante quelle tradizioni esoteriche come l’alchimia, la cabala e il pitagorismo. Come ricorda Marco Rocchi, non si può parlare della Massoneria come erede delle antiche tradizioni pitagoriche o ermetiche, ma di certo è innegabile la presenza nel grembo massonico di questa seconda anima, dopo quella illuministica, più misticheggiante e se vogliamo, anche più irrazionalistica.

Nazzario Giambartolomei

Fonte: TRA SQUADRA E COMPASSO