Un giallo sapienziale. Un'operetta morale. Un manuale (e
non suoni riduttivo) filosofico per guidare alla scoperta del senso
dell'esistere, alla sua intrinseca luce, pur con tutta l'arduità che ciò
comporta. Un romanzo breve in forma di saggio o viceversa, in un mélange
particolarmente riuscito. O, anche, uno scintillante e profetico “ronzio
oniroide”, “un cammino emotivo verso la conoscenza”, un vero e proprio cammino
esoterico. Echi di Eco e Dan Brown, arabeschi e incisioni alla William Blake,
Platone et alii. Il Mito della Lanterna di Jim Tatano è una di quelle rare storie
capaci di istruire, nel senso più vasto e nobile, e, nel contempo, di
avvincere.
Tutto prende le mosse da un sogno estremamente complesso
e articolato che fa Giorgio Araldi, detto Jojo, speaker di una radio e
giornalista in una imprecisata cittadina italiana. Il viaggio onirico
dell'alias del protagonista è costellato di simboli, allegorie e arcani: una
grotta; un fiume e un ponte di antiche pietre; delle rovine e dei costruttori; una strada al
bivio fra un campo di loglio e uno di grano; un uomo incappucciato con un
bastone e un mantello nero che lo chiama “Nathan”; la visione di sé morto; un
obelisco; un libro con le pagine bianche, vuote; un grande cerchio e tre stelle
parallele... Bisogna morire prima di
morire... Il saggio, per essere tale, deve essere deriso... Trova la lanterna…
E la realtà si rivela non meno sorprendente nel tentativo
di svelare l'enigma del sogno. Il giovane io narrante intraprende un viaggio,
come un umile pellegrino, verso la conoscenza, dalle radici dell'essere per
farvi ritorno, accompagnato nelle varie fasi da un saggio professore di
filosofia – Massimo, zio della fidanzata, Virginia Astrea (un nome non casuale,
bensì causale), che lo aiuterà a decifrare un crittogramma, ingegnosa
inserzione che accresce il fascino della storia – e da Mister Thomas Benjamin
Royston, eccentrico poeta scozzese, un iniziato, i cui versi di esoterico
simbolismo rimbombano nei pozzi della psiche e dell'anima.
Il Mito della
Lanterna è un libro di molteplici sfumature e suggestioni che, anche quando
pare avvolgersi nel didascalico per sviscerare e dimostrare le proprie tesi, lo
fa con eleganza superiore e sopraffina. Ogni divagazione aggiunge e non toglie.
È un'esplorazione dell'universo interiore: spazi infiniti e sovente
inesplorati, dove giacciono, insieme con i pericoli, tesori di meraviglie.
Un'apologia della libertà che nasce dal Bene e con il Bene.
Spirito, coscienza e conoscenza sono il traguardo non
facile ma cui tendere, lo strumento e il fine in concordia, una fine che è
ancora incipit, l'avventurosa via da cercare, intraprendere e seguire,
l'itinerario che insieme deve essere tracciato da mente e cuore congiunti,
l'orizzonte. La luce rischiarerà la via, sarà il premio. La luce dell'amore e la lanterna della
conoscenza che convergono, con ineluttabile generosità, a delineare una vita
degna, piena e, perché no, felice.
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Jim Tatano nasce nel 1984 a Mussomeli e da sempre vive a
Villalba. Muove i suoi primi passi letterari scrivendo poesie e brevi saggi in
giornali locali. Ha esordito nella narrativa nel 2009 con il romanzo “Il Magico
Giardino” ottenendo un discreto successo di critica e pubblico. Dal 2011 scrive
per il giornale telematico Castello Incantato e per il suo blog Flatus Vocis. Il
30 giugno è uscito “Il Mito della Lanterna” (Edizioni Il Ciliegio).
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Fonte: Jim Tatano