martedì 19 novembre 2013

Udine, 23 novembre 2013 - Educare nella modernità. I giovani, cittadini del domani.

Il Collegio Circoscrizionale del Friuli Venezia Giulia e l'Associazione Culturale "Galileo Galilei" di Udine, sotto l'egida del Grande Oriente d'Italia, organizzano l'VIII Seminario di Studi Massonici "In Memoriam Antonio Celotti" sul tema "Educare nella modernità. I giovani, cittadini del domani". L'incontro pubblico annuale si terrà sabato 23 novembre 2013 alle ore 16.00 nella prestigiosa cornice di Palazzo Kechler. Sono previsti gli interventi di Fulvio Salimbeni "Educare nella modernità: ma quale modernità?", Giovanni Maria Cecconi "La crisi apre spazi di nuova libertà", Marco Cuzzi "Creare il cittadino: "la maieutica nazionale" nella storia d'Italia" Gian Mario Cazzaniga "Dalla Casa di Salomone alla Rete: metamorfosi del processo educativo" e di Enzio Volli "La scuola e l'educazione nella modernità. Esperienze personali straniere e italiane". Traccerà le conclusioni il Gran Maestro Gustavo Raffi.
 

 
Fonte: GOI

mercoledì 6 novembre 2013

MOSTRA NAZIONALE DEGLI "EX LIBRIS MASSONICI"


8/23 novembre 2013, Livorno – Roma

Nati per dare alla proprietà del libro un maggiore decoro e una marcata possibilità di distinzione rendendone così più difficile anche il furto, gli ex libris hanno conosciuto nei secoli una straordinaria evoluzione, diventando un’opera d’arte a se, indipendente dal loro utilizzo primario e dunque un ricercato oggetto da collezione.

Oltre cento ex libris massonici di proprietà del Museo Storico della Gran Loggia d’Italia, saranno esposti dall’8 novembre a Livorno negli spazi della Galleria d’Arte “Goldoni” in una delle rare mostre organizzate in Italia e dedicate a questi “cartellini da libro”.

“Sarà un’occasione” - dice Luigi Pruneti, Gran Maestro dell’Obbedienza Massonica di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi – “per ricostruire il percorso artistico e storico della grafica e delle tecniche, fino alle più moderne, utilizzate nel tempo per la realizzazione degli ex libris; la mostra di Livorno – aggiunge il Prof. Pruneti – ci darà anche l’opportunità di rivisitare la simbologia esoterica e il rapporto tra gli artisti che realizzano gli ex libri, i loro committenti e la cornice culturale di riferimento che quest’ultimi esprimono attraverso i propri ex libris”.

Il mondo degli ex libris, caratterizzati da iscrizioni manoscritte, sonetti, incisioni di simboli con forti richiami all’alchimia, specie negli gli ex libris massonici, sta completando un processo che li ha visti trasformarsi da piccola grafica applicata a grafica artistica, impegnando, in particolare nel XIX secolo pittori e incisori già di fama, per ritrovare, andando ancora a ritroso nel tempo addirittura il massimo esponente della pittura tedesca rinascimentale, Albrecht Dürer, autore di pregiati “foglietti”.

E’ tuttavia il Novecento a segnare la svolta per l’ex libris che, pensato per “servire” il libro diventa proprio in quel periodo, grazie anche alla progressiva diffusione della stampa, un oggetto alla moda e un’opera d’arte a sé. “La Borghesia – racconta la curatrice della mostra Annalisa Santini - chiese agli artisti l’utilizzo dei simboli come contraltare agli stemmi della nobiltà; i committenti divennero ben presto esigenti e i collezionisti crearono una fitta rete di scambi portando a una nuova concezione di questo piccolo foglio: non più un semplice attestato di proprietà, ma una stampa d’arte con una sua valutazione e un proprio grado di rarità”. Da allora non vennero più rispettati i canoni classici di dimensioni o di grafica e fu inserito il colore nella stampa, mentre l’evoluzione formale e semantica degli ex libris - così come ogni creazione artistica - continua ad andare di pari passo con i tempi seguendone, con attenzione e sensibilità i percorsi artistici. Un’evoluzione questa che ha fortemente spinto nell’ultimo secolo il collezionismo internazionale e che ha visto la nascita di associazioni impegnate ad intensificare gli scambi e a incentivare la produzione degli ex libris.

Alla mostra di Livorno sarà così possibile vedere gli ex libris di artisti contemporanei, un’acquaforte del fiorentino Leonardo Scarfò, classe 1974 oppure, le opere di personalità che segnarono la storia dell’arte e della cultura italiana dell’800. E’ il caso del livornese Giovanni Targioni Tozzetti discendente della stessa nobile famiglia fiorentina, amico e librettista di Paolo Mascagni con il quale collaborò alla scrittura de La Cavalleria Rusticana.

E’ Giovanni Targioni Tozzetti, che si firma GTT, l’autore di un ex libris che per la simbologia che raffigura ha una valenza storica estremamente importante; oltre infatti ai simboli della tradizione massonica vi è disegnata una finestra aperta sulla vista del Carro dell’Orsa Maggiore e una colomba che tiene nel becco un rametto di ulivo, accanto, un cartiglio recita: “Si Spiritus pro nobis, quis contra nos?”. Un’immagine molto simile al labaro della Reggenza del Carnaro disegnato da Gabriele D’Annunzio che proprio durante il periodo fiumano fu insignito del 33° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato da una delegazione dell’Obbedienza Massonica di Piazza del Gesù.

In mostra a Livorno anche l’ex libris di Ettore Petrolini che egli stesso disegnò mostrandosi come una maschera teatrale che interpreta e ricopre la sua funzione primaria, incollato in un libro a indicarne il suo proprietario. Ettore Petrolini, uno dei massimi esponenti del Teatro di varietà, attore, scrittore e drammaturgo, fu iniziato alla massoneria nel 1923; un passaggio breve il suo a causa dell’imminente messa al bando della massoneria da parte del regime fascista.

Tra gli ex libris in mostra da segnalare quello realizzato dal celebre pittore Giulio Cisari, l’artista comasco noto anche per aver caratterizzato negli anni venti e trenta la produzione grafica della casa editrice Mondadori e delle edizioni Ricordi; gli ex libris di Adolfo Ruiz Casamitjana, architetto catalano protagonista insieme ad Antonio Gaudì dello sviluppo dell’Art Noveau o quelli di Remo Wolf, uno dei più noti pittori e incisori di ex libris italiani di fama internazionale.

Se da una parte ci sono gli artisti e gli incisori impegnati in queste piccole opere d’arte, dall’altra dominano i committenti che negli ex libris raccontano se stessi e la propria appartenenza all’Obbedienza Massonica. Uno su tutti è stato Remo Palmirani, noto e apprezzato medico bolognese autentico estimatore di ex libris tanto da diventarne collezionista e autore di numerose pubblicazioni dedicate alla materia. Suo l’ex libris scelto in copertina per il catalogo della mostra, eseguito dall’argentino Mauricio Schvarzman; un’opera che fa riferimento alla più famosa leggenda massonica: la morte di Hiram, l’architetto che progettò ed eseguì il Tempio di Salomone raffigurato al centro dell’ex libris.

Hiram fu ucciso da tre cattivi compagni che con la violenza volevano estorcere al Maestro i segreti dell’arte. Ma questi preferì la morte invece di tradire il segreto cosicché lo uccisero colpendolo con la squadra, il regolo e il maglietto. Un ex libris che simboleggia il tradimento, la profanità risorgente e dunque il sacrificio del Maestro. Tra gli altri elementi della linoleografia di Schvarzmman, un’acacia che chiude la strada al primo dei tre personaggi che trasportano le spoglie di Hiram, come a dirgli che il cammino è finito e che è giunto alla meta; poi la Stella con inscritta la G raffigurata fra Squadra e Compasso sotto il Sole radiante a rappresentare la rinascita della Parola simboleggiata da Hiram; e infine il verde quale colore dominante, simbolo della la vita dopo la morte.

Con l’obiettivo di sostenere in particolar modo nei giovani artisti italiani la realizzazione di ex libris, la Gran Loggia d’Italia ha indetto un concorso nazionale. Le opere dei venti finalisti saranno in mostra a Livorno, mentre la premiazione del vincitore si svolgerà a Roma il 23 Novembre nella sede del Museo Storico dell’Obbedienza di Piazza del Gesù, che per l’occasione resterà aperto al pubblico per l’intero fine settimana.

Roma, 4 novembre 2013

Fonte: GLDI

lunedì 4 novembre 2013

In movimento, tra Tradizione e rinnovamento. La Comunione di Piazza del Gesù si rinnova partendo da... Piazza del Gesù.


Comunione di Piazza del Gesù

         Dopo una fitta serie di contatti, il continuo vaglio di ogni possibile percorso e la ricerca di formulazioni adeguate quanto innovative, gli Illustri Fratelli che maggiormente hanno rappresentato la Comunione di Piazza del Gesù negli ultimi tre lustri hanno terminato l'elaborazione dei dati complessivamente proposti dalla condizione della Massoneria in Italia e dal contesto storico e sociale in cui essa opera.

          Si è deciso di rinnovare la charta costitutivo-statutaria così da adeguarla alle sollecitazioni poste da un lato dal rispetto dell'ortodossia originata dalle proprie tradizioni – in ambito storico, di cultura esoterico-iniziatica, di qualità nella presenza -, dall'altro da una Società il cui tessuto è in continua trasformazione: una trasformazione contraddistinta da un dinamiche molto rapide, all'apparenza disomogenea e irrazionale, spesso al limite del caotico, in cui il ruolo della Massoneria – pur presente nella Società – appare di minor spessore qualitativo che non nel passato.

         Se è vero che le persone che compongono i diversi contesto sociali nel Mondo sono frastornate da accadimenti repentini e spesso di segno contraddittorio – troppo spesso, ahimè, soggetti al peso di guerre, integralismi, contrasti armati -, è  vero che è sempre più ampia la domanda di forme aggregative che siano scevre da esasperazioni di parte e che siano contraddistinte tanto dalla valorizzazione delle qualità personali che dalla ricerca dei sostanziali equilibri riposti nei valori dello spirito.   Quest'ultimo termine, ovviamente, senza entrare nel merito di quei valori che, strettamente correlati alla spiritualità ovvero ai valori personali dell'animo, competono all'intangibile sfera individuale degli interessi religiosi.

         Ecco allora che, nel nostro modesto contesto, è sorto il desiderio di offrire un rinnovato e palese contributo affinché i valori migliori e più qualificanti dell'Uomo abbiano a prevalere su tutto ciò che, invece, tende a mortificarlo, appiattirlo su posizioni di massa tali da poterne persino menomare le libertà essenziali e persino fondanti.

         Lo strumento che si è ritenuto più idoneo è stato individuato nel sostenere un contributo incondizionato affinché si pervenga ad una considerazione – e quindi immagine, tanto sotto il profilo qualitativo che sostanziale – della Massoneria in Italia, e dei Massoni, profondamente diversa da quella che attualmente sembra essersi sedimentata in  parte dell'opinione pubblica.   Forse a causa della scarsa capacità di taluni contesti massonici di svolgere un ruolo improntato – in modo chiaro e trasparente - a dare disinteressato contributo alla collettività; forse per una diffusa non-conoscenza di 'cosa' sia effettivamente oggi la Massoneria e 'quale' possa essere (oggi, XXI°secolo) il suo bagaglio ed il suo ruolo, tanto sotto il profilo storico che sociale e culturale; fors'anche per responsabilità di controparti 'interessate', per i più svariati motivi, a darne un'immagine distorta ed inattuale: persino conflittuale con la quotidianità della vita ovvero con l'interesse della comunità!

         Ecco quindi perchè si intende guardare alle esperienze del passato, a quelle Tradizioni di molto antecedenti il XVIII° secolo – data in cui non è certo nata la Massoneria (o Libera Muratorìa che dir si voglia), bensì quella 'Massoneria moderna'  ben diversa dall'altra – prediligendo gli approfondimenti filosofici ed esoterici; lo studio corretto della storiografia; i richiami del simbolismo; i rapporti con altre componenti anche non iniziatiche sotto il profilo degli studi, del confronto e della dialettica.  Solo così, a nostro avviso, possono essere individuate le giuste 'chiavi di lettura' di ogni fenomeno che la vita ci pone, e solo così si può assumere un ruolo affatto sostitutivo, bensì indicativo e di supporto alle conoscenze altrui per una migliore comprensione dei fenomeni stessi.

         Tradizione, sì: ma non per rimanere sempre girati con la testa indietro, ad ammirarne le testimonianze; peggio ancora sarebbe poi cercare di adoperare le Tradizioni, le cognizioni originate dalle scienze sapienziali, per costruire una qualche forma di 'presente' (sarebbe sempre una costruzione 'nuova' con mattoni vecchi: quindi, un qualcosa di rinnovato, di ri-proposto, ma non di letteralmente 'nuovo'). Ebbene, a nostro avviso, la Tradizione dev'essere vissuta sì come una  corretta relazione con il passato e con i ricordi – dai quale se ne devono trarre i migliori insegnamenti e gli aspetti più qualificati e qualificanti -, ma deve essere vissuta come un'opportunità, uno stimolo che ci induca a maturare tanto sul piano emotivo che su quello più pragmatico, meno sottile.  Tradizione per guardare avanti; Tradizione per meglio comprendere i fenomeni che il quotidiano ci porge, per farne strumento di quell'opera di edificazione che ci conduce al futuro (in un certo senso: il presente quale porta aperta sul futuro); Tradizione quale corretto 'alimento' per i nostri studi, per la nostra attività speculativa, per la nostra crescita interiore e non, ma la nostra presenza dev'essere improntata al 'gusto'.

         Il 'gusto'  per assaporare il piacere di quella sfida continua che è la nostra crescita interiore (per intenderci: quella rivolta all'abbandono dell' 'io', per raggiungere la consapevolezza del 'se': lo specchio della propria anima); per meglio vivere il nostro ruolo nella società e l'intensità del nostro contributo alla stessa;  per  trarre beneficio dalla possibilità di elaborare, progettare, discutere, programmare, innovare e – alfine – per raggiungere il giusto traguardo. 

         Quello di poter capitalizzare il tutto, applicando nella pratica del quotidiano le speculazioni del nostro intelletto.  Seguendo, però, un approccio ed una prospettiva e del tutto diversi che nel passato: l'ottica sarà quella prospettata dalla c.d. “Massoneria delle Antiche Pietre”, mentre la prospettiva ha come background il ricondursi a quello spirito cavalleresco tipicamente Templare; quello dei Guardiani della Soglia, quello – soprattutto – dei protettori del Sepolcro di Gesù Cristo, a Gerusalemme.

         Il rispetto alla Tradizione ci porta a tornare a Piazza del Gesù, 47: per riaffermare, anzi sottolineare, un ruolo mai abbandonato; il ricollocare una bandiera su un luogo che, al di là di essere un banale toponimo, è una voce importante – anzi unica – nella storiografia massonica nazionale come pure in quella internazionale.   Ma ci intendiamo 'in movimento', per cui ogni sosta è breve: non un traguardo, bensì una serie di tappe verso un 'unico traguardo'. Certamente non vicino, ma raggiungibile.

         Difatti: può essere la reale consistenza, la qualità di una Famiglia parametrabile solo al luogo dove essa ha sede? Se pronunciassimo un 'sì' senza riserve, vorrebbe dire che quanto abbiamo tracciato poco sopra è stato solo un esercizio di sterile retorica.  Proferire un 'sì', in questo caso, ha un valore solo limitato al sanare una situazione in sospeso dal lontano 1973: circa la quale chi ha un minimo di preparazione storica, già sa.   Ma una volta che si sarà consumato quest'atto di 'liberazione' da quel ricordo per noi funesto, dovremo guardare fermissimamente solo ed esclusivamente davanti a noi: ricchi dei nostri ricordi, ma non più schiavi di essi.   La nostra vocazione è 'costruire', e il 'costruire' è un'attività dinamica, forse lenta ma affatto statica: la nostra missione, su questo percorso, d'ora in poi si potrà sintetizzare come “in movimento, per costruire: insieme”.

         Al di là di ogni parola, attraverso questo scritto, intendiamo già offrire uno spaccato preliminare degli aspetti a nostro avviso più qualificanti ovvero delle variazioni proposte non solo dalla rinnovata  charta costitutivo-statutaria, ma anche da quel Regolamento interno che per noi è ormai la Regola: equilibrata serie di direttive interne che, mai smarrendo il contatto con la nostra Tradizione, hanno anche lo scopo di far conoscere nel modo migliore – specie ai neofiti: ma, considerando il carattere di pubblicità del nostro agire, anche ai profani – la nostra storia e le nostre migliori caratteristiche.   E' utile precisare in questa sede – specie per chi ci legge forse per la prima volta - che i nostri elaborati, ogni nostro documento, non sono mai un copia-e-incolla di scritti pregressi, bensì il frutto originale del nostro pensiero.

         Con animo fraterno, un cordiale saluto, invitando a proseguire la lettura collegandosi al link  http://comunionedipiazzadelgesu.blogspot.it .

Roma, 10 Ottobre 2013                                                             
                                                                                              
Giuseppe Bellantonio

Presidente designato
dell'Ass.ne 'Comunione di Piazza del Gesù'



Fonte: Fr.·. Giuseppe Bellantonio, Comunione di Piazza del Gesù

La loggia "Giordano Bruno" di Ferrara festeggia il quarantennale con un convegno e uno spettacolo teatrale.


La "Fiamma Infinita" , così Giordano Bruno rivive a Ferrara

Il 9 novembre la storia e il pensiero del Nolano in un evento alla Sala Estense. Convegno e uno spettacolo teatrale organizzati dalla Loggia Giordano Bruno per celebrare il suo Quarantennale.
Quattro secoli fa in una piazza romana un uomo veniva bruciato vivo con una mordacchia che gli impediva qualsiasi parola, qualsiasi urlo di dolore, e la sua non fu affatto una morte rapida; gli era stato predisposto un rogo a fuoco lento, la sua doveva essere un'esecuzione esemplare, in grado di scoraggiare chiunque avesse avuto la pretesa di seguire le sue orme, il coraggio di "pensare liberamente", di proiettare la sua ricerca oltre la cortina dei dogmi della Chiesa; la morte avrebbe liberato quel corpo dalle sofferenze solo dopo che brandelli di carne infuocata si fossero staccati dalle ossa. Tutto questo quell'uomo, Giordano Bruno, lo sapeva fin dall'inizio; lo sapeva ed avrebbe potuto sottrarsi a quell'orribile supplizio, semplicemente abiurando, sconfessando le proprie idee, rinnegando il proprio pensiero. Ma non lo volle fare. Giordano Bruno volle coscientemente trasformare il suo martirio sul rogo, in una "Fiamma Infinita" in grado di riscaldare i cuori e le menti di generazioni di uomini disposti, come lui, a battersi per la libertà di pensiero e di ricerca contro ogni oscurantismo.
Quella "Fiamma Infinita" continua ad ardere anche ai giorni nostri, e la loggia massonica ferrarese che porta il nome di Giordano Bruno ha deciso di celebrare il suo 40simo anniversario di fondazione con un convegno dedicato proprio allo studio dei grandi crediti che il pensatore di Nola vanta nei confronti della modernità (intesa come filosofia, scienza e costume) e di tutti noi.
Il convegno "Giordano Bruno: la Fiamma Infinita" si terrà nel pomeriggio (ore 16.30) di Sabato 9 Novembre alla Sala Estense di Ferrara, con ingresso assolutamente libero. A seguire uno spettacolo teatrale dedicato anch'esso alla figura di Bruno.

LO SPETTACOLO
Anche in questa occasione, infatti, Giordano Bruno non parlerà solo alle menti dei pubblico che assisterà al dibattito, ma anche ai loro cuori, attraverso una toccante rappresentazione teatrale che seguirà la conclusione del convegno (verso le 18.30 ca.) e sarà replicata anche in serata (alle ore 21.00, sempre ad ingresso libero). "La Pietra della Bellezza", questo il nome dell'atto unico tratto da un testo di Gerardo Picardo (uno dei relatori presenti al convegno), porta in scena, in un impossibile dialogo oltre la morte, Giordano Bruno (l'attore Maurizio Pulina) e Clemente VIII (Francesco Palmieri) il Papa che lo mise al rogo. Entrambi spiegano e difendono le proprie ragioni. Ma certo quelle di Bruno hanno una carica più liberatoria. Nelle parole di Bruno compaiono infatti anche l'amore (Morgana), la sua febbre di ricerca, il suo orgoglio, la sua presunzione, il suo lato umano, il suo amore per la vita ed i piaceri della natura, con una sola paura: non aver più tempo per pensare.
La messa in scena è della Compagnia Spazio T di Alghero, con la regia di Chiara Murru, i costumi di Manuel Delogu, mentre il video che accompagna la recitazione è di Giulio Fanelli con la partecipazione di Giulia Izza,Martina Masala e Marilena Chelo.

IL CONVEGNO
Curatore e coordinatore scientifico di questo workshop su Giordano Bruno è stato il prof. Antonio Panaino, storico e orientalista dell'Università di Bologna, direttore della rivista Hiram.
Panaino ha radunato a Ferrara un gruppo di studiosi che hanno esplorato aspetti particolarmente originali dell'eredità lasciataci da Bruno. E sono proprio queste "vie nuove" della ricerca bruniana a rendere particolarmente stimolante il convegno voluto dalla Loggia Giordano Bruno di Ferrara per celebrare pubblicamente, fra i suoi concittadini, il proprio Quarantennale.
La tesi del convegno è che "La Fiamma Infinita" di Giordano Bruno abbia reso il pensiero umano non solo più libero e meno pavido, ma per la prima volta anche pluridimensionale (non più schiacciato cioè nell'unidimensionalità dell'assolutismo e del dogmatismo). Per la prima volta Bruno ha permesso di vedere nuovi mondi sia interiori che universali anche al di là dei limiti umani di spazio e tempo (è il tema della relazione del prof. Pierre Dalla Vigna, filosofo dell'Università dell'Insubria). In poche parole probabilmente è stato proprio Giordano Bruno a creare i presupposti scientifici delle conquiste spaziali (ne tratterà il prof. Massimo Andretta, fisico dell'Università di Bologna).
Bruno ha vagato per l'intera europa. E' provata e studiata da tempo la sua influenza sugli intellettuali tedeschi, francesi ed inglesi (si pensa che abbia ispirato personalmente perfino il mitico Shakespeare). Meno studiata, ed i lavori ferraresi colmeranno questa lacuna, la sua influenza sul mondo slavo e sulla cultura russa in particolare ("Da Campo dei Fiori alla Piazza Rossa" il titolo della relazione del prof. Paolo Ognibene, storico dell'Università di Bologna). Il tutto partendo dalla sfida epocale che un piccolo uomo lanciò ai grandi poteri del suo tempo (ne parlerà il giornalista scrittore Gerardo Picardo), poteri che credettero di sconfiggerlo riducendo quell'uomo in cenere, ma non fecero i conti con le braci di libertà che si diffusero proprio da quelle ceneri che ardono ancora oggi.
Il dibattito sarà introdotto dal saluto del Maestro Venerabile della Loggia Giordano Bruno, Eligio Bolzan (che presenterà anche un video storico sulla massoneria ferrarese) e dall'intervento dell'avv. Giangiacomo Pezzano, presidente del Collegio dei Maestri Venerabili dell'Emilia Romagna, in rappresentanza del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani.

Il Quarantennale della Loggia Giordano Bruno di Ferrara si concluderà il prossimo Sabato 7 Dicembre con una conferenza pubblica del prof. Antonio Panaino (Università di Bologna) su "Massoneria e Tolleranza Religiosa" (Sala delal Musica, via Boccaleone 19, ore 16.30). In precedenza, ancor prima della giornata bruniana del 9 Novembre, si era già tenuta un'altra conferenza sul tema "Massoneria e Costituzione" con interventi del prof. Morris Ghezzi (Università di Milano) e del prof. Angelo Scavone (Università di Bologna). 

Fonte: GOI