Comunione di Piazza del Gesù
Dopo
una fitta serie di contatti, il continuo vaglio di ogni possibile percorso e la
ricerca di formulazioni adeguate quanto innovative, gli Illustri Fratelli che
maggiormente hanno rappresentato la Comunione di Piazza del Gesù negli ultimi
tre lustri hanno terminato l'elaborazione dei dati complessivamente proposti
dalla condizione della Massoneria in Italia e dal contesto storico e sociale in
cui essa opera.
Si è deciso di rinnovare la charta
costitutivo-statutaria così da adeguarla alle sollecitazioni poste da un lato
dal rispetto dell'ortodossia originata dalle proprie tradizioni – in ambito
storico, di cultura esoterico-iniziatica, di qualità nella presenza -,
dall'altro da una Società il cui tessuto è in continua trasformazione: una
trasformazione contraddistinta da un dinamiche molto rapide, all'apparenza
disomogenea e irrazionale, spesso al limite del caotico, in cui il ruolo della
Massoneria – pur presente nella Società – appare di minor spessore qualitativo
che non nel passato.
Se
è vero che le persone che compongono i diversi contesto sociali nel Mondo sono
frastornate da accadimenti repentini e spesso di segno contraddittorio – troppo
spesso, ahimè, soggetti al peso di guerre, integralismi, contrasti armati -,
è vero che è sempre più ampia la domanda
di forme aggregative che siano scevre da esasperazioni di parte e che siano
contraddistinte tanto dalla valorizzazione delle qualità personali che dalla
ricerca dei sostanziali equilibri riposti nei valori dello spirito. Quest'ultimo termine, ovviamente, senza
entrare nel merito di quei valori che, strettamente correlati alla spiritualità
ovvero ai valori personali dell'animo, competono all'intangibile sfera
individuale degli interessi religiosi.
Ecco
allora che, nel nostro modesto contesto, è sorto il desiderio di offrire un
rinnovato e palese contributo affinché i valori migliori e più qualificanti
dell'Uomo abbiano a prevalere su tutto ciò che, invece, tende a mortificarlo,
appiattirlo su posizioni di massa tali da poterne persino menomare le libertà
essenziali e persino fondanti.
Lo
strumento che si è ritenuto più idoneo è stato individuato nel sostenere un
contributo incondizionato affinché si pervenga ad una considerazione – e quindi
immagine, tanto sotto il profilo qualitativo che sostanziale – della Massoneria
in Italia, e dei Massoni, profondamente diversa da quella che attualmente
sembra essersi sedimentata in parte
dell'opinione pubblica. Forse a causa
della scarsa capacità di taluni contesti massonici di svolgere un ruolo
improntato – in modo chiaro e trasparente - a dare disinteressato contributo
alla collettività; forse per una diffusa non-conoscenza di 'cosa' sia
effettivamente oggi la Massoneria e 'quale' possa essere (oggi, XXI°secolo) il
suo bagaglio ed il suo ruolo, tanto sotto il profilo storico che sociale e
culturale; fors'anche per responsabilità di controparti 'interessate', per i
più svariati motivi, a darne un'immagine distorta ed inattuale: persino
conflittuale con la quotidianità della vita ovvero con l'interesse della
comunità!
Ecco
quindi perchè si intende guardare alle esperienze del passato, a quelle
Tradizioni di molto antecedenti il XVIII° secolo – data in cui non è certo nata
la Massoneria (o Libera Muratorìa che dir si voglia), bensì quella 'Massoneria
moderna' ben diversa dall'altra –
prediligendo gli approfondimenti filosofici ed esoterici; lo studio corretto
della storiografia; i richiami del simbolismo; i rapporti con altre componenti
anche non iniziatiche sotto il profilo degli studi, del confronto e della
dialettica. Solo così, a nostro avviso,
possono essere individuate le giuste 'chiavi di lettura' di ogni fenomeno che
la vita ci pone, e solo così si può assumere un ruolo affatto sostitutivo,
bensì indicativo e di supporto alle conoscenze altrui per una migliore
comprensione dei fenomeni stessi.
Tradizione,
sì: ma non per rimanere sempre girati con la testa indietro, ad ammirarne le
testimonianze; peggio ancora sarebbe poi cercare di adoperare le Tradizioni, le
cognizioni originate dalle scienze sapienziali, per costruire una qualche forma
di 'presente' (sarebbe sempre una costruzione 'nuova' con mattoni vecchi:
quindi, un qualcosa di rinnovato, di ri-proposto, ma non di letteralmente
'nuovo'). Ebbene, a nostro avviso, la Tradizione dev'essere vissuta sì come
una corretta relazione con il passato e
con i ricordi – dai quale se ne devono trarre i migliori insegnamenti e gli
aspetti più qualificati e qualificanti -, ma deve essere vissuta come
un'opportunità, uno stimolo che ci induca a maturare tanto sul piano emotivo
che su quello più pragmatico, meno sottile.
Tradizione per guardare avanti; Tradizione per meglio comprendere i
fenomeni che il quotidiano ci porge, per farne strumento di quell'opera di
edificazione che ci conduce al futuro (in un certo senso: il presente quale
porta aperta sul futuro); Tradizione quale corretto 'alimento' per i nostri
studi, per la nostra attività speculativa, per la nostra crescita interiore e
non, ma la nostra presenza dev'essere improntata al 'gusto'.
Il
'gusto' per assaporare il piacere di
quella sfida continua che è la nostra crescita interiore (per intenderci:
quella rivolta all'abbandono dell' 'io', per raggiungere la consapevolezza del
'se': lo specchio della propria anima); per meglio vivere il nostro ruolo nella
società e l'intensità del nostro contributo alla stessa; per
trarre beneficio dalla possibilità di elaborare, progettare, discutere,
programmare, innovare e – alfine – per raggiungere il giusto traguardo.
Quello
di poter capitalizzare il tutto, applicando nella pratica del quotidiano le
speculazioni del nostro intelletto.
Seguendo, però, un approccio ed una prospettiva e del tutto diversi che
nel passato: l'ottica sarà quella prospettata dalla c.d. “Massoneria delle
Antiche Pietre”, mentre la prospettiva ha come background il
ricondursi a quello spirito cavalleresco tipicamente Templare; quello dei
Guardiani della Soglia, quello – soprattutto – dei protettori del Sepolcro di
Gesù Cristo, a Gerusalemme.
Il
rispetto alla Tradizione ci porta a tornare a Piazza del Gesù, 47: per
riaffermare, anzi sottolineare, un ruolo mai abbandonato; il ricollocare una
bandiera su un luogo che, al di là di essere un banale toponimo, è una voce
importante – anzi unica – nella storiografia massonica nazionale come pure in
quella internazionale. Ma ci intendiamo
'in movimento', per cui ogni sosta è breve: non un traguardo, bensì una serie
di tappe verso un 'unico traguardo'. Certamente non vicino, ma raggiungibile.
Difatti:
può essere la reale consistenza, la qualità di una Famiglia parametrabile solo
al luogo dove essa ha sede? Se pronunciassimo un 'sì' senza riserve, vorrebbe
dire che quanto abbiamo tracciato poco sopra è stato solo un esercizio di
sterile retorica. Proferire un 'sì', in
questo caso, ha un valore solo limitato al sanare una situazione in sospeso dal
lontano 1973: circa la quale chi ha un minimo di preparazione storica, già
sa. Ma una volta che si sarà consumato
quest'atto di 'liberazione' da quel ricordo per noi funesto, dovremo guardare
fermissimamente solo ed esclusivamente davanti a noi: ricchi dei nostri
ricordi, ma non più schiavi di essi. La
nostra vocazione è 'costruire', e il 'costruire' è un'attività dinamica, forse
lenta ma affatto statica: la nostra missione, su questo percorso, d'ora in poi
si potrà sintetizzare come “in movimento, per costruire: insieme”.
Al
di là di ogni parola, attraverso questo scritto, intendiamo già offrire uno
spaccato preliminare degli aspetti a nostro avviso più qualificanti ovvero
delle variazioni proposte non solo dalla rinnovata charta costitutivo-statutaria, ma
anche da quel Regolamento interno che per noi è ormai la Regola: equilibrata
serie di direttive interne che, mai smarrendo il contatto con la nostra
Tradizione, hanno anche lo scopo di far conoscere nel modo migliore – specie ai
neofiti: ma, considerando il carattere di pubblicità del nostro agire, anche ai
profani – la nostra storia e le nostre migliori caratteristiche. E' utile precisare in questa sede – specie
per chi ci legge forse per la prima volta - che i nostri elaborati, ogni nostro
documento, non sono mai un copia-e-incolla di scritti pregressi, bensì il
frutto originale del nostro pensiero.
Roma, 10 Ottobre 2013
Giuseppe Bellantonio
Presidente designato
dell'Ass.ne 'Comunione di Piazza del Gesù'