Genova - «Ogni angolo, ogni scultura ha un doppio valore, un sottotesto, doppio, triplo significato. Alla luce del sole per tutti i visitatori c'è la bellezza di questa villa. Ma dietro ogni scelta, anche solo nel percorso, c'è un ambito nascosto, legato alla massoneria di metà Ottocento». Così Fabio Calvi, presidente dell'associazione “Amici di Villa Durazzo Pallavicini” a Pegli, guida un gruppo di venticinque visitatori in giro tra obelischi, templi e grotte segrete.
Anche oggi sono tanti, caschi in testa e tablet in mano, i genovesi e i “foresti” venuti a vedere la villa, chiusa per lavori di restauro da settembre. «Vengo da Torino. In realtà non sapevo nemmeno dell'esistenza di questa villa. Ma questa lettura massonica mi appassiona. E poi è anche un'occasione per visitarla e non farla morire», ricorda dietro gli occhiali da sole uno dei visitatori, Paolo Comandone.
E proprio il rischio di vedere un patrimonio di Pegli abbandonato ha spinto l'associazione, in accordo con il Comune, ad organizzare le visite “esoteriche” dentro la villa. Dieci euro ciascuno per un massimo di 25 persone, un week-end al mese, (prossimi appuntamenti il 22 febbraio e il 29 marzo) con cui gli organizzatori contano di raccogliere circa 5mila euro da destinare all'allestimento floreale di uno dei gioielli della villa, il Tempio di Flora. In attesa di conoscere i tempi di conclusione dei lavori.
«Nei giorni scorsi abbiamo invitato il sindaco. Vorremmo fargli vedere la villa e fargli capire la necessità di decidere subito della gestione, altrimenti i tanti investimenti rischiano di perdersi», ripete Fabio Calvi. «Noi saremmo anche pronti a costituirci in Fondazione, con un nostro capitale, ma servono almeno 700mila euro l'anno per mandare avanti una villa del genere. E da soli non potremmo mai permetterceli».
Fonte: Il Secolo XIX