mercoledì 2 giugno 2010

Inno di Garibaldi



Si scopron le tombe, si levano i morti

i martiri nostri son tutti risorti!

Le spade nel pugno, gli allori alle chiome,

la fiamma ed il nome d'Italia nel cor:

corriamo, corriamo! Sù, giovani schiere,

sù al vento per tutto le nostre bandiere

Sù tutti col ferro, sù tutti col foco,

sù tutti col nome d'Italia nel cor.



Refrain:

Va' fuori d'Italia,

va' fuori ch'è l'ora!

Va' fuori d'Italia,

va' fuori o stranier!



La terra dei fiori, dei suoni e dei carmi

ritorni qual'era la terra dell'armi!

Di cento catene le avvinser la mano,

ma ancor di Legnano sa i ferri brandir.

Bastone tedesco l'Italia non doma,

non crescono al giogo le stirpi di Roma:

più Italia non vuole stranieri e tiranni,

già troppi son gli anni che dura il servir.



Refrain.



Le case d'Italia son fatte per noi,



è là sul Danubio la casa de' tuoi;

tu i campi ci guasti, tu il pane c'involi,

i nostri figlioli per noi li vogliam.

Son l'Alpi e tre mari d'Italia i confini,

col carro di fuoco rompiam gli Appennini:

distrutto ogni segno di vecchia frontiera,

la nostra bandiera per tutto innalziam.



Refrain.



Se ancora dell'Alpi tentasser gli spaldi,

il grido d'allarmi darà Garibaldi,

e s'arma -allo squillo che vien da Caprera-

dei Mille la schiera che l'Etna assaltò.

E dietro alla rossa avanguardia dei bravi

si muovon d'Italia le tende e le navi:

già ratto sull'arma del fido guerriero,

l'ardito destriero Vittorio spronò.



Refrain.



Per sempre è caduto degli empi l'orgoglio

a dir: Viva l'Italia, va il Re in Campidoglio!

La Senna e il Tamigi saluta ed onora

l'antica signora che torna a regnar.

Contenta del regno, fra l'isole e i monti,

soltanto ai tiranni minaccia le fronti:

dovunque le genti percota un tiranno,

suoi figli usciranno per terra e per mar!



Refrain.