lunedì 23 agosto 2010

La Massoneria dopo l’Unità d’Italia 2° parte

Nel marzo 1861 finalmente viene dichiarata l'Unità d'Italia. Il giorno 30 di maggio di quello stesso anno Cavour ha il ben noto scontro con Giuseppe Garibaldi, mi pare, in Parlamento. La sera, rientrando dalla visita quotidiana che faceva alla propria amante, rientra febbricitante, con 40° di febbre. Non estraneo a questo probabilmente proprio lo scontro con Garibaldi. Nei primi due giorni sembra che la cosa sia abbastanza superabile, poi la situazione precipita ed il 6 di giugno Cavour muore, e muore lasciando una robusta eredità, che adesso esaminiamo un momento. L'eredità è notevole perché, effettivamente, lascia un nuovo Stato, lascia il Regno d'Italia. Uno Stato però - che oggi possiamo vedere in un modo un po' distaccato ­ che forse è stato più una operazione di vertice che non una rivoluzione dal basso, come usano dire gli storiografi oggigiorno. Uno Stato in cui, per intendersi Vittorio Emanuele Il se ne sente un po' il padrone assoluto, tant'è che non cambia il numerario: lui era Vittorio Emanuele Il, re di Sardegna, e non diventa Vittorio Emanuele I, Re d'Italia, rimane Il. Quindi è uno Stato che è abbastanza delicato e che forse avrebbe bisogno di robuste ingessature per ricucire le proprie membra. In altre parole, per la prima volta dopo il 476, dopo la caduta di Roma, 22 milioni di abitanti della "Regione fisica Italia" si trovano a coabitare nell' "Italia Regno" e, quindi, a dover adottare e adattarsi alle stesse leggi. E' un paese arretrato, è un Paese che per il 70% vive ancora di agricoltura. L'agricoltura nell'Italia centrale è legata soprattutto alla mezzadria; l'Italia meridionale, dopo il periodo borbonico, soffre di terribili forme di arretratezza. E' un Paese di ignoranti, è un Paese dove - se non vado errato - il Duca di Modena pochi anni prima aveva detto: "Sarebbe opportuno mandare al patibolo tutti coloro che sanno leggere e scrivere".


Vediamo ora, in questa situazione, quindi, come si muove la Massoneria. E mi ripeto, " La Massoneria quasi non esiste tra il 1815 e il 1860". In realtà nel 1848, in concomitanza con l'arrivo dei piemontesi a Milano, si riforma a Torino un Supremo Consiglio sui resti di quello che era il Supremo Consiglio di Milano. Però, questo Supremo Consiglio praticamente non funziona, non funziona cioè regolarmente, e dobbiamo arrivare, appunto, dopo l'Unità d'Italia, precisamente al 16 dicembre del 1862. In questa data, il Supremo Consiglio di Torino si riunisce, si proclama, ovviamente, a questo punto Supremo Consiglio Italiano ed elegge un primo Sovrano Gran Commendatore, un certo De Croy Chanel; e qui subito possiamo dire, da questo nome, che si ripropone sempre il solito fatto, già capitato nel 1733, cioè: la Massoneria italiana a rimorchio delle Massonerie straniere. L'Oriente di Torino dormicchia abbastanza adesso vedremo come mai. De Croy Chanel non fa nulla di particolare; bisogna arrivare al 66. Nel "66" si elegge un nuovo Sovrano nella persona di un generale ex garibaldino, un conte, di nome Isensemid, vedi caso anche lui di origine polacca. Questo lsensemid lo troviamo per parecchi anni (morirà nell'83) e sarà parte negativa della Massoneria Italiana di quegli anni. Vediamo nelle altre parti d'Italia. Nel '61 si risveglia la Massoneria napoletana, per iniziativa di un Frate benedettino, un certo Domenico Angherà, il quale, insieme ad altri massoni, fonda una Loggia di nome Sebezia. Questa Loggia nel breve volgere di pochi mesi si fregia del titolo di Loggia Madre in quanto si richiama praticamente al periodo - che era stato un buon periodo per la Massoneria - di Gioacchino Murat, periodo in cui in Italia meridionale, soprattutto appunto nel napoletano, fiorirono ben 94 Logge. La Sicilia non è da meno. La Sicilia si risveglia bruscamente, anche lei nel '60/'61, e nascono due famiglie massoniche: una ad opera di un Principe di S.Elia - che però ha poca storia e poi si fonderà con quella piemontese - e un'altra, invece, ad opera di Giuseppe Tortorici, che era stato fatto massone negli Stati Uniti e in Luisiana era stato portato al 33° grado. Nel '62 fa una mossa, diciamo, praticamente può essere più che valida: cioè fare eleggere Sovrano Gran Commendatore Giuseppe Garibaldi.

1864 Gran Maestro
Giuseppe Garibaldi
Questa è quindi la situazione della Massoneria all'inizio dell'unità d'Italia. Gli inizi sono difficili, sono difficili soprattutto perché è morto Cavour, che era la persona che forse sarebbe stata veramente in grado di fare molte cose di più. A Cavour succede Bettino Ricasoli, nobile fiorentino, bravissima persona, però con pochissimo fiuto politico l'uomo che non capisce niente del brigantaggio, che sa dare al problema brigantaggio in Italia meridionale solamente la risposta di Cialdini del pugno di ferro, l'uomo che in fondo è il colpevole di Lissa nel 1866 e, che proprio per questo fatto, passa la mano, politicamente, ad altri,a Ricasoli succede Urbano Rattazzi e sono anni difficili; perché c'è tutta una parte di intelligentia italiana che preme ferocemente: Venezia e Roma e Venezia, subito. Per cui sono anni difficili. Garibaldi ci tenta subito. Dopo essere diventato Gran Maestro nel 1862, passa da Palermo in Calabria e viene poi fermato, subito dopo, nella famosa battaglia dell'Aspromonte, in cui è anche ferito. Un esempio per dare un flash di come fossero difficili le cose in quel tempo Urbano Rattazzi manda La Marmora per fermare Garibaldi. La Marmora, a Napoli, incontra un gruppo di parlamentari, i quali erano a Napoli per tentare una mediazione fra il Governo e Garibaldi. La Marmora li arresta e manda un telegramma a Urbano Rattazzi in questi termini precisi: "Ho arrestato i Deputati, devo fucilarli?". Urbano Rattazzi poi si scuserà. Questo per darvi un'idea. Quindi non era effettivamente facile per la Massoneria procedere alacremente in una situazione di questo tipo . Nel '64 viene spostata la capitale da Torino a Firenze. Noi come massoni diciamo: "Quello sciocco di Isensemid fa grandi storie per spostare il Supremo Consiglio dalla Valle del Po alla Valle del Tevere!". Non dobbiamo dimenticare che lo spostamento della capitale costa a Torino parecchie centinaia di morti; quindi la situazione culturale era quella. Subito dopo avviene quella modestissima terza guerra di indipendenza che produce, tutti lo sapete, Custoza, produce Lissa; è passata alla storia come la prima in cui "Uomini di ferro su navi di legno battono uomini di legno su navi di ferro". L'anno dopo, nuovamente Garibaldi ci tenta. Viene fermato a Mentana dai francesi nei '67; è il famoso momento degli chasepot, i fucili a retrocarica francesi, e il povero Garibaldi - che aveva riunito dei garibaldini che, tra l'altro erano di tempra evidentemente molto diversa dai mille del 1860. Hai voglia di mettere le baionette! Non c’è la fa contro gli chassepot . Comunque la Massoneria procede attentamente. Nel '69, a Firenze, si forma un il nuovo Supremo Consiglio - visto che Torino non si muove – che elegge Francesco De Luca come Sovrano Gran Commendatore. Tra l'altro parallelamente a questo discorso di crescita del Rito Scozzese, non dobbiamo dimenticare che, sempre nel '60, a Torino, su, spinta della Massoneria francese, si forma anche una Gran Loggia Simbolica, cioè Gran Loggia Simbolica che seguiva solamente e riconosceva i primi tre gradi. Di questa è Gran Maestro Costantino Nigra (successivamente saranno, Gran Maestri: Garibaldi e, finalmente, Lemmi il quale sarà l'uomo che riuscirà a mettere un po' a posto le cose). La politica e l'economia, che sono quelle che guidano un po' tutto, sono sempre difficili. Sono i ben noti anni della lesina, sono i ben noti anni della tassa sul macinato, che si concretizzava in una specie di contatore che veniva messo sulle macine e che era terribile per i contadini. Finalmente arriviamo però al 20 settembre, arriviamo a Porta Pia.

Presa di porta Pia
Quindi riassumendo, abbiamo:

-a Torino un rito scozzese - Sovrano Gran Commendatore Isensemid;

-a Firenze, Francesco De Luca;

-a Palermo sempre Giuseppe Tortorici;

-a Napoli un Grand'Oriente con un certo numero di Logge, con ordine e rito;

-a Torino un certo numero di Logge solamente Azzurre.

La situazione quindi è abbastanza difficile e questo, però, direi considerato dal punto di vista di oggi, ci deve rendere abbastanza ottimisti, cioè : le difficoltà, le divisioni c'erano allora e abbiamo visto storicamente come mai sono avvenute. Nel '72 a Roma diviene Sovrano Gran Commendatore Giorgio Tamayo e nell'83, a Torino, un medico, Timoteo Riboli. Finalmente si chiude il ciclo del Risorgimento. Abbiamo la morte di Mazzini nel '72; arriva Depetris. Abbiamo la morte nel'78 di Vittorio Emanuele II, nello stesso anno di Pio IX Nell'82 muore Garibaldi L'82 è anche l'anno della Triplice Alleanza, quindi l'alleanza con i vecchi nemici, quindi altre rotture che si ripercuotono, anche nelle famiglie Massoniche arriviamo finalmente - quindi in questi anni, dopo questa cessazione, dopo tutte queste cariatidi storiche - al personaggio più importante di questo periodo : Adriano Lemmi.

Adriano Lemmi
Nel'84 Adriano Lemmi , un banchiere di origine toscana, viene eletto Gran Maestro, appunto, della Gran Loggia Simbolica. Nell'8? riesce a mettere d'accordo Tamayo da un lato e Riboli dall'altro, e viene nominato, dapprima, rappresentante ufficiale, e subito dopo Sovrano Gran Commendatore del rito. E finalmente nell'87 quindi si arriva all'unificazione della Massoneria in Italia con Adriano Lemmi, che raduna in sé le cariche di Gran Maestro e di Gran Commendatore. Adriano Lemmi reggerà la Massoneria Italiana fino ai 1906 e qui diciamo che le scuole classiche si fermano a fare un quadro agiografico di Lemmi. Abbiamo già detto che noi siamo piuttosto per una quinta scuola: la scuola moderna. E quindi, invece di parlare di questo, vorrei soffermarmi un attimo, per questi anni, su alcune cose forse molto più importanti . Una figura importantissima è Francesco Crispi, Francesco Crispi massone e uomo politico. Ma Francesco Crispi è siciliano, è nato nel 1818 in provincia di Agrigento, si laurea in legge, presto abbraccia la causa del risorgimento, quindi viene anche cacciato e perseguitato dai Barboni, ed è praticamente l'uomo, e sono gli anni in cui appunto si accosta alla Massoneria e diviene Massone., che è l'artefice e l'ideologo della famosa Spedizione dei Mille. E' lui che spinge Cavour (poi Cavour invece, rimanda la palla a La Farina, che è un altro siciliano, e quindi li mette in contrasto) e comunque è lui che spinge e che, finalmente, riesce a far realizzare da Garibaldi la Spedizione dei Mille, alla quale parteciperà. Diviene poi parlamentare e combatte tutte le lotte nel Parlamento relative al fatto che abbiamo detto, fino a che nell'87 (cioè l'anno stesso in cui Lemmi diviene, fatto molto importante, Sovrano Gran Commendatore della Massoneria in Italia) Francesco Crispi diviene Presidente del Consiglio. Quindi un uomo, una figura a tutto sbalzo, un uomo di tutto rilievo. Se vogliamo dire però, per essere corretti storicamente non dobbiamo dimenticare che era piuttosto un uomo di carattere autoritario e, se sapeva rispettare la legge, soprattutto gli andava bene la legge rispettata dagli altri. Per questo fatto, direi che possiamo fare un accenno alla più grossa mina vagante di quel periodo, che scuoterà la Massoneria Italiana e che arriva molto vicino anche ad Adriano Lemmi: è il famoso, ben noto, scandalo della Banca Romana. Come probabilmente saprete, in quegli anni erano ben quattro gli Istituti di emissione in Italia e nessun Governo era stato capace di unificarli : c'era la Banca Nazionale, c'era appunto la Banca Romana, il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia. Quindi il Governo era costretto a limitare la propria sfera di influenza, limitando il numero di biglietti di banca emessi. Con l'Unità d'Italia, nel 1870, a Roma, naturalmente, c'è la solita corsa alla costruzione edilizia. Chi finanzia tutto questo è la Banca Romana. Le cose vanno bene per un certo numero di anni. Nel'93 questo boom edilizio viene travolto da una valanga di cambiali, di proteste, e si parla addirittura di fallimento della Banca Romana. Il ministro dell'Industria è costretto a promuovere un'inchiesta e l'inchiesta chiarisce che la Banca Romana che avrebbe dovuto emettere non più di 45 milioni di lire di allora, ne aveva emessi 25 milioni in più, poi aveva stampato ancora 9 milioni, addirittura sottobanco, e praticamente i libri contabili erano falsificati per un ventennio. Chi è l'artefice di tutto questo? E' il Direttore Generale della Banca, un ceto Bernardo Tanlongo e purtroppo, non dobbiamo avere timore di dire queste cose in pubblico, Tanlongo è massone. E chi è che lo coprirà nel 1893 ? E' proprio Crispi, che insabbia l'inchiesta. Non lo coprirà a lungo, perché dopo c'è una lunga battaglia tra Crispi e Giolitti - ben noto palamidone di cui tutti i giornalisti dell'epoca parlavano. E alla lunga, appunto, Bernardo Tanlongo finisce in carcere. Mi piace però qui ricordare, tanto per vedere anche gli altri aspetti, invece un'altra branca e un altro aspetto della Massoneria, e cioè Turati. Turati è milanese, è un uomo di cultura, è un uomo di sinistra e milita per molti anni nella sinistra italiana, il partito operaio, insieme a quelli che, a quel tempo, erano gli anarchici. Turati, poi, si unisce alla Kulishoff, matura, e direi che forse il fatto più importante di quegli anni, è del '93, è la nascita della rivista critica sociale che è un organo del partito socialista fino ai nostri giorni. Turati era massone e quindi un po' il capostipite di tutta quella parte di Massoneria legata al socialismo, che avrà una importantissima funzione sulla fine del secolo all'inizio del nostro secolo : il '93 è appunto l'anno in cui Turati si separa da Labriola e fonda ufficialmente il Partito Socialista Italiano, separandolo dal movimento anarchico. Le conclusione, che cosa possiamo dire in questi anni della Massoneria ? Possiamo dire che la Massoneria, essendo un potere omologo al potere dello Stato, là dove uno stato nasce tra mille difficoltà, anche la Massoneria nasce e procede con modestia: è una Massoneria regionale, per non dire provinciale.

La storia continua prossimamente

Fonte : Mika-el