venerdì 15 luglio 2011

Uno Stimolo... Risposta...


Nei giorni scorsi ho ricevuto un'email da un Fratello [Leggi..], e nel riflettere sulla risposta più idonea, ho chiesto a Voi Lettori di darmi una mano... Tra le innumerevoli risposte pervenutemi  ho scelto questa del G.·.M.·. Fr.·. Giuseppe Bellantonio.·.

Giuseppe Bellantonio

All'Illustre Signor
Vincenzo Rizzuto
Coordinatore del sito
“NOTIZIARIO MASSONICO ITALIANO”

Pregiatissimo Signor Rizzuto,

non vorrei che – raccogliendo il Suo cortese, ma anche interessante invito circa un certo qual “stimolo” implicitamente originato da alcune note a Lei dirette – si pensasse che io possa essere incline ad una qualche forma di personalismo ovvero protagonismo. Mi piace cogliere, questo è vero, ogni opportunità utile ad offrire spunti di riflessione e di corretta informazione, come pure i risultati di un qualche studio storico o approfondimento iniziatico. Penso che ve ne sia bisogno, per agevolare l'altrui crescita, aiutando così anche la mia crescita interiore. 
Vengo al Suo “appello” - che in verità mi sembra invece avere aspetti assimilabili a quelli di un sasso lanciato con non chalance in uno stagno – per offrire delle mie considerazioni: circa le quali il Suo corretto omettere nomi e/o riferimenti certamente mi agevola, consentendomi di esprimermi in modo assolutamente generale. 
 Ultimamente, navigando in rete – una pratica assimilabile allo zapping televisivo – mi sono imbattuto in notizie che con il vero mondo iniziatico ed in particolare con la Massoneria, in realtà poco hanno a che vedere. 
Ho colto un pullulare di interventi, anche – per così dire – autorevoli zeppi di una retorica che stona fragorosamente con le singole realtà; articoli e relazioni generati da maldestri copia-incolla (e quindi privi di alcuna originalità); addirittura siti che scopiazzano di qua e di là, denotando un'assoluta carenza di idee in uno ad una vocazione di arrampicarsi sugli specchi degna di spiderman, addirittura giungendo alla perversione di copiare senza capire cosa si stia copiando (probabilmente per ignoranza delle diverse lingue di provenienza). Motivo per cui si può notare uno scritto – che so? - in cirillico, dove in origine si parlava di una pomata per lenire bruciori alle parti intime, riportati in bella mostra; o scritte in bulgaro o arabo o cinese o indi o russo o turco dove si tratta del travaglio dei tuffi di Olga Granpotaska nelle acque troppo fredde del Lago Baikal, del furto di uno pneumatico di terza mano su un camion di Tunisi, di un'asina dalle qualità portentose nel kolkhotz di Ilia Petrov, della lite di Deng Ping con Xiao Pong (che sia proprio quella che ha dato vita al... ping-pong?), della preoccupazione di Indira per il ritardo del marito in viaggio su un vecchio e asmatico treno, o... 
Il tutto riportato con una soavità disarmante; quasi che i lettori che si abbeverano di queste particolarissime pagine del web siano furiosamente avidi di notizie da quei lontani lidi (poco importa che non capiscano un'acca di ciò che non sanno neanche leggere, ignorandone la lingua: ma se il testo è riportato su un sito di notizie (sic!) massoniche, poco importa che io non ne capisca una sillaba, perché certamente do per scontato che parli di massoneria o della massoneria di quel paese, e che – visto che è riportato su Internet – è certamente importante). I danni, con tutta evidenza, non possono che essere evidenti e profondi: chiunque possa essere a provocarli o anche solo a concorrere in ciò, pur nella massima buona fede (il che non può equivalere a bendarsi gli occhi, o chiudersi le orecchie, o tamponarsi il naso). 
Tutto questo – forse poco utile – preambolo, Egregio Signor Rizzuto, per offrirLe un'idea, in verità maturata già da qualche tempo: sul “Notiziario” non possono che essere evidenziate notizie di importanza generale, con il cui “strillo” si possa accendere la curiosità dei Lettori, per poi condurli ad una lettura anche delle altre Sezioni. Le notizie che non assumano queste connotazioni – cioè il carattere di interesse generale delle notizie proposte per la pubblicazione (o, meglio: proposte per essere esaminate e valutate, ai fini di una eventuale pubblicazione. Il che conduce diritti diritti a ciò che rientra nei diritti specifici in capo ad un Editor) devono essere collocate in un file specifico. 
Un file che racchiuda quindi le varie voci e le varie anime che emergano da nascite, divisioni, moltiplicazioni, o quant'altro possa maturare in un raggruppamento massonico o iniziatico: notizie che sono da considerarsi “interne” e diffuse solo a scopo conoscitivo, che quindi riguardino il “particolare” piuttosto che non il “generale”. 
Ritengo infatti che l'Editor del “Notiziario” - che non è “voce” di alcuna aggregazione o comunità iniziatica - non può assumersi responsabilità, per così dire “certificative”, circa contenuti (lo dico sempre in linea generale) non verificabili o non sottoscritti o ancor peggio anche solo velatamente animati da una vis polemica. 
Cosa accadrebbe se, alla pubblicazione di una notizia, qualcuno – e la cosa non è rara... - eccepisse che i tizio o caio non si sono allontanati ma sono stati cacciati dal gruppo di appartenenza? Cosa accadrebbe se ad essere eccepiti fossero i contenuti di un titolo distintivo, o della validità di una dignità, di una carica o di un incarico? O che un se-dicente Sovrano o Gran Maestro o semplice Copritore Esterno in realtà non abbiano raggiunto il giusto grado? Accadrebbe il caos: l'Editor si troverebbe obbligato a pubblicare la smentita, e poi l'eventuale smentita della smentita: ma ci pensate? 
Il caos. 
La notizia “particolare”, deve quindi essere ospitata in una sezione altrettanto “particolare” che chi sia interessato alla consultazione possa frequentare a proprio piacimento, ma sempre per proprio uso personale. D'altronde, occorre essere più realisti del re: la cittadella massonica ha la toponomastica di una città reale, con un centro ed una periferia; tutti sono abitanti della stessa città, ma la cronaca, per una pluralità e complessità di motivi – anche ovvi - porta a citare maggiormente il centro storico che non le strutture periferiche. Strutture – queste - che sempre di calce, acciaio, marmo e mattoni sono costruite, non difformemente dalle altre e che sono abitate da identici cittadini. Come accade nelle città reali, l'aspirazione dei cittadini è quella di spostarsi verso il centro: un movimento naturale, questo, ma che ha profonde radici motivazionali. Così come nel nostro ambito: è quindi corretto esaltare l'uguaglianza dei cittadini tra di loro, ma non è altrettanto corretto sostenere una qualche somiglianza tra “centro” e “periferia”, che hanno “pesi” e “misure” diversi; se si dovesse dare spazio, ad esempio, solo alla nascita di novelli aggregati, il “Notiziario” ne conterebbe almeno una a settimana. Non a caso, un mio censimento personale, in Italia conta circa 300 tra gran logge (poco “Gran”, che spesso non annoverano neanche le tradizionali sette logge di base) o supremi consigli (poco “Supremi”, spesso costituiti da soggetti o auto-proclamatisi sovrani o autoreferenziali ed a loro volta impudici “somministratori” di gradi scozzesi e non). 
Tornando ora sulle Sue righe – Illustre Signor Rizzuto – e sintetizzando il mio pensiero, così come sopra esposto, direi che la Massoneria Italiana ha più bisogno di felicitarsi della notizia di “matrimoni” (con un effetto moltiplicatore, quindi) piuttosto che non di “separazioni” o “divorzi” che, così come avviene nella Famiglie profane, conducono a “famiglie allargate” o a nuove aggregazioni in cui elementi provenienti da pessime esperienze vissute si ritrovano anche solo per respirare un'aria diversa. Con questo, così come sostengo nelle mie note riferite a San Giovanni Evangelista, è segno dell'esistenza di una volontà di pulizia e di una forte energia di rinnovamento se dei Fratelli si dissociano da contesti dove la Massoneria è mal-vissuta e solo considerata come la targa da appendere ad una nuova bottega, per attirare nuovi clienti. Ma è altrettanto vero che a questi boni vires ho suggerito di mantenere le loro specificità e la loro riacquistata sovranità e autonomia, fin quando non individueranno una nuova e diversa aggregazione con cui decidere di avviare una rinnovata esperienza comune. 
In un recente articolo della più diffusa rivista scientifica italiana, leggevo come dal dopoguerra ad oggi – un spazio temporale di “soli” 66 anni, quindi – la vita umana sia cambiata più dei XX secoli precedenti: modalità della vita, intelligenza, capacità fisica, organizzazione cerebrale, sessualità, dimensioni corporee, lavoro, cambiamenti nei sistemi complessi delle relazioni, delle comunicazioni e dell'interazione, portano a considerare l'essere umano come completamente diverso da prima, quasi fosse un'altra specie; se la precedente era “umana”, questa – definibile, con ambivalenza informatica, 2.0 – potrebbe essere tranquillamente definita “super-umana”. 
Proprio questo, di riflesso, mi ha condotto ad un'altra considerazione : quanto poco è cambiata la Massoneria – ovvero: i Massoni che la compongono – negli ultimi 66 anni: divisioni e diaspore, crescenti manifestazioni di irregolarità nei lavori e di irritualità negli stessi, la moltiplicazione esponenziale ed abnorme dei contesti, mi fanno pensare ad un regresso o – con una considerazione molto, ma molto benevola – una stasi (ma già la stasi, è di per sé negativa: palesa un'assenza di progressi). 
Con questo credo di aver dato una risposta o, se vogliamo, una “non risposta” diplomatica, ma densa di “risposte” per chi sappia inter ligere o abbia solo quella pur minima preparazione esoterica, rituale, filosofica e storica che – solo per un attimo – faccia allontanare dall' “io” per ritrovare la parte più degna del “se”. Diversamente si rischia di cadere nell'inganno del “tritatutto”: che simula soltanto di riproporci cose nuove, per offrirci invece una materia in realtà inconsistente e priva di qualunque possibilità di apportare energie concrete. Come un pezzo di carne, inerte, macinata più e più volte e ormai sfibrata, colorata artificialmente, alla quale ognuno cerca di dare la forma a lui più congeniale; un pezzo di carne, almeno all'origine, al quale - dopo tutte le manipolazioni - non si può dare che il nome che le può competere: polpettone. 
Il “solito polpettone” o la solita “polpetta avvelenata”. Purtroppo. 
Nel porgerLe i miei migliori saluti, Egregio Signor Rizzuto, non posso tralasciare di augurare a Lei ed al “Notiziario” una crescita feconda e mai faconda, senza così cadere nei facili trabocchetti che la polemica ama tendere: specie alle persone che, buone per costituzione interiore, non sono avvezze a cogliere la malizia delle parole. A volte più dolorosa di quella dei fatti.


Roma, 14 Luglio 2011                                                         f.to Giuseppe Bellantonio

Viale Leonardo da Vinci, 114 – 00145 Roma (RM) 
e-mail: giuseppebellantonio@infinito.it

 
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