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mercoledì 12 febbraio 2014

Foibe, Gran Maestro Raffi: "Non possiamo dimenticare. L'Europa della cultura contro ogni odio e il negazionismo. Solo così l'Inferno non tornerà"

"La verità storica è uscita da un colpevole, lunghissimo silenzio. L'imperativo è insegnare ai giovani che al confine orientale l'odio e l'ideologia ha lasciato tra le pietre solo morte e disperazione. Le coscienze libere di ogni tempo devono vincere l'oblio di quella memoria spezzata, rinnovando la lotta a ogni revisionismo e negazionismo. Non vogliamo e non possiamo dimenticare". Così Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, nel Giorno del Ricordo, che celebra la memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. "Dalla storia di violenza e sopraffazioni cui furono oggetto i nostri connazionali - spiega il Gran Maestro - condannati per il solo fatto di essere riconosciuti come italiani, emerge ancora più forte la necessità del dialogo e del confronto, affinché orrori di questo tipo non si ripetano mai più. Nel decimo anniversario della promulgazione della Legge n. 92 del 30 marzo 2004 che istituisce il Giorno del Ricordo, riconosciamo che tanto cammino è stato percorso: il fatto che quei capitoli sbianchettati da una storiografia di parte siano entrati finalmente nei libri di storia e se ne parli nelle aule di scuola, è una conquista di civiltà. E' cresciuta la consapevolezza di quei fatti di sangue al confine orientale, e il bisogno di capire. L'Europa vera, quella delle cattedrali di cultura e del dialogo tra i popoli, deve restare vigile contro ogni odio etnico - avverte il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani - per vivere il bene prezioso della convivenza e promuovere la consapevolezza del rispetto della dignità umana". "Mentre si riaccendono pericolosi focolai nei Balcani -conclude Raffi - dobbiamo impegnarci ogni giorno nella tutela di quei valori che sono patrimonio di ogni uomo: libertà, uguaglianza, democrazia e tolleranza per la costruzione di un mondo migliore, nell'accoglienza delle diversità e nel rispetto reciproco dell'altro. Solo così l'Inferno non tornerà".
Roma, Villa il Vascello 10 febbraio 2014

Fonte: GOI

lunedì 27 gennaio 2014

Shoah, 27 gennaio Giornata della Memoria. Il Gran Maestro Raffi, il negazionismo va contrastato con forza. Vergognoso l'episodio di Roma

"E' di tutti la memoria di ogni conquista di respiro universale, di ogni trionfo, di ogni testimonianza degna di essere ascoltata. Ma deve essere di tutti anche la memoria di ogni grande tragedia dell'umanità, di ogni grande dolore, di ogni grande male. E l'Olocausto fu un male più grande di ogni altro. Di fronte a quella esperienza estrema per il genere umano, a quella discesa agli inferi ricordare è un dovere". Lo sottolinea il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi, alla vigilia delle manifestazioni che si tengono in tutt'Italia in coincidenza con il 27 gennaio, data in cui nel 1945 vennero abbattuti i cancelli di Auschwitz, scelta simbolicamente per commemorare le vittime della Shoah e delle leggi razziali che in Italia, durante il fascismo, entrarono in vigore nel 1938. "Nel nostro paese 23.826 persone tra uomini, donne e bambini, vennero deportati nei lager nazisti per motivi politici. Del totale 10.129 non tornarono. A loro va il nostro pensiero", ha aggiunto Raffi condannando il vile episodio verificatosi a Roma, dove tre pacchi con dentro altrettante teste di maiale sono stati inviati alla Sinagoga, all'ambasciata israeliana e al museo della Storia di Trastevere e invitando "a non abbassare mai la guardia e a usare come antidoto all'intolleranza e all'odio nei confronti dell'altro il dialogo, la cultura, la conoscenza del passato". "Ci deve essere una sorta di Patto della memoria tra le generazioni affinché non vada mai perduto il ricordo della più atroce delle tragedie dell'umanità. Ma è necessario anche contrastare ogni tentativo negazionista e farlo con tutte le forze e con tutti i mezzi", ha spiegato facendo riferimento alla decisione quadro europea del 2008, la 913, che "combatte le forme e le espressioni di razzismo e xenofobia, e che nell'art. 1 chiede agli Stati Europei di intervenire contro l'apologia e la negazione dei crimini contro l'umanità".

Leggi: Per non dimenticare di Nedo Fiano

Fonte:GOI

lunedì 13 gennaio 2014

Nuove e importanti sfide ci attendono. Per vincerle dobbiamo investire non in borsa ma sull'uomo

Le nuove generazioni ''guardano con crescente interesse'' al mondo della Massoneria, perché ''distanti e deluse'' da partiti, istituzioni e altre forme di partecipazione e di impegno nella società". Lo scrive nel suo messaggio per il 2014 il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi, sottolineando come questo interesse dei giovani sia "un'opportunità da cogliere''. "Insieme in questi 15 anni - aggiunge - abbiamo realizzato quanto sia importante non restarcene chiusi nelle nostre torri d'avorio, indifferenti a ciò che accade intorno. Abbiamo aperto le nostre porte, siamo usciti allo scoperto abbandonando inutili segretezze e abbiamo cercato di farci capire nelle cose nelle quali anche la società profana ci può capire. E lo abbiamo fatto attraverso il dialogo, talora attraverso l'esempio, la testimonianza, il nostro agire etico. Noi non abbiamo certo verità da imporre, ma un sistema di valori da proporre. La nostra mission è indicare un metodo, una rotta, che è quella della ricerca continua, del confronto incessante, della dialettica. Un metodo che dobbiamo trasmettere senza retorica e con un linguaggio moderno ai giovani, affinché diventino cittadini consapevoli e si sentano sfidati a contribuire in prima persona alla costruzione di un mondo migliore". Raffi invita anche a "puntare al nuovo, al cambiamento", ricordando quel grande "potenziale rivoluzionario che è patrimonio della massoneria''. Ma soprattutto invita ad affrontare e a vincere le tante sfide che ci aspettano fuori dai templi - dall'immigrazione alla disoccupazione, dal disagio sociale alla cultura all'ambiente - investendo, "non in borsa, ma su quello che è il bene più prezioso di cui disponiamo: il nostro essere uomini liberi, fedeli a quel patto che ci rende eccezionali e che ci unisce. Quel patto che discende dall'idea che siamo nati tutti uguali e fratelli, dotati di alcuni inalienabili diritti, come il diritto alla vita, alla libertà appunto, alla felicità. Un patto che è un imperativo categorico che deve trovare in ogni istante la sua concreta aspirazione nella realtà del nostro tempo e ispirare le nostre azioni".
Sul nostro sito www.grandeoriente.it si può leggere il messaggio integrale
Fonte Loggia Heredom 1224